25 marzo 2010

[QEV] Domenica delle Palme - Cristo Morto

I martìri sono pronti, le fiaccole accese,i bracieri avvampano di prima fiamma.
I cori provano gli accordi, i cerimonieri girano senza sosta.
Ma non è ancora tutto pronto, perchè non c'è processione senza statue.

Confesso di scrivere con turbamento, misto alla ritrosia che nutro verso l'approccio feticista molto diffuso dalle mie parti che venera la statua in quanto tale.
Statua è pietra, è legno, è vitello d'oro a cui il popolo si inchina.
Eppure vado scoprendo che una statua ben fatta - come un quadro d'autore - ha la capacità sublime di introdurre al Mistero.

Due statue, da secoli, attraversano le strade della Penisola Sorrentina il Giovedì ed il Venerdì Santo.

Dell'Addolorata non so dire.
So solo raccogliermi in silenzio per intuire in infinitesima parte quello che attraversa un cuore di Madre che vede il proprio figlio morire nudo insultato crocifisso nel punto più in vista della capitale del suo paese.

Questo dolore, ben più fitto dello spadino che simbolicamente trafigge la statua, mi impedisce di chiedermi se c'è spazio in quel cuore per realizzare che insieme al figlio muore anche il Dio; va in frantumi la promessa di salvezza che Le annunciò l'angelo e con essa vacilla pure la fiducia di Giuseppe sulla sua integrità di sposa.

Cristo Morto

Secondo me il Miserere non dovrebbe andare qui, in mezzo al corteo.
Frapposti tra le bande del coro dei bambini in testa e quella del coro delle donne in coda, facciamo i salti mortali per mantenere una parvenza di intonazione.
Eppure pare che il Priore ci tenga proprio: il Miserere davanti al Cristo Morto.

Quando posso, nei vicoletti in cui non si canta, mi volto e accarezzo la statua con lo sguardo.
Non può vederla chi la porta in spalla.
Non se ne curano le autorità comunali che la seguono, impegnate in ufficio di pubbliche relazioni.

Così nessuno si accorge che la nostra statua ha un difetto di fabbrica.

Tutto giace in quel Cristo: i capelli, il capo, le membra.

Resta solo una mano sollevata.

Ora logica impone che sia rigor mortis dovuto alla scomoda postura assunta in Croce.
Ma io non ho lauree in medicina da ossequiare e resto convinto che quella mano sia una richiesta di aiuto.

"Questo è il passaggio più buio, quello più difficile.
Ho sudato sangue di paura.
Sono stato abbandonato, percosso, condannato e crocifisso.
Ecco, alla fine sono morto"

364 giorni all'anno mi porta Lui sulle spalle.
Stanotte tocca a me prenderlo per mano.

21 marzo 2010

[QEV] V di Quaresima - Cireneo

Com'è giusto che sia, ancor più che di vesti le processioni abbondano di croci.
Croci con bende o "della deposizione"; croci con drappi e stemmi delle congreghe - o "labari" - ed una croce, in particolare, portata a spalla da un incappucciato, che diventa

Cireneo


Quando finisce la salita?
Quanto dura ancora questo supplizio?

Neppure mi spetta questa Croce, non sono stato io a sceglierLa: mi è stata rifilata pescandomi tra la moltitudine, senza offrirmi possibilità di rifiuto.
Mi è stata imposta fatica senza barlume di guadagno.

Non è mia questa Croce.
Non ha la misura delle mie braccia, nè richiede il mio sangue come detergente.

Snervato, in una svolta della strada poco illuminata, lontano da ogni sguardo, l'ho posata furtivamente contro un portone.
Ho svoltato l'angolo ed ho percorso qualche metro.
Poi, con cautela, mi sono voltato indietro: magari qualcun altro se n'era fatto carico...

Incredibile a dirsi, la Croce mi stava seguendo.

E se mi nascondevo, Lei mi stanava.
E se acceleravo o rallentavo, teneva il passo.

Alla fine, esasperato, L'ho ripresa in spalla.
Non è mio il Sangue che Le farà da lavacro.
Ma ora so che richiede il mio sudore come linfa.

"Mentre Lo portavano via,
presero un certo Simone, di Cirene,
che veniva dalla campagna,
e gli misero addosso la Croce
perché la portasse dietro a Gesù."
(Lc 23,26)

13 marzo 2010

[QEV] IV di Quaresima - Fiaccole

Ai bambini più piccoli, fino ai quattro anni, leggeri cestini di fiori messi a tracolla.
A quelli un po' più grandi, fino agli otto-nove anni, crocette in truciolato da portare a spalla.
A ragazzi e uomini:

Fiaccole

Tiro il fiato nella breve sosta lungo la salita più ripida.
Allento il cordone che preme sul bacino ed intanto scaldo le mani al calore della fiamma.

"Fianchi cinti e lucerna accesa".

Proprio come hai chiesto Tu.



Poi finisce la salita ed il passo si fa più svelto.
Più facile ragionare, e solo allora mi viene in mente.
Ero così convinto da non essermene neanche accorto.

 Giuda dunque, presa la coorte
e le guardie mandate dai capi dei sacerdoti e dai farisei,
andò là con lanterne, torce e armi.
(Gv 18,3)

7 marzo 2010

[QEV] III di Quaresima - Guanto

Confesso qui la mia predilezione per un martìrio preciso.
Si tratta quasi di un rebus in realtà: un calco di mano portato in processione.
"Il Guanto" comunemente è chiamato.
Quando da piccolo mi fu assegnato, mi deliziarono le spiegazioni che genitori in preda al panico opponevano alle richieste di spiegazioni dei figli curiosi.
"E' il guanto di sfida lanciato a Gesù" la più bella di tutte, senza dubbio.

Volendomela spiegare presi a scarattare nei Vangeli.
E' Giovanni a riferire di uno schiaffo.


Ma appena ebbe detto questo, una delle guardie che gli stava vicino dette uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?»
Gesù gli rispose: «Se ho parlato male, dimostra il male che ho detto; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?»
(Gv 18,22-23)


"Guanto"
"Perchè mi percuoti?"

Da cosa scaturisce la tua aggressività?
A quale sorgente torbida attinge?
A quale paura, a quale insicurezza?

Perchè compi il Male?
Da dove esso ha origine?

A volte cedo alla tentazione di chiedere a Dio ragione del Male che incontro.

Ma se essa rimane incomprensibile a me, figuriamoci a Lui...