29 febbraio 2008

[QEV] IV di Quaresima - Pietro

La quarta di Quaresima, dalle mie parti, è dedicata al suffragio delle anime del Purgatorio.

Non so quanto estesa sia questa usanza, e per la verità non so neanche bene cosa sia il Purgatorio e cosa ci stiano a fare delle anime avvolte da una fiammella, così come sono raffigurate nella iconografia tradizionale delle nostre edicole votive.

Eppure seguo questa tradizione, con in testa forte il ricordo di mia nonna che, qualunque cosa le capitasse di positivo o la mettesse semplicemente di buon umore - ...a lei bastava davvero poco... - non mancava mai di esclamare:
"Frisc o' Priatorio!"

C'è l'essenza più alta della napoletaneità in questo rapporto di mutualità con quelle anime erranti, nell'invocare il fresco che attenui loro l'arsura delle fiamme, cosicchè loro possano ricambiare con la preghiera - non a caso Priatorio è più propriamente il "luogo in cui si prega" - e magari, chissà, qualche numero in sogno....


Pietro















Caravaggio, "Rinnegamento di Pietro"


L'indice di una portinaia puntato contro.
Tanto poco è bastato.

Eppure ero al suo fianco nell'orto del Getsemani, nell'ora della Sua Agonia.
E quando la folla armata è venuta per prenderlo, io non mi sono tirato indietro ed ho messo mano alla spada, riponendola solo su Sua precisa richiesta.
E quando tutti gli altri sono corsi a nascondersi, scandalizzati ed impauriti, io invece L'ho seguito fin qui, in casa del sommo sacerdote, disposto a correre questo folle rischio.

Ma da Lui non ho avuto nessuna approvazione, nemmeno una fugace occhiata di assenso.
Solo un rimprovero per essermi addormentato mentre Lui pregava, ed un altro per aver cercato di difenderLo con la spada.


Poi , all'improvviso, il dito della portinaia si alza contro di me, un gruppo di persone mi circonda, occhi sospettosi nel bagliore del fuoco, confusione nel cortile, parole che mi scivolano di bocca:
"Non conosco quell'Uomo".

Allora sì, mi ha guardato.

In quello sguardo non c'era più né angoscia né velleità di rimprovero.
Solo una debordante, sconfinata sensazione di Amore.

Come se la mia debolezza, la mia ignobiltà, gli avesse ricordato che cosa stava facendo e per chi, e questo, anzicchè farLo desistere, in qualche modo Lo avesse rasserenato e reso più risoluto.
In quell'istante ho avuto chiaro di esser indegno di un Amore così perfetto.

Pietà di me, Dio mio, secondo la tua grande misericordia;
per la sconfinatezza del tuo Amore, cancella la mia mancanza.

23 febbraio 2008

[QEV] III di Quaresima - Barabba

Non so di preciso se queste cose le scrivo per me o perchè siano lette dagli altri.
Non so neppure se siano morbose o interessanti.
So solo che sto macinando pagine e pagine di fonti per riuscire a scrivere qualcosa di verosimile e stimolante.

I commenti sono aperti a tutti, per ogni tipo di riflessione, insulto o chiarimento... compresa la battuta sugli "Zebedei figli di Zebedeo" ;-)


Barabba













The Bible and its Story Taught by One Thousand Picture Lessons, "Dacci Barabba"


Sono venuti prima dell'alba.
Svegliato di soprassalto dallo schianto della porta buttata a terra, nemmeno il tempo di realizzare e dal buio sono spuntati calci, schiaffi, bastonate, frustate, pugni.
Poco prima di svenire ho sentito la voce profonda del centurione che gli ordinava in latino di fermersi, di legarmi, probabilmente di portarmi a Pilato.
L'ultima cosa che ricordo erano le loro smorfie di rabbia, gli occhi che scoppiavano di collera nel chiarore delle torce.
Cani ad un guinzaglio appena più corto della distanza che li separa dall'osso.

Mi sono svegliato in prigione e gli altri mi hanno spiegato del tumulto che era scoppiato, del soldato romano ucciso, della collera di Pilato che non voleva rivolte a Gerusalemme nei giorni della Pasqua, e dell'ordine di prendere me, Bar Abbas il brigante, e farne un esempio per tutti.

In cella dicevano che magari mi andava bene.
Forse mi avrebbero fustigato davanti al popolo, e poi mi avrebbero rilasciato.
Intanto, però, i soldati nel cortile preparavano la traversina per la croce, fissando la mia grata.

Poi è successo un fatto straordinario.
I sacerdoti hanno portato a Pilato un Profeta, una specie di Guaritore credo, sostenendo che si era proclamato Re e che, secondo la legge romana, doveva morire per questo.
Ho realizzato immediatamente: io e Lui eravamo merce di scambio, pedine di una complessa partita politica.
Da una parte io, Bar Abbas il brigante, il sovversivo, il nemico giurato dei romani ed i sommi sacerdoti in mio soccorso; dall'altra un cocciuto Nazareno ed un governatore romano senza spina dorsale che cercava disperatamente di salvarLo.

Ho intravisto una piccola speranza, che è cresciuta dentro di me, fino ad esplodere all'urlo della folla... "Chi volete che vi liberi?", e loro: "Bar Abbas".

Da domani dovrò tornare a nascondermi, ma oggi sono libero ed intoccabile a Gerusalemme.
E potrò perfino seguire lo spettacolo della fine di questo Nazareno, a cui toccherà - senza nessuna colpa - la collera, il dolore e la croce che erano preparati per me.

13 febbraio 2008

[QEV] II di Quaresima - Giovanni, figlio di Zebedeo

Sono stato molto tentato di scrivere in settimana sulle manovre di Microsoft, Yahoo e Google e sui loro possibili risvolti sul futuro della rete.
Avevo anche incominciato a metter giù un post sulle indicazioni emerse dal Mobile World Congress tenutosi a Barcellona.

Ma, aprendo il blog e trovandomi di fronte il post precedente, sentivo soffiare il vento nel mio deserto quaresimale.
E non esiste ragione per inquinare quel suono con rumori e starnazzi di altra natura.

Pertanto cercherò di mantenere questa specie di "habitat spirituale" fino alla domenica delle Palme.


Giovanni, figlio di Zebedeo























Carl Bloch, "Getsemani"

Finisce così, con il tradimento da parte di uno di noi.
Finisce perchè sarà consegnato ai sacerdoti che lo condurrano in un modo o nell'altro alla morte.
Nessun nuovo regno, nessun ministero da assegnare, nessuna gerarchia da stabilire nel nostro gruppo: solo giorni interminabili in cui nascondersi.

Dov'è il Maestro potente e trionfante che si era mostrato nella sua Gloria sul monte Tabor?
Dov'è ora il guaritore prodigioso, l'arringatore di folle, lo scacciatore di demoni?
Che pallida controfigura ne è l'Uomo che stasera dinanzi a noi pregava in maniera convulsa, affannandosi, prostrandosi, mischiando il sudore ed il sangue al terreno del Getsemani...


"Vegliate e pregate" ci ha implorato, per tre volte.
Lo ha chiesto proprio a noi: a me, a mio fratello ed a Pietro, quelli che, più degli altri, sempre, gli siamo stati vicini.
Non ne siamo stati capaci.
Soggiunse il sonno sul Tabor, nell'ora della Gloria, ed ha avuto il sopravvento anche stasera, nell'ora delle Tenebre.


C'è una frase che mi risuona in testa.
Quando sono arrivati per prenderlo, Lui ha chiesto loro: "Chi cercate?".
Pur sapendo che cercavano Lui, che erano lì per catturarLo, che per quel motivo brandivano spade e bastoni.

"Chi cercate?"
La stessa domanda che pose a me ed a Pietro quando, rapiti dalla sua personalità magnetica, iniziammo a seguirlo.
Quasi a voler dare a quei balordi la possibilità di un ripensamento estremo, un'ultima occasione di
deporre le proprie armi, le proprie lanterne, le proprie reti, le proprie vite, per seguirLo.

Loro, invece, hanno scelto di catturarLo, brutalmente.
Mentre a me, a noi tutti, non restano più né reti né vite da riprendere.

9 febbraio 2008

[QEV] I di Quaresima - Giuda

Da mercoledì scorso siamo entrati in Quaresima, che è un tempo particolare per i cristiani: è il tempo da trascorrere nel deserto per ascoltare se stessi, tirando fuori tutti i demoni, le ansie e le preoccupazioni che ci appesantiscono e che spesso preferiamo nascondere.

Un potente strumento che può aiutare in queste introspezioni sono le Scritture.
Così ho deciso di rileggere i quattro racconti evangelici della Passione, di ricomporre davanti ai miei occhi questo enorme, straordinario affresco e, non potendo descriverlo per intero perchè non basterebbero tutte le parole del mondo, vorrei provare almeno a fissare l'attenzione su qualche dettaglio.
Mi sono riproposto di scrivere cinque profili, monologhi, riflessioni... chiamateli come più vi piace... uno per ogni domenica che ci separa dalla Domenica delle Palme, quando la liturgia presenterà nuovamente l'affresco alla nostra attenzione, viatico insuperabile per entrare pienamente nella Settimana Santa.



Giuda













Nikolaj Nikolajewitsch Ge, "La presa di coscienza di Giuda"


Alla fine se ne vanno, con torce, spade e bastoni, così come sono venuti.
Cantando come chi torna vittorioso dalla caccia.
Perchè come in una caccia L'hanno preso, con grande foga e spropositata irruenza, benchè Lui non facesse nulla per sottrarSi.
Benchè Egli Si stesse consegnando, più di settanta mani si aggrappavano avidamente alla Sua tunica, come a voler misurare dalla stoffa impugnata la paga futura.

Chissà quanto gli avranno promesso i sacerdoti.
Certamente meno di questi trenta sicli d'argento, somma comunque modesta, il lavoro di un mese nei campi o il prezzo del riscatto di uno schiavo.
D'altronde il mio compito era elementare, pulito, quasi irreprensibile: non ho dovuto nè catturarLo nè consegnarLo loro legato.
Bastava solo che glielo indicassi.

Già, perchè questi che ora Lo trattano come una preda, fino a qualche istante fa non erano neppure in grado di distinguerLo: non sapevano che faccia avesse, che tono di voce, nè per quale motivo dovessero catturarlo.

Eppure questo ragionamento, che dovrebbe sollevarmi, in cuor mio ridistribuisce le colpe.
Perchè io, invece, ne conoscevo faccia e tono di voce.
Perchè sapevo che anche stasera li avrei trovati al Getsemani, perchè era nostra abitudine.
Perchè durante la Cena Lui mi ha fatto intendere che aveva capito, che sapeva, eppure, quando mi sono avvicinato per baciarlo, mi ha chiamato "Amico".

Mi rendo conto solo adesso, nel vederlo trascinato via con veemenza, che non esiste più la folla acclamante che l'aveva accolto appena qualche giorno fa.
Mi rendo conto solo adesso che va incontro a morte certa.

E' vero, un modo per ucciderLo i sacerdoti prima o poi l'avrebbero trovato comunque.
Ma avrebbe potuto non essere per mano, anzi per bocca, mia.

Trenta sicli d'argento, il prezzo del riscatto di uno schiavo che non equivale al prezzo della consegna di un amico.

8 febbraio 2008

[WV] Varie ed eventuali

Solo per dire che sono vivo, che ho un po' di cosette da fare e che sto preparando un post per il week end.

Intanto segnalo con piacere questo articolo di Calamari su Punto Informatico (...urgente al punto da fargli interrompere le lezioni su Freenet che stava tenendo con regolarità...).
Visto lo scarso coinvolgimento sulle questioni sollevate in Schizofrenia Digitale e Schizofrenia Digitale pt II iniziavo a temere che fossero solo dei miei gran pipponi mentali....

Inoltre vi invito a dare un occhiata a Webarchia, esperimento di democrazia virtuale il cui link è già comparso anche nella barra laterale "QEV - A spasso nel web" (che non è altro che la pubblicazione dell'RSS del mio account Delicious, ma mi sa che sto iniziando a non "parlare potabile", quindi la pianto qui ;-) )

Stay tuned...