27 luglio 2010

[PIF] Terra Mia



Così è la terra mia quando finisce il giorno.

Come un lungo soffio che scende dalla collina al Mare.
Come lenzuola dimenticate su un terrazzo ad asciugare.
Come un raggio porpora che nasce dall'orizzonte, si infila tra Ischia e Procida, corre giù per il Golfo e si depone sull'arenile.
Come tepore fin dentro le ossa, ma senza sudare.


Come la zappa appoggiata contro l'albero a terreno rivoltato.
Come il pescatore seduto ad occhi chiusi sullo scoglio.
Come l'onda quando frange e come i ciottoli e le conchiglie che la accompagnano.
Come il sollievo di chi - un giorno ancora - rinuncia alle preoccupazioni.

23 luglio 2010

[QEV] Perdonerò

"Sulle scale", Perugia
di Claudia Petretti
Perugia è sulla cima di un colle.
Si parcheggia la macchina giù e si inizia a salire, senza neppure vedere dove si deve arrivare.

Per tentativo percorro una prima rampa di scale.
Alla sua sommità, quando sto per riscendere, scovo una scala mobile.
Ed in cima a questa, subito prima di desistere, intravedo un ascensore.
A fine corsa dell'ascensore penso che non vale la pena tornare indietro; solo che non so dove andare...
Sbaglio strada ma continuo a camminare: alla fine compare un'indicazione.

In centro c'è la festa, la musica e fiumi di turisti, che avranno avuto la mia stessa difficoltà: salivano insieme a me, per altre strade, mentre a me pareva di essere solo.

Penso che è proprio così il cammino verso il Perdono.

15 luglio 2010

[PIF] Taranta Power

Si gonfia e sbuffa come un mantice la lunga gonna bianca e i suoi ricami saltellano per aria, insieme ai nastri colorati legati ai polsi e alle caviglie.
Simona gira su se stessa come una trottola: sono un caleidoscopio le luci della piazza, la gente accalcata alle bancarelle, il sudore e le spallate di chi le balla affianco, il colpo secco delle nacchere e quello profondo della tammorra.

Ogni giro scarica dalla sua testa il traffico, i semafori, la metropolitana, la gente  di corsa, la puzza di smog, le serate di pioggia nella grande città.
Ogni giro allontana le preoccupazioni, il contratto in scadenza, l'affitto da pagare, l'ansia di non riuscire mai a sposare Giacomo.


Giacomo esce dall'ufficio a mille chilometri di distanza.
Esce in giacca e cravatta, pure se è ferragosto.
Si avvia a passo lento per l'enorme piazza, piena solamente di piccioni.
Pensa che Simona adesso sta ballando, come quando lui era sul palco con la chitarra in mano.
Sembra passato un secolo, pare il ricordo di una vita che non è la sua.
Con rabbia allenta il nodo al collo, perchè la cravatta lo sta soffocando.


Batte la tammorra, ed il tallone al suolo.
Batte e schizza il sangue verso il cuore.
E il cuore segue il moto della fisarmonica:
mescola sangue e musica, tenendo il ritmo.


13 luglio 2010

[QEV] Il Samaritano

Inciampo annualmente nella parabola del Samaritano, dove è spiegato il concetto di prossimo, confrontando l'atteggiamento del sacerdote e del levita, che passano oltre l'uomo in fin di vita lungo la loro strada, con quello del pagano di Samaria, che invece gli presta soccorso.


Evito ogni discorso buonista o moralista, perchè ritengo invece che il vero insegnamento della parabola scaturisca dal fatto che il prossimo è un accidente.


Prossimo è superlativo di vicino e nessuno può garantirsi intorno solo persone gradite o congeniali.
In quest'ottica "Ama il Prossimo tuo" non è mica una dichiarazione di buoni propositi: è piuttosto un invito preciso e dettagliato a iniziare a sporcarmi le mani proprio da chi - per scelta o per accidente - trovo di fianco a me.

Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te,
né troppo lontano da te.
Non è nel cielo, perché tu dica:

chi salirà per noi in cielo,
per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire?
Non è di là dal mare, perché tu dica:

chi attraverserà per noi il mare
per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire?
Anzi, questa Parola è molto vicina a te,

è nella tua bocca e nel tuo cuore,
perché tu la metta in pratica.


(De 30,11-14)

La Parola è nella mia bocca e nel mio cuore, mi cammina affianco: non ho scuse per non interessarmi all'altro che trovo lungo la mia strada, non ho alibi per non coglierne la radice dell'essenza.
Mea culpa.