9 febbraio 2008

[QEV] I di Quaresima - Giuda

Da mercoledì scorso siamo entrati in Quaresima, che è un tempo particolare per i cristiani: è il tempo da trascorrere nel deserto per ascoltare se stessi, tirando fuori tutti i demoni, le ansie e le preoccupazioni che ci appesantiscono e che spesso preferiamo nascondere.

Un potente strumento che può aiutare in queste introspezioni sono le Scritture.
Così ho deciso di rileggere i quattro racconti evangelici della Passione, di ricomporre davanti ai miei occhi questo enorme, straordinario affresco e, non potendo descriverlo per intero perchè non basterebbero tutte le parole del mondo, vorrei provare almeno a fissare l'attenzione su qualche dettaglio.
Mi sono riproposto di scrivere cinque profili, monologhi, riflessioni... chiamateli come più vi piace... uno per ogni domenica che ci separa dalla Domenica delle Palme, quando la liturgia presenterà nuovamente l'affresco alla nostra attenzione, viatico insuperabile per entrare pienamente nella Settimana Santa.



Giuda













Nikolaj Nikolajewitsch Ge, "La presa di coscienza di Giuda"


Alla fine se ne vanno, con torce, spade e bastoni, così come sono venuti.
Cantando come chi torna vittorioso dalla caccia.
Perchè come in una caccia L'hanno preso, con grande foga e spropositata irruenza, benchè Lui non facesse nulla per sottrarSi.
Benchè Egli Si stesse consegnando, più di settanta mani si aggrappavano avidamente alla Sua tunica, come a voler misurare dalla stoffa impugnata la paga futura.

Chissà quanto gli avranno promesso i sacerdoti.
Certamente meno di questi trenta sicli d'argento, somma comunque modesta, il lavoro di un mese nei campi o il prezzo del riscatto di uno schiavo.
D'altronde il mio compito era elementare, pulito, quasi irreprensibile: non ho dovuto nè catturarLo nè consegnarLo loro legato.
Bastava solo che glielo indicassi.

Già, perchè questi che ora Lo trattano come una preda, fino a qualche istante fa non erano neppure in grado di distinguerLo: non sapevano che faccia avesse, che tono di voce, nè per quale motivo dovessero catturarlo.

Eppure questo ragionamento, che dovrebbe sollevarmi, in cuor mio ridistribuisce le colpe.
Perchè io, invece, ne conoscevo faccia e tono di voce.
Perchè sapevo che anche stasera li avrei trovati al Getsemani, perchè era nostra abitudine.
Perchè durante la Cena Lui mi ha fatto intendere che aveva capito, che sapeva, eppure, quando mi sono avvicinato per baciarlo, mi ha chiamato "Amico".

Mi rendo conto solo adesso, nel vederlo trascinato via con veemenza, che non esiste più la folla acclamante che l'aveva accolto appena qualche giorno fa.
Mi rendo conto solo adesso che va incontro a morte certa.

E' vero, un modo per ucciderLo i sacerdoti prima o poi l'avrebbero trovato comunque.
Ma avrebbe potuto non essere per mano, anzi per bocca, mia.

Trenta sicli d'argento, il prezzo del riscatto di uno schiavo che non equivale al prezzo della consegna di un amico.

3 commenti:

  1. ho smesso di andare a messa perchè quelle storie e quei personaggi sembrano troppo lontani da me.
    ma questo giuda potrebbe essere il tipo che stamattina faceva la fila al supermercato davanti a me.

    è bello riscoprire umanità nei personaggi delle Scritture.

    fra.

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  2. ...ad aver voglia di leggerle, a sforzarsi appena di capirle senza farsele raccontare - men che meno da me, beninteso - le Scritture riservano soprese straordinarie...

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  3. La tua "iniziativa" è a dir poco ammirevole.
    Credo che anche colui che non crede possa leggere le Sacre Scritture: è sempre possibile individuare situazioni della vita quotidiana che però lì sono narrate con simbologie e parabole.
    Spetta a noi capirne il senso e di farle nostre!

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