30 marzo 2008

[WV] Il quinto stato

Aveva ragione il mio amico Miki che, dopo aver visto "Giorni e nuvole" con Margherita Buy ed Antonio Albanese - io non l'ho visto, com'è??? -, si è rifiutato di accompagnarmi sabato sera a vedere "Tutta la vita davanti", il nuovo film di Virzì.
Ha detto che i film sul precariato mettono tutti, indistinatamente, ansia.
E neppure Virzì - che pure ha sempre condito con abbondante ironia le sue precedenti regie - stavolta riesce a stemperare questa spiacevole sensazione.


E' la storia di Marta, brillante neolaureata a pieni voti in Filosofia che, per sostenersi lontano da casa, finisce per accettare un lavoro part-time ad un call center.
Marta viene travolta dall'impatto con l'ambiente lavorativo, instaurando in un primo momento una sorta di "dipendenza da lavoro", che si affievolisce però con l'emergere progressivo di tensioni ed invidie latenti tra colleghe e con il manifestarsi della spietatezza delle logiche di mercato.

Non racconto di più in modo da lasciarvi il gusto di vederlo... meglio se non capita in una giornata storta, comunque!!


Lascio qui due collegamenti che mi si sono accesi in testa durante la visione.
Il primo è che la locandina richiama in maniera evidente il noto quadro "Il Quarto Stato" di Pellizza da Volpedo.

Come a dire che i precari hanno assunto oggi il ruolo sociale delle masse di operai che ad inizio secolo scioperavano...
Eppure i precari NON scioperano, e se lo fanno, lo fanno contro il sistema e non contro chi, pur potendo scegliere forme di assunzione differenti, opta per quelle meno stabili.

Un'altra anomalia che salta all'occhio è che gli operai di inizio secolo procedono sciatti nel vestire, ma fieri ed incazzati, mentre i precari di Virzì procedono sorridenti ed agghindati di tutto punto, quasi non si accorgessero di essere nelle medesime condizioni dei propri "pittorici" predecessori.

Ritorna spesso nel film questo tema dello stordimento sociale, questo trovare rifugio dalla realtà della propria condizione in una para-dimensione che si nutre delle storie del Grande Fratello e di riunioni motivazionali al ritmo di cori improbabili, coreografie e danze maori.
Come se non bastasse quel che si fa a generare soddisfazione, ma anzi occorresse una valvola di sfogo per la frustrazione che si accumula.


La seconda annotazione è che mentre uscivo dal cinema mi riecheggiava in testa la voce (doppiata) di Will Smith che - ne "La ricerca della Felicità" - dopo essere stato sul lastrico con un figlio a carico, dopo averlo portato a dormire nei bagni della stazione avendo venduto tutto, dopo aver trovato un nuovo lavoro più o meno stabile, ripeteva:
"Questa piccola, insignificante parte della mia vita è quella che chiamo Felicità".


Che sia questa la chiave di lettura di tutto il discorso: lasciar perdere le aspettative, le pressioni, le ambizioni esasperate e concentrarsi sulla "Ricerca della Felicità"?

23 marzo 2008

[QEV] Resurrezione

Eugène Burnand
Pietro e Giovanni accorrono al sepolcro la mattina della Resurrezione


Eccoli qui, in corsa verso il sepolcro che sanno essere vuoto.

Ricordate come li avevamo lasciati?

Uno, Giovanni, rassegnato ed inconsolabile, ma deciso a seguire ostinatamente il suo Maestro sottoposto all'umiliazione più atroce fin sotto la Croce.

L'altro, Pietro, trafitto da uno sguardo di Amore autentico da parte di Cristo appena dopo averLo rinnegato.

Ora che Maria Maddalena li ha avvisati che il sepolcro è vuoto, che il corpo è stato trafugato e portato altrove, perché corrono?
Cosa sperano di trovare?
Chi cercano?

Occorre enorme Fede per leggere nel messaggio della Maddalena un'opportunità nuova per dimostrarsi migliori.
Occorre tenacia non comune per rialzarsi dal baratro della disperazione e dell'autocommiserazione e mettersi a correre, sorretti soltanto da un barlume di Speranza.

Pietro e Giovanni sono avanguardia di un'Umanità nuova, che si lascia alle spalle i problemi e le preoccupazioni per mettersi in moto verso il Risorto.

...perchè se Cristo ha vinto perfino la morte, allora, sulla strada verso di Lui, nulla ci può spaventare...

Buona Pasqua a tutti.

22 marzo 2008

[WV] Ragazze d'oro

Alessia Filippi,
Campionessa europea
400m misti
800m stile libero

















Tania Cagnotto
Campionessa europea
Tuffi piattaforma 10 m

15 marzo 2008

[QEV] Domenica delle Palme

Di quest'idea sconsiderata che mi ha pervaso nelle ultime settimane - realizzare monografie di personaggi della Passione - conserverò l'esperienza straordinaria, quasi da voyeur, di addentrarmi nella mente di un tale che non ho mai conosciuto ed ascoltarne i pensieri.
Questo è quello che ho fatto: cercare di capire ciò che era accaduto e indovinare i pensieri ed i ragionamenti dei quegli uomini.
Nessun ricamo romanzesco, nessun volo di fantasia.

Ma - ancor di più - conserverò il commento di Francesca al primo post:
"Giuda potrebbe essere il tipo che stamattina faceva la fila al supermercato davanti a me".
Questo era esattamente lo scopo che mi ero prefisso.

Viviamo così a bagnomaria nel cattolicesimo che le Scritture hanno assunto per ciascuno di noi, anche per chi è ateo o di credo differente, una valenza epica, oserei dire fiabesca.
Questo processo finisce per minare la veridicità storica dei fatti e per sminuire la componente umana dei personaggi.
D'altronde si sa che nelle favole non ci sono uomini, solo supereroi.

Invece è proprio l'Umanità che a me interessa e che mi fa appassionare intensamente alle Scritture.

Passano i millenni, cambiano le tecnologie ma l'uomo resta identico.
Giuda è davanti a me al supermercato e mentre si muove con aria distratta tra gli scaffali gli leggo in faccia il rimorso per un gesto minimo che ha scatenato una reazione spropositata.
E così Giovanni, che rischia ancora ad una slot machine elettronica dopo aver perso tutto.
O anche Pietro, perdonato nell'istante in cui rinnega, amato mentre ancora è nel letto di un'altra.

Se si perde la proporzione dell'Umanità nelle Scritture, non si può capire l'ATTUALITA' della Passione.


James Jacques Joseph Tissot,
"Cosa vide il nostro Salvatore dalla croce"












I dotti spiegano che Passione è una cattiva traduzione di un termine derivato da "patior", e che dunque dovrebbe essere più correttamente indicata come "sopportazione, patimento".

Invece per me non esiste termine più adatto per indicare il sentimento viscerale ed incandescente nei confronti dell'Umanità che spinge Cristo su per il Calvario.
E' la Passione degli amanti, che annebbia la vista ed accelera i cuori, in cui l'uomo sperimenta la divinità e Dio abbraccia l'umanità.

Ad una persona speciale scrissi così, di punto in bianco, che la Passione è il tango che Cristo balla con l'Umanità a mezzo della Croce...
Allora mi avrà preso per pazzo... speriamo che oggi mi possa rivalutare!!
;-)


Buona Settimana Santa a tutti

8 marzo 2008

[QEV] V di Quaresima - Pilato

Per chi si fosse già allarmato questa è l'ultima monografia prima della Pasqua...

Per la settimana prossima ho in mente di preparare una cosa differente, e poi sarà Settimana Santa, parate in costume di dubbio gusto, Messa "in Coena Domini", processioni che percorrono capillarmente la Penisola Sorrentina, l'Adorazione della Croce, il buio della Veglia.

Sarà difficile in quel groviglio di emozioni, appuntamenti, riti, tradizioni riuscire a fotografarne anche una sola istantanea quissù... in ogni caso ci proverò...

Pilato
Antonio Ciseri, "Ecce homo"













Distinguere.
Questo è il mio mestiere, ciò che mi da da vivere.
Distinguere tra ciò che conviene e ciò che non è opportuno fare, tra chi ha seguito le leggi di Roma e chi le ha contravvenute, tra persone oneste e farabutti.
Alcuni pensano che si tratti di un lavoro di concetto, ma io amo definirmi un artigiano del diritto.

Come il calzolaio, ascoltando il rumore del cuoio grezzo, sa dire se se ne ricaverà una buona suola per i sandali, o il falegname, sfiorando con le dita ciascun tronco nel suo deposito, sa misurare precisamente la fatica che gli costerà lavorarlo, così anche a me basta incrociare lo sguardo di un prigioniero per capire che persona è e commisurargli una pena.

Il Nazareno, ad esempio.
Consegnato perchè si è fatto Re dei Giudei e dunque, secondo la legge di Roma, destinato alla pena di morte.
Se davvero si fosse proclamato il Messia, i sacerdoti lo avrebbero nascosto ed accudito, così come fanno con coloro che guidano la resistenza all'Impero.

In realtà lo hanno consegnato perchè ha carisma, perchè ha cacciato i mercanti dal tempio e perchè predica senza allinearsi alla loro dottrina.
Ma soprattutto lo hanno consegnato per riuscire a liberare Barabba, il più antiromano dei briganti, destinato ad una punizione esemplare per i tumulti dei giorni scorsi.
Non che poi gli interessi realmente, visto che di ribelli pronti a farsi avanti ne troverebbero altri... ma vogliono dimostrare alla gente di Gerusalemme di riuscire a costringere me, il prefetto della Giudea, a rilasciare un delinquente nemico di Roma.


Siamo sulla stessa barca io e te, Nazareno.
Entrambi ad un vicolo cieco.

Se solo mi dessi un appiglio, una risposta utile alle mie domande... Tu avresti salva la vita ed io chiarirei una volta per tutte i rapporti di forza.

Per questo hanno scelto Te come pedina di scambio, perchè sapevano che non saresti sceso a compromessi, che non avresti accettato mezze misure.
Cocciuti, perfidi ebrei.


Dammi una possibilità... una frase ambigua, una parola a cui aggrapparmi.
Non ti chiedo neppure una bugia, basterà una Verità parziale...

In fin dei conti, Nazareno, cos'è la Verità?

Come si distingue?
Sotto che forme si manifesta?
Cosa ha a che fare con la Realtà?
Che rapporto ha con la Giustizia che io amministro?

Tu pensaci finchè vuoi...
Che cos'è la Verità, Nazareno? Quanto vale?