5 aprile 2009

[QEV] Domenica delle Palme - Miserere

A conclusione di questa teoria quaresimale di personaggi venuti a consegnare frammenti di Miserere, rispolvero reminiscenze liceali e propongo una mia traduzione del Salmo dal latino.
Tradurrò liberamente e, dove non riuscirò a contenermi, mi lascerò scappare qualche considerazione.

Come sempre, ed ancor più in virtù della natura amatoriale della traduzione, ogni discussione e/o correzione è benvenuta.


Salmo 50 - Miserere
Al maestro del coro;
Salmo di Davide, quando il profeta Natan venne da lui, dopo che Davide era stato con Betsabea.


Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam Tuam.
Et secundum multitudinem miserationum Tuarum dele iniquiatatem meam.
Pietà di me, o Dio, perchè Tu sei misericordioso e compassionevole:
per questo cancella la mia mancanza.


Amplius lava me ab iniquitate mea et a peccato meo munda me.
Quoniam iniquitatem meam ego cognosco et peccatum meum contra me est semper.
Lavami a fondo dalla mia mancanza e puliscimi dal mio peccato, perchè riconosco i miei errori e li ho sempre presenti

A Davide non basta che la mancanza/iniquitatem sia cancellata.
Chiede di essere lavato a fondo/amplius, perchè non ne resti più traccia.

Così dovremmo imparare a perdonare:
buttando a mare il passato e rimettendo il conto in pari/equitas,
piuttosto che provando ad andare avanti mantenendo sempre la guardia alta.

Tibi soli peccavi, et malum coram Te feci; ut justificeris in sermonibus Tuis et vincas cum judicaris.
Contro Te solo ho peccato, ho commesso il Male verso di Te: perchè la tua Parola sia efficace ed i tuoi giudizi trionfino

"Contro Te solo"?
Ed Uria mandato a morte, allora???

Penso che qui Davide si riferisca al suo compito di Re d'Israele,
ed all'autorevolezza che egli ha perso agli occhi del suo popolo per effetto della sua colpa.
Le sue sentenze risultano screditate,
e perfino l'operato di Dio, che l'aveva scelto come Re, è in discussione.

C'è una domanda spalancata a tutti in questo passaggio:
che idea si fanno gli altri di Dio attraverso il nostro operato?

Ecce enim in inquitatibus conceptus sum et in peccatis concepit me mater mea.
Ecce enim veritatem dilexisti: incerta et occulta sapientiae Tuae manifestasti mihi.
Asperges me hyssopo, et mundabor; lavabis me et super nivem dealbabor.

Ecco dunque mia madre mi ha concepito nelle mancanze e nei peccati.
Ma Tu hai preferito la verità e mi hai mostrato nell' intimo la Tua sapienza
Mi purificherai con issopo e sarò pulito, mi laverai e sarò più bianco della neve


Confesso di non aver ancora capito "incerta et occulta":
i commenti sono a disposizione di chi volesse aiutarmi.

Auditui meo dabis gaudium et laetitiam et exsultabunt ossa humiliata.
Averte faciem tuam a peccatis meis et omnes iniquitates meas dele.
Ascoltami nel profondo: mi darai gioia e letizia ed esulteranno le ossa sepolte.
Distogli il tuo sguardo dai miei peccati e cancella tutte le mie mancanze


Nel cantare questo verso la bocca dovrebbe impregnarsi del terriccio
contenuto nella parola "humiliata" - che deriva da "humus", appunto.
Per questo nella mia traduzione scelgo "sepolte":
per rendere la condizione di rifioritura dalla terra,
oserei dire di RESURREZIONE
a cui conduce la consapevolezza del perdono.

Cor mundum crea in me, Deus, et spiritum rectum innova in visceribus meis.
Ne projicias me a facie tua et Spiritum sanctum tuum ne auferas a me.
Crea in me o Dio un cuore puro e impianta dentro di me uno spirito retto
Non allontanarmi dal tuo volto e non abbandonarmi con il tuo Santo Spirito.



Redde mihi laetitiam salutaris tui et spiritu principali confirma me.
Docebo iniquos vias tuas: et implii ad te convertentur.
Restituiscimi la Gioia della Tua Salvezza e conferma in me lo spirito regale
Insegnerò a chi commette mancanza le tue vie e i peccatori a te si convertiranno


Verso a me carissimo, chiave di volta del Miserere.

Davide ha sperimentato la dolcezza della Salvezza, la conosce già.
Poi ha sperimentato il piacere perverso della mancanza/iniquitas.
A conti fatti, invoca Dio di tornare alla prima condizione.

Annoto solo che è impresa estremamente più complessa ricostruire anzicchè partire da zero,
perchè si ha misura della fatica da fare e coscienza dello sciupìo perpetrato.

Forse per questo Davide chiosa
promettendo di aiutare nell'impresa della conversione
chi verte nella sua stessa condizione.

Libera me de sanguinibus, Deus, Deus salutis meae: et exsultabit lingua mea justitiam Tuam.
Domine, labia mea aperies et os meum annuntiabit laudem Tuam.
Liberami dai sangui o Dio, Dio mia salvezza: e la mia linuga esalterà la tua giustizia.
Aprirai le mie labbra, o Signore, e la mia bocca annunzierà la tua lode


Più che un verso, uno spettacolo di Marcel Marceau:
le labbra si spalancano,
la lingua - letteralmente - salta fuori dalla bocca,
che, con tutta l'espressione facciale, rende lode a Dio.

Meno esplosiva di così,
la Parola di Dio non andrebbe proclamata.

Quoniam si voluisses sacrificium, dedissem utique: holocaustis non delectaberis.
Sacrificium Deo spiritus contribulatus; cor contritum, et humiliatum, Deus, non despicies.
Poichè se tu volessi il sacrificio, lo farei senz'altro, ma tu non gradirai l'offerta.
Sacrificio a Dio è lo spirito affranto; Dio non disprezza il cuore pentito e sepolto.


Benigne fac, Domine, in bona voluntate Tua Sion ut aedificentur muri Jerusalem.
Tunc acceptabis sacrificium justitiae, oblationes, et holocausta: tunc imponent super altare Tuum vitulos.

Fai il Bene o Signore, nella Tua Grazia a Sion e ricostruisci Gerusalemme:
allora accetterai sacrifici, preghiere ed offerte: allora si immolerà sopra il tuo altare


Di questo verso,
probabilmente successivo alla prima stesura
che suona come promessa di ricompensa per un popolo in esilio,
stavolta mi piace raccogliere aedificentur,
da aedus facere - fare casa.

E' Israele che chiede a Dio
di farsi muratore per il Suo popolo.

Nella mia preghiera aggiungo alla commessa
le popolazioni dell'Abbruzzo colpite da terremoto.



Lo spicchio di luna ancora scuro è ormai striminzito e gli ulivi anche di notte si colorano di argento.
E' tempo di indossare sacco e cappuccio e mettersi in marcia.

Buona Settimana Santa a tutti

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