26 aprile 2009

[POST-IT] 10 motivi per cui non vado (più) a ballare

Foto tratta da SorrentoDoc - Sabato 25/04, Chalet "Castore Music Bar"

  1. Perchè non balla più nessuno: si va a pellegrinare da un punto all'altro del locale senza fissa meta, solo per guardare e farsi guardare, come in un un reality di infima fattura;
  2. Perchè fino ai miei 18 anni -meno di un secolo fa- con 15.000 lire si entrava in coppia: oggi con 15 euro non entra neanche uno solo;
  3. Perchè di domenica pomeriggio andavo a ballare con il pile ed il giubbotto Nike: oggi se ti presenti così, i buttafuori all'ingresso ti cacciano a pedate;
  4. Perchè nonostante si paghi profumatamente, chi ti fa entrare -dopo una fila estenuante- ha anche l'aria di farti un piacere!!!
  5. Perchè prima la musica da discoteca mi piaceva, anzi ne sono stato un vero cultore: ora, tolto il cantato ed ogni traccia di melodia, è rimasto solo il pentolame a portare il tempo;
  6. Perchè venisse mai un Musicista, al posto di Guido Lembo e Umberto Smaila.........;
  7. Perchè o si sta uno addosso all'altro oppure "Che palle... è un mortorio!!!";
  8. Perchè "Ci andiamo solo a fare un giro alla serata" per me è una frase priva di senso: se scelgo di andarci, pago - perchè non ho sotterfugi per imbucarmi - e resto finchè non me ne cacciano!!!!!!
  9. Perchè pare che non ci si possa divertire senza spendere un capitale in superalcolici e combinarsi come stracci;
  10. Perchè mi mette tristezza vedere giovani che conosco ridotti in questo stato vegetativo.

*Dedicato ai miei amici che,
anche questo weekend,
hanno provato a portarmi con loro "per serate",
e di cui -sinceramente- apprezzo lo sforzo.

20 aprile 2009

[WV] il canottiere solitario

Fontana del Canottiere,
Villa Comunale - Castellammare di Stabia


Uno solo ne hanno messo.
Sorvolando sull'arte dello scivolamento sull'acqua e sulla continua ricerca di accordo in fiato e vogate tra membri dell'equipaggio.
Riducendo il tutto a mero esercizio di forza fisica.

Il canottiere solitario si rannicchia sul remo in posizione fetale e spinge con la foga di una partoriente.

Purtroppo, per sciagurata occorrenza, intorno a lui non c'è acqua (evento singolare, nella città delle 100 sorgenti), al suo remo manca la pala e, a guadar bene, perfino lo scalmo.

Metafora perfetta delle facce e delle espressioni che incrocio in questo nuvoloso sabato pomeriggio speso in villa comunale.

Condivido col muto canottiere, con giovani padri di famiglia ed anziani operai lo sforzo sovrumano raggrumato sulle spalle e la disillusione in viso di chi sa o scopre per accidente che - a queste latitudini - lo scalmo, la pala e perfino l'acqua sono da conquistarsi quotidianamente, a scapito dell'altro.

13 aprile 2009

[QEV] Pasqua di Resurrezione


... a domanda aperta, risposta immediata: eccoLa qui, incerta et occulta sapientiae Tuae, come sottolinea il Miserere ad accompagnamento.

(... alle volte preferirei chiamarLo Caso anzicchè Provvidenza,
ne avrei meno timore...)


"Perchè?" è passaggio inevitabile, dirupo scosceso contro il quale invano tenta la scalata la mente umana.

"Perchè?"
l'abbiamo ascoltato affiorare perfino sulla bocca del Figlio, esposto al mistero del Male:

"Perchè mi percuoti?"
(Gv 18,23)
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C'è dell'altro in questo quadro, che non conoscevo l'anno scorso.

Prima dei discepoli al sepolcro giunge Maria di Magdala, di buon mattino.
Vi arriva con passo appesantito dalle lozioni, dalle bende e dal Dolore che porta con se.
All'enigma del sepolcro vuoto oppone la logica della trafugazione del Corpo.

Pietro e Giovanni, invece, arrivano di corsa, e per questo, pur secondi al sepolcro, sono i primi testimoni di Resurrezione.

Occorre tutta la rincorsa della Fede per aver slancio sufficiente da saltare il baratro della Disperazione ed approdare alla Fiducia nella Sapientiae Tuae, pur manifestata per via incerta et occulta.


A noi, sospesi in volo sull'abisso, Auguri di Buona Pesach/Pasqua/Passaggio.

5 aprile 2009

[QEV] Domenica delle Palme - Miserere

A conclusione di questa teoria quaresimale di personaggi venuti a consegnare frammenti di Miserere, rispolvero reminiscenze liceali e propongo una mia traduzione del Salmo dal latino.
Tradurrò liberamente e, dove non riuscirò a contenermi, mi lascerò scappare qualche considerazione.

Come sempre, ed ancor più in virtù della natura amatoriale della traduzione, ogni discussione e/o correzione è benvenuta.


Salmo 50 - Miserere
Al maestro del coro;
Salmo di Davide, quando il profeta Natan venne da lui, dopo che Davide era stato con Betsabea.


Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam Tuam.
Et secundum multitudinem miserationum Tuarum dele iniquiatatem meam.
Pietà di me, o Dio, perchè Tu sei misericordioso e compassionevole:
per questo cancella la mia mancanza.


Amplius lava me ab iniquitate mea et a peccato meo munda me.
Quoniam iniquitatem meam ego cognosco et peccatum meum contra me est semper.
Lavami a fondo dalla mia mancanza e puliscimi dal mio peccato, perchè riconosco i miei errori e li ho sempre presenti

A Davide non basta che la mancanza/iniquitatem sia cancellata.
Chiede di essere lavato a fondo/amplius, perchè non ne resti più traccia.

Così dovremmo imparare a perdonare:
buttando a mare il passato e rimettendo il conto in pari/equitas,
piuttosto che provando ad andare avanti mantenendo sempre la guardia alta.

Tibi soli peccavi, et malum coram Te feci; ut justificeris in sermonibus Tuis et vincas cum judicaris.
Contro Te solo ho peccato, ho commesso il Male verso di Te: perchè la tua Parola sia efficace ed i tuoi giudizi trionfino

"Contro Te solo"?
Ed Uria mandato a morte, allora???

Penso che qui Davide si riferisca al suo compito di Re d'Israele,
ed all'autorevolezza che egli ha perso agli occhi del suo popolo per effetto della sua colpa.
Le sue sentenze risultano screditate,
e perfino l'operato di Dio, che l'aveva scelto come Re, è in discussione.

C'è una domanda spalancata a tutti in questo passaggio:
che idea si fanno gli altri di Dio attraverso il nostro operato?

Ecce enim in inquitatibus conceptus sum et in peccatis concepit me mater mea.
Ecce enim veritatem dilexisti: incerta et occulta sapientiae Tuae manifestasti mihi.
Asperges me hyssopo, et mundabor; lavabis me et super nivem dealbabor.

Ecco dunque mia madre mi ha concepito nelle mancanze e nei peccati.
Ma Tu hai preferito la verità e mi hai mostrato nell' intimo la Tua sapienza
Mi purificherai con issopo e sarò pulito, mi laverai e sarò più bianco della neve


Confesso di non aver ancora capito "incerta et occulta":
i commenti sono a disposizione di chi volesse aiutarmi.

Auditui meo dabis gaudium et laetitiam et exsultabunt ossa humiliata.
Averte faciem tuam a peccatis meis et omnes iniquitates meas dele.
Ascoltami nel profondo: mi darai gioia e letizia ed esulteranno le ossa sepolte.
Distogli il tuo sguardo dai miei peccati e cancella tutte le mie mancanze


Nel cantare questo verso la bocca dovrebbe impregnarsi del terriccio
contenuto nella parola "humiliata" - che deriva da "humus", appunto.
Per questo nella mia traduzione scelgo "sepolte":
per rendere la condizione di rifioritura dalla terra,
oserei dire di RESURREZIONE
a cui conduce la consapevolezza del perdono.

Cor mundum crea in me, Deus, et spiritum rectum innova in visceribus meis.
Ne projicias me a facie tua et Spiritum sanctum tuum ne auferas a me.
Crea in me o Dio un cuore puro e impianta dentro di me uno spirito retto
Non allontanarmi dal tuo volto e non abbandonarmi con il tuo Santo Spirito.



Redde mihi laetitiam salutaris tui et spiritu principali confirma me.
Docebo iniquos vias tuas: et implii ad te convertentur.
Restituiscimi la Gioia della Tua Salvezza e conferma in me lo spirito regale
Insegnerò a chi commette mancanza le tue vie e i peccatori a te si convertiranno


Verso a me carissimo, chiave di volta del Miserere.

Davide ha sperimentato la dolcezza della Salvezza, la conosce già.
Poi ha sperimentato il piacere perverso della mancanza/iniquitas.
A conti fatti, invoca Dio di tornare alla prima condizione.

Annoto solo che è impresa estremamente più complessa ricostruire anzicchè partire da zero,
perchè si ha misura della fatica da fare e coscienza dello sciupìo perpetrato.

Forse per questo Davide chiosa
promettendo di aiutare nell'impresa della conversione
chi verte nella sua stessa condizione.

Libera me de sanguinibus, Deus, Deus salutis meae: et exsultabit lingua mea justitiam Tuam.
Domine, labia mea aperies et os meum annuntiabit laudem Tuam.
Liberami dai sangui o Dio, Dio mia salvezza: e la mia linuga esalterà la tua giustizia.
Aprirai le mie labbra, o Signore, e la mia bocca annunzierà la tua lode


Più che un verso, uno spettacolo di Marcel Marceau:
le labbra si spalancano,
la lingua - letteralmente - salta fuori dalla bocca,
che, con tutta l'espressione facciale, rende lode a Dio.

Meno esplosiva di così,
la Parola di Dio non andrebbe proclamata.

Quoniam si voluisses sacrificium, dedissem utique: holocaustis non delectaberis.
Sacrificium Deo spiritus contribulatus; cor contritum, et humiliatum, Deus, non despicies.
Poichè se tu volessi il sacrificio, lo farei senz'altro, ma tu non gradirai l'offerta.
Sacrificio a Dio è lo spirito affranto; Dio non disprezza il cuore pentito e sepolto.


Benigne fac, Domine, in bona voluntate Tua Sion ut aedificentur muri Jerusalem.
Tunc acceptabis sacrificium justitiae, oblationes, et holocausta: tunc imponent super altare Tuum vitulos.

Fai il Bene o Signore, nella Tua Grazia a Sion e ricostruisci Gerusalemme:
allora accetterai sacrifici, preghiere ed offerte: allora si immolerà sopra il tuo altare


Di questo verso,
probabilmente successivo alla prima stesura
che suona come promessa di ricompensa per un popolo in esilio,
stavolta mi piace raccogliere aedificentur,
da aedus facere - fare casa.

E' Israele che chiede a Dio
di farsi muratore per il Suo popolo.

Nella mia preghiera aggiungo alla commessa
le popolazioni dell'Abbruzzo colpite da terremoto.



Lo spicchio di luna ancora scuro è ormai striminzito e gli ulivi anche di notte si colorano di argento.
E' tempo di indossare sacco e cappuccio e mettersi in marcia.

Buona Settimana Santa a tutti