26 novembre 2007

[QEV] Il fariseo e il pubblicano


Visiting gospel choir, originally uploaded by tom_wineman.


Di ritorno da una messa che sembrava più un rito animista o una danza maori, di quelle alla "sister act", per capirci, in cui la gente canta ed accompagna con il battito delle mani.
Strumenti musicali per tutti i gusti: organo elettrico, quattro chitarre, nacchere, tammorra e perfino un djembe.

Fa uno strano effetto vedere signore impellicciate e uomini in giacca e cravatta solitamente pacati e riservati agitarsi così tanto durante la celebrazione.

Sarà stato l'incenso, il ritmo incalzante della tammorra o il trasporto emotivo dei fedeli, ma più volte la scena mi è sembrata molto più affine al rito iniziatico di "Eyes Wide Shut" che non all'idea comune di messa.

Per un attimo ho avuto la tentazione del fariseo (Lc 18,9-14):
"O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini... e neppure come questi pubblicani..."

Per un attimo, appunto.
Perché non esiste ragione per cui una preghiera intima e riservata possa ritenersi più valida di un canto euforico accompagnato da un incessante battimani.
Peraltro mi sono ricordato di avere assistito a diversi concerti gospel e di essere stato colpito dalla sensazione di serenità che trasmettevano queste enormi coriste quando, tra una canzone e l'altra, descrivevano Gesù dal loro punto di vista.

Millenni di filosofia non sono serviti a fornire una prova conclusiva dell'esistenza di Dio.
Se, improvvidamente, dovessi cimentarmi io sull'argomento allora, messe da parte per un istante la prova anselmiana e le argomentazioni di San Tommaso d'Aquino, direi che in questo riscontro la maggiore evidenza dell'esistenza di Dio:
nella necessità di ciascuno di cercarLo, seguendo le strade che ritiene appropriate.

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