26 novembre 2008

[VM] La Noia

Appena avrò un minuto di tempo, appena riuscirò a cristallizzare ed esprimere compiutamente questo pensiero, questa sensazione che mi attraversa testa e corpo qui, adesso, nel bel mezzo di tre serie da 12 minuti a stile libero, prometto che lo riporterò sul blog.

Quando la mia cuginetta - ormai adolescente, dovrò mettermelo in testa... - mi ha chiesto di iniziarla al nuoto di fondo, ogni altro tipo di allenamento mi è passato per la testa: serie, piramidali, ripetute con variazione di velocità...
Poi ha prevalso la convinzione che il fondo non è questione di forza ma di concentrazione, non di muscoli ma di volontà.

Così ho scelto un allenamento in cui non c'è un numero di metri prefissato da nuotare o un tempo limite a scandire incessantemente le partenze.
12 minuti consecutivi non sono certo un'eternità, ma sono un tempo sufficiente a spegnere la baldanza che segue ogni partenza, ad assestare il battito cardiaco, a costruirci sopra - come in un'orchestra - un ritmo di bracciata e di respirazione, a scoprire la canzone che il tuo corpo sta suonando - "How I wish, how I wish you were here: we're just two lost souls swimming in a fish bowl, year after year"...



...e poi subentra la Noia.
Non il Dolore, non la Fatica che pure sto aspettando.

Noia.
Di ripetere sempre lo stesso gesto, sempre la stessa strofa di una canzone, di fissare stupidamente una linea nera sul fondo della vasca.
Una certa nostalgia immotivata della posizione verticale, del ciclo normale di repirazione.
L'istinto di capire che senso ha quello che sto facendo, laddove il senso è invece nel non cercare di capirlo.

Se è vero quel che mi raccontano di alcune discipline orientali, il cui obiettivo è di estraniare la mente dal corpo, beh, allora il nuoto è esattamente il loro opposto: lo sforzo - per nulla banale - di mantenere la mente concentrata su ciò che il corpo sta eseguendo.

Mi chiedo, osservando dallo spigolo degli occhialini mia cugina affrontare questo allenamento molto spaesata, che differenza c'è tra questa Noia e quella che vedo dipinta sul volto dei suoi coetanei, impegnati a bruciare pomeriggi su Facebook e serate al bar della piazza.

Mi chiedo se ed in che cosa questa forma di Noia che io vado a cercarmi sia preferibile alla loro e sinceramente, non so darmi risposta.
Riesco appena ad afferrare per la coda la mia concentrazione, che intanto sta svanendo, e mantenerla fino alla fine dell'allenamento.

"What we have found? The same old fears. Wish you were here"

8 novembre 2008

[QEV] Cresima

Con una finta ingenuità degna del gatto con gli stivali di Shrek, ho posto ad alcuni miei colleghi cresimandi questa "innocente" domanda: "Perchè ci si cresima?"

Vince il sondaggio con percentuale bulgara "Pecchè ti jà spusà" (sic).
Un voto per "Mi ricordo che uno mi disse che si diventa soldati di Gesù".
Un astenuto, al grido di "Io sono l'AntiCristo!".

Non essendo affatto confortato dal mio exit poll casareccio, ho partecipato all'ultimo incontro del corso di cresima in cui Don Francesco, partendo dal brano della Pentecoste raccontato negli Atti degli Apostoli, si è spinto a parlare di Teofania e di cambiamento Ontologico.

Nonostante i suoi infiniti sforzi di semplificazione, la stanchezza della giornata ed un po' di sonno non recuperato hanno fatto sì che mi deconcentrassi presto...
Cerco di recuperare qui, partendo proprio dallo stesso testo.

"Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo.
Improvvisamente si fece dal cielo un rombo come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov'essi erano seduti.
Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro.
Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi"

(Atti 2,1-4)

Luca, redattore degli Atti degli Apostoli, non riuscendo ad esprimere pienamente a parole l'accaduto, utilizza due similitudini.

Rombo come di vento impetuoso, che altri traducono in "tuono": di quelli che fanno vibrare violentemente i vetri del mio balcone, che pare quasi che scoppino quando vengono attraversati dall'onda d'urto.
Il rombo degli Atti non da tregua ai discepoli, ma aumenta, agita, scuote incessantemente, sino a "riempire tutta la casa".

E quando il rombo è ormai assordante, ecco le lingue come di fuoco che avvampano i discepoli, i quali, da questo scenario apocalittico, inaspettatamente traggono la forza per sciogliere ogni riserbo e presentarsi alle masse.

Ritornando alla questione iniziale, perchè intendo cresimarmi?

Perchè anche io sono scosso continuamente - non per mio merito ma per abbondanza della Grazia - dal Rombo dello Spirito che interroga, stimola, incoraggia, spinge al Bene.
Perchè riconosco quel Vento Impetuoso come fondamento della Storia dell'Umanità ed intendo innestarmi in esso, lasciarmi incendiare del Suo Fuoco e rendergli testimonianza.

... In ogni caso, giuro che al primo che commenta "Tutta sta storia per dire che non ti sposi" gli metto le mani addosso...
:-D:-D:-D