21 dicembre 2008

[VM] Presepe Riders - La Lavandaia

In fatto di presepe il mio più grande desiderio di bambino era la fontana con motorino elettroidraulico.
Ricordo perfettamente la bottega di San Gregorio Armeno, lo scaffale con un'infinità di modelli esposti, tutti impercettibilmente diversi, il mio sguardo smanioso e perfino il rumore del ricircolo d'acqua di quella che alla fine scelsi.

Tanto mi sembrava inanimata e silente la scena prima dell'installazione della fontana, quanto dopo mi pareva ricca e gioiosa, per la sola aggiunta di quel particolare.

Nel presepe tradizionale alla fontana, o al pozzo, si incontrano due figure: la donna con l'anfora e la lavandaia.
La prima gode di una simbologia quasi esplicita - si pensi, ad esempio, all'incontro con la Samaritana al pozzo (Gv 4,1-26).
La seconda è figura un po' più criptica ed intrigante, per cui le dedico questa breve riflessione.

Innanzitutto, cosa ci fa una donna in piena notte alla fonte a lavare le vesti?
Non è situazione sconveniente?
Non può aspettare il giorno successivo per il bucato?

Guardando meglio mi accorgo che sempre, in ogni presepe, la lavandaia lava vesti candide: che razza di attività assurda, lavare e rilavare vesti linde nel cuore della notte...

Discosto appena lo sguardo, incrocio il pastore che reca in spalla il suo agnello verso la mangiatoia, ed ho un sobbalzo...

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La donna non sta lavando il suo bucato, bensì il suo corredo migliore.
Quello ricevuto per le nozze e conservato intatto, destinato ad una degna occasione che ha tardato ad arrivare, che ha fatto riporre le stoffe, le ha consegnate allo scorrere del tempo, ma poi alla fine... eccola, questa è l'Occasione!!
Se la raccontano i pastori, la annunciano gli Angeli, il firmamento ne da testimonianza.

Allora la donna spalanca i bauli e rivolta gli armadi, finchè quel corredo non salta fuori.
E sorride.

Poi corre, ma non alla mangiatoia per offrirlo - non si donano ai Re stoffe infeltrite - bensì alla fonte per lavarlo.

Lo lava e lo strizza.
Lo osserva e lo annusa.
Per un istante pensa a Chi lo riceverà in dono.
E subito lo rilava.
E poi ancora, ed ancora...

L'espressione affaticata della Lavandaia ed il suo gesto incessante mi trasmettono la Piena Percezione della Salvezza che viene.
Esattamente quella che auguro di sperimentare a me ed a voi per questo Natale.

E le Sue vesti divennero risplendenti e bianchissime, come neve, più bianche di ciò che potrebbe fare alcun lavandaio sulla terra
(Mc 9,3)

18 dicembre 2008

[VM] Presepe Riders - Il Fornaio

Che sia medioevale secondo il primo modello francescano o settecentesco in stile napoletano, che sia minimalista con la sola capanna o sfarzoso con volte e capitelli, ciascun Presepe è (o dovrebbe essere) Betlemme.

Questa storia di Betlemme mi ha sempre incuriosito.
Perchè proprio lì e non Ninive o Alessandria o Gerusalemme?
Perchè una cittadina molto modesta della Giudea anziché una capitale del mondo antico?

Di Betlemme nelle Scritture si parla ben poco: la si cita perchè vi muore Rachele, moglie di Giacobbe, nel dare alla luce Beniamino (Genesi 35,19); lì Rut la moabita trova scampo alle sue sventure dopo aver perso il marito ed esser rimasta sola con la suocera (Rut 4,11); originario di Betlemme è Isai, padre di Davide, e lo stesso Davide chiede ai suoi prodi di procurargli acqua di Betlemme, a segno di un legame radicato con quella città (2Samuele 23,15).

Di tutti i profeti, solo Michea, profeta minore, vaticina che lì nascerà il Messia, secondo la parola riportata anche da Matteo:
"E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei affatto la più piccola fra le città di Giuda;
perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele
"
(Mt 2,6)
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E se Dio si fosse scelto una posto qualunque?
Se volontariamente avesse deciso di nascere nella più comune delle città d'Israele?
Sarebbe come dire che Dio nasce dovunque, in ogni condizione, ad ogni latitudine.

Nella mia modesta esperienza ho visto paesi così piccoli da non avere una scuola, una piazza e talvolta nemmeno un bar.
Eppure in qualunque frazione, paese o città viene un'ora del giorno in cui l'aria si profuma di pane.

E allora non suona poi sconvolgente scoprire che Bet Lehem è proprio questo, la Casa del Pane.

Perciò, nel lasciare alla vostra riflessione la "singolarissima coincidenza" per cui proprio nella Casa del Pane viene dal cielo il Vero Pane, lancio il mio appello prenatalizio: mettete i fornai nei vostri presepi!!!

14 dicembre 2008

[VM] Presepe Riders - Benino

Visto che il Natale è ormai alle porte, intraprendo un mini-tour nel presepe tradizionale soffermandomi sui personaggi più comuni e più noti.
Incomincio da un pezzo da novanta...

Benino

In ogni presepe napoletano che si rispetti non può mancare il giovinetto addormentato sotto l'albero, tradizionalmente indicato come Benino.

Incurante delle schiere di angeli che cantano il Gloria, del fulgòre della loro manifestazione, del moto frenetico che anima gli altri pastori, se ne sta sotto un albero, sognante, con un'espressione beata sul viso che non ha nulla da invidiare alla meraviglia ed allo stupore di coloro che contemplano un Bambino annunciato come Salvatore.

Nell'immaginario popolare Benino non gode di buona fama, presentandosi come colui che disattende all'imperativo evangelico:

"Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora"
(Mt 25,13)

A questa mancanza, però, Benino sopperisce con la simpatia che riesce a suscitare il suo piacere nel dormire, al punto che nella Cantata dei Pastori si trova un lungo e divertente dialogo tra il padre - che le prova tutte per farlo alzare - e lui stesso -che invece non trova motivo valido per lasciare il sonno.

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In un libro che sto finendo di leggere, l'autore distingue i Profeti d'Israele in due tipologie: i Signori dei Sogni ed i Signori della Veglia.

Quando la venuta di Cristo era ancora un miraggio all'orizzonte, il canale preferenziale di comunicazione con l'Altissimo passava attraverso i Sogni: senz'altro il virtuoso per antonomasia in questo ambito fu Daniele, a cui Nabucodonosor chiese di indovinare che sogno aveva fatto e di dargliene spiegazione; ma le prime "prove tecniche di trasmissione" risalgono a Giuseppe, e prima ancora a Giacobbe.

Da Daniele in poi nella profezia si incomincia a scorgere l'alba del giorno nuovo, che sorgerà completamente con la nascita di Cristo: in questo lavoro di sentinella si prodigarono Isaia, Ezechiele e gli altri Profeti, fino al Battista.


Così, guardando Benino assopito nel presepe, mi accorgo che la sua espressione beata è più che il piacere di una buona dormita.
Per me Benino rappresenta l'anello di congiunzione con tutte quelle generazioni d'Israele a cui Dio ha parlato attraverso i Sogni, che, pur inconsapevolmente, attendevano il medesimo evento salvifico nella storia dell'Umanità.

Per questo sono convinto che ciò che gli altri pastori sperimentano nella Veglia, Benino, ed una fetta di storia di Israele con esso, sperimenta pienamente nel Sogno.

3 dicembre 2008

[WV] Movie Parade

Ora che Gomorra è - meritatamente - il candidato italiano all'Oscar, mi guardo e mi riguardo questa scena a tutto volume, e mi accorgo che nella mia personale hit parade di modesto cinefilo è già ai primissimi posti:



Come al solito i commenti sono a disposizione di chiunque voglia condividere una scena che gli piace particolarmente - anche perchè così raccolgo qualche suggerimento per preparare la mia programmazione personale nel periodo festivo!!

26 novembre 2008

[VM] La Noia

Appena avrò un minuto di tempo, appena riuscirò a cristallizzare ed esprimere compiutamente questo pensiero, questa sensazione che mi attraversa testa e corpo qui, adesso, nel bel mezzo di tre serie da 12 minuti a stile libero, prometto che lo riporterò sul blog.

Quando la mia cuginetta - ormai adolescente, dovrò mettermelo in testa... - mi ha chiesto di iniziarla al nuoto di fondo, ogni altro tipo di allenamento mi è passato per la testa: serie, piramidali, ripetute con variazione di velocità...
Poi ha prevalso la convinzione che il fondo non è questione di forza ma di concentrazione, non di muscoli ma di volontà.

Così ho scelto un allenamento in cui non c'è un numero di metri prefissato da nuotare o un tempo limite a scandire incessantemente le partenze.
12 minuti consecutivi non sono certo un'eternità, ma sono un tempo sufficiente a spegnere la baldanza che segue ogni partenza, ad assestare il battito cardiaco, a costruirci sopra - come in un'orchestra - un ritmo di bracciata e di respirazione, a scoprire la canzone che il tuo corpo sta suonando - "How I wish, how I wish you were here: we're just two lost souls swimming in a fish bowl, year after year"...



...e poi subentra la Noia.
Non il Dolore, non la Fatica che pure sto aspettando.

Noia.
Di ripetere sempre lo stesso gesto, sempre la stessa strofa di una canzone, di fissare stupidamente una linea nera sul fondo della vasca.
Una certa nostalgia immotivata della posizione verticale, del ciclo normale di repirazione.
L'istinto di capire che senso ha quello che sto facendo, laddove il senso è invece nel non cercare di capirlo.

Se è vero quel che mi raccontano di alcune discipline orientali, il cui obiettivo è di estraniare la mente dal corpo, beh, allora il nuoto è esattamente il loro opposto: lo sforzo - per nulla banale - di mantenere la mente concentrata su ciò che il corpo sta eseguendo.

Mi chiedo, osservando dallo spigolo degli occhialini mia cugina affrontare questo allenamento molto spaesata, che differenza c'è tra questa Noia e quella che vedo dipinta sul volto dei suoi coetanei, impegnati a bruciare pomeriggi su Facebook e serate al bar della piazza.

Mi chiedo se ed in che cosa questa forma di Noia che io vado a cercarmi sia preferibile alla loro e sinceramente, non so darmi risposta.
Riesco appena ad afferrare per la coda la mia concentrazione, che intanto sta svanendo, e mantenerla fino alla fine dell'allenamento.

"What we have found? The same old fears. Wish you were here"

8 novembre 2008

[QEV] Cresima

Con una finta ingenuità degna del gatto con gli stivali di Shrek, ho posto ad alcuni miei colleghi cresimandi questa "innocente" domanda: "Perchè ci si cresima?"

Vince il sondaggio con percentuale bulgara "Pecchè ti jà spusà" (sic).
Un voto per "Mi ricordo che uno mi disse che si diventa soldati di Gesù".
Un astenuto, al grido di "Io sono l'AntiCristo!".

Non essendo affatto confortato dal mio exit poll casareccio, ho partecipato all'ultimo incontro del corso di cresima in cui Don Francesco, partendo dal brano della Pentecoste raccontato negli Atti degli Apostoli, si è spinto a parlare di Teofania e di cambiamento Ontologico.

Nonostante i suoi infiniti sforzi di semplificazione, la stanchezza della giornata ed un po' di sonno non recuperato hanno fatto sì che mi deconcentrassi presto...
Cerco di recuperare qui, partendo proprio dallo stesso testo.

"Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo.
Improvvisamente si fece dal cielo un rombo come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov'essi erano seduti.
Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro.
Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi"

(Atti 2,1-4)

Luca, redattore degli Atti degli Apostoli, non riuscendo ad esprimere pienamente a parole l'accaduto, utilizza due similitudini.

Rombo come di vento impetuoso, che altri traducono in "tuono": di quelli che fanno vibrare violentemente i vetri del mio balcone, che pare quasi che scoppino quando vengono attraversati dall'onda d'urto.
Il rombo degli Atti non da tregua ai discepoli, ma aumenta, agita, scuote incessantemente, sino a "riempire tutta la casa".

E quando il rombo è ormai assordante, ecco le lingue come di fuoco che avvampano i discepoli, i quali, da questo scenario apocalittico, inaspettatamente traggono la forza per sciogliere ogni riserbo e presentarsi alle masse.

Ritornando alla questione iniziale, perchè intendo cresimarmi?

Perchè anche io sono scosso continuamente - non per mio merito ma per abbondanza della Grazia - dal Rombo dello Spirito che interroga, stimola, incoraggia, spinge al Bene.
Perchè riconosco quel Vento Impetuoso come fondamento della Storia dell'Umanità ed intendo innestarmi in esso, lasciarmi incendiare del Suo Fuoco e rendergli testimonianza.

... In ogni caso, giuro che al primo che commenta "Tutta sta storia per dire che non ti sposi" gli metto le mani addosso...
:-D:-D:-D

23 ottobre 2008

[VM] Be Informatics

Riporto la citazione di Dijkstra, nome ben noto a chi abbia approfondito le sue conoscenze in ambito di reti di telecomunicazioni, che campeggia sul manifesto del Linux Day organizzato per il prossimo week end dal NaLUG (Napoli Linux User Group)

Putroppo non potrò essere né al Linux Day di Napoli, né a quello organizzato dagli utenti del pinguino dell'Università di Salernoe dai LUG dell'Irpinia e di Salerno, benchè entrambi gli eventi presentino interventi estremamente stimolanti in programma... però magari invoglio qualcuno di voi ad andare, così poi mi fa un riassunto!!
;-)

19 ottobre 2008

[VM] Il problema

Mantengo in un cassetto della mia memoria, sempre ben a portata di mano, la massima:

"Se c'è una soluzione perché ti preoccupi? Se non c'è una soluzione perché ti preoccupi?"


Ed in effetti, o sommo Aristotele, la smorfia che vedi sul mio volto non è preoccupazione.
E' la rabbia e la frustrazione di chi ha scoperto che una soluzione c'è, ma non dipende da lui...

5 ottobre 2008

[QEV] Delle chiese

Giuro che avevo intenzione di parlare di tutt'altro, per mollare un po' la presa...
Però poi mi è giunta la notizia che il tetto della chiesa appena sopra casa mia è pieno zeppo di infiltrazioni - qualcuno dice che si fa prima a misurare la parte di tetto che non "scorre".
La stima dei costi di riparazione si aggira intorno ai 300.000 euro.

La cifra è considerevole, così mi sono chiesto se non abbia ragione Jezz, se non si possano impiegare meglio questi soldi (sempre ammesso che si trovino!!)

Ho immaginato Don Francesco, il parroco dai modi burberi ma dal gran cuore, continuare a celebrare, fingendo di ignorare i goccioloni e le pozzanghere, fino alla notifica di inagibilità dei vigili del fuoco.

Allora Francesco prenderebbe le Specie Eucaristiche e le metterebbe in salvo nella bacheca del suo salotto, svuotando - allora sì, caro Zulin - la chiesa di Dio.

(E qui mi permetto di annotare che, per chi crede che l'ostia consacrata sia vero Corpo di Cristo, non esisteranno mai chiese troppo grandi o troppo sfarzose)

Dopodiché Francesco chiuderebbe il pesante portone a doppia mandata e abbandonerebbe la struttura alle intemperie ed al degrado.
Ma siccome è un sacerdote dal gran cuore, come dicevo, continuerebbe il suo ministero, celebrando nei parchi, nei condomini, nelle case.

Purtroppo però la nostra Comunità è molto più pigra rispetto a quelle dei primi cristiani e nel passaggio di casa in casa Francesco ben presto si troverebbe a celebrare con pochi intimi finchè non sarebbe trasferito altrove.

Con buona pace di Chi aveva chiesto "Fate questo in memoria di me".
(Lc 22,19)


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Per Zulin, che voleva sapere la mia opinione sui commenti all'ultimo post... io credo che si tratti di un circolo vizioso: più le chiese si svuotano e più sembrano inutili, e più continuano a svuotarsi.

Per spezzare questo "maleficio" credo che i cristiani dovrebbero scrollarsi di dosso quella "puzza di morte" di cui parla giustamente Jezz, per profumarsi di entusiasmo.

Credo che dovrebbero saltar giù dal letto come grilli alla prima campana della domenica mattina - ed in questo confesso la mia pigrizia - e precipitarsi in chiesa per accogliere la Parola e per far esperienza di Comunione con gli altri e con Dio.

Se sperimentassimo questa fretta, propria di chi muove verso Dio (ad es. Es 12,11 o Gv 20,4), o se solo la scorgessimo negli altri, allora ogni discussione sull'utilità delle chiese e sull'effettiva presenza di Dio in esse scioglierebbe come neve al sole.

25 settembre 2008

[QEV] Entusiasmo

Questa è la storia di un Soffio, che accompagna l'Universo dalla sua Creazione e sarà presente fino all'ultimo dei suoi giorni.

Quando Adamo fu fatto dalla polvere della terra, il Soffio gli si intrufolò su per le narici, delicato al punto da non spazzarlo via, potente al punto da metterlo in moto e donargli coscienza.
(Gn 2,7)

E quando il Diluvio cancellò la prima creazione, abbandonando ai flutti Noè e la sua arca - unico improbabile angolo di Vita nel Creato liquido -, il Soffio si fece Vento per calmare le acque... che solo a pensarci, un Vento che calma è un prodigio strabiliante.
(Gn 8,1)

E quando Israele era schiavo in Egitto, il Soffio si fece Vento Impetuoso per aprire una via di Salvezza nel Mar Rosso e condurlo verso la Terra Promessa.
(Es 14,21)

Ma il profeta Elia, incaricato di riconoscerLo, colse l'essenza del Soffio non nel vento impetuoso, nè nel successivo terremoto, nè nel fuoco seguente ma, alla fine, nel fruscio della Brezza Leggera.
Allora Elia si coprì il volto ed uscì incontro al Signore dicendo:

Io sono stato mosso da una grande gelosia per il SIGNORE, per il Dio degli eserciti, perché i figli d'Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari, e hanno ucciso con la spada i tuoi profeti; sono rimasto io solo, e cercano di togliermi la vita

Ed il Signore lo incaricò di ungere un nuovo Re ed un nuovo Profeta per Israele.
(1Re 19,11-18)


Il Soffio era perfino sulla Croce del Golgota:

E, chinato il capo, spirò.
(Gv 19,30)

Quell'ultimo Soffio emesso, apparentemente quasi un gesto di resa, è in realtà seme di una nuova Creazione che ha vinto la Morte, sigillo dell'Eterna Alleanza stipulata nel Corpo e nel Sangue del Crocifisso e dunque avanguardia di un'Umanità nuova.

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La catechista del corso di Cresima che frequento - non mi sposo per ora, non ci si Cresima solo per sposarsi!! - dopo averci raccontato della pienezza dell'Amore di Dio per l'Uomo, ci ha trafitto con una domanda:
"E allora perchè le nostre chiese sono vuote?"

"Perchè i cristiani mancano di ENTUSIASMO", avrei voluto risponderle.
Pur non sapendo, in quel momento, che il significato del termine è "Nel Respiro di Dio".

Viviamo avvolti nel Respiro, nel Soffio di Dio e neppure ce ne rendiamo conto... finchè mancherà questa percezione - finchè mancherà ENTUSIASMO - le nostre chiese resteranno vuote!!

22 settembre 2008

[VM] C'è regressione...

Tragicamente sono stato ottimo profeta.

Qualcuno obietta che nella strage di Castel Volturno non c'è coinvolgimento di gente comune, si tratta di un raid camorristico in piena regola.
Poi torna con la testa sotto la sabbia, perchè - dice bene Saviano - la gente comune è comunque complice.

Per ognuno dei neri scesi in piazza a manifestare, lasciati paurosamente soli dalla popolazione locale, è stato messo da parte un proiettile, che a suo tempo arriverà a segno e nessuno dei 400 militari inviati a presidio muoverà un dito per evitarlo.

C'è un degrado terrificante ed un accumulo enorme di rabbia da scaricare contro qualcuno.

Spero di essere stavolta pessima cassandra, ma resto sconvolto dalla velocità della regressione culturale che ci sta investendo.

14 settembre 2008

[QEV] Il Tempo e la Felicità

Di Hancock, film che mi hanno stra-super-consigliato, preferisco conservare la meravigliosa Charlize Theron ed una considerazione sul Tempo e la Felicità che, pur tirata per i capelli, alla fine è il nocciolo del film.
A grandi linee il supereroe Hancock è chiamato a scegliere tra l'Immortalità e l'Amore... una specie di City of Angels, solo più orientato alla commedia.
Il resto vada tranquillamente nel dimenticatoio...

"Il Tempo e la Felicità", dicevo... un libro di De Crescenzo di qualche anno fa si chiama proprio così, e ne suggerisco la lettura.

Per esprimere ingegneristicamente la mia idea, direi che la Felicità è funzione decrescente del Tempo.
D'altronde l'uomo è un animale adattativo, incapace di godersi pienamente ciò che ha acquisito senza iniziare a pensare, in cuor suo, ad altri obiettivi da raggiungere... è la storia dell'evoluzione che ce lo insegna e forse, in fin dei conti, si tratta perfino una qualità.


Perdonate la crudezza dell'immagine, ma trovo che esprima a meraviglia il concetto...

Realtà:
Non importa quanto possa sembrare eccitante adesso, qualcuno da qualche parte è stanco delle sue str*****e




E dunque? Siamo destinati a rincorrere la Felicità in eterno?
E chi di noi è credente, ritiene di essere stato creato per questo?

Io trovo che Dio abbia trovato una soluzione geniale al problema.
La soluzione è la Morte.

(...vado avanti solo per i valorosi che non sono ancora tornati sulla home page, ormai rassegnati...)

A me la Morte sembra una soluzione geniale.
Fate conto che ad ognuno di noi venga detto:
"Fai quel che ti pare, sappi solo che il tuo tempo su questa terra è limitato".
(...e qui darei un occhio a Mt 25,14-30)

Al che immediatamente mi chiederei: "Come posso impiegarlo al meglio?"... butto giù due idee:
  • "Ecco, diventerò un uomo ricco e potente, spenderò la mia vita in una scalata al potere senza pari: lavorerò notte e giorno e il mio nome resterà nella storia".

  • "Mi farò travolgere dai piaceri, dal vino, dalle droghe e farò sesso ogni notte con una donna diversa".

  • "Aprirò la mia mente ai grandi interrogativi, accumulerò un oceano di Sapienza e sarò faro per le generazioni future".

Ma al mio orecchio il re Salomone, il più grande d'Israele, mi sussurra:

"Vanità delle Vanità, tutto è Vanità"
(Piccola nota a margine: ho letto molte stimolanti discussioni sulla rispondenza del termine "Vanità" all'originale ebraico.
Io abbraccio "Vanità", con l'accortenza di spogliarlo del valore di "Frivolezza, Vanagloria" che gli attribuiamo oggi e riportarlo all'accezione di "Essenza di ciò che è Vano, Inutilità" che intendeva San Girolamo nella prima traduzione)


Come a dire che in nessuna di quelle attività troverò traccia di una Felicità persistente.

Poco più avanti in Qoelet si incontra il passo - che ho già riportato - in cui si assegna un tempo, un istante per ogni emozione e per ogni attività: ridere e piangere, amare ed odiare, nascere e morire.
E subito dopo Salomone chiude così:

"Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché si occupino in essa.
Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine.
Ho concluso che non c'è nulla di meglio per essi, che godere e agire bene nella loro vita; ma che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro è un dono di Dio."


Forse il trucco è tutto qui: finchè cerco di raggiungere uno stato di Felicità eterna ed immutabile rischio solo di rovinarmi la vita; imparando invece a godermi la vita in ogni suo istante, in ogni suo tempo, alla fine sono sicuro che esclamerò:
"Ne è valsa la pena!!"

PS ...inizio a convincermi che Salomone dovrebbe reclamare i diritti d'autore da "The Big Kahuna"... :-D

9 settembre 2008

[WV] Blue and Joy

Stavo già pensando ad un post molto cerebrale, quando - per fortuna ;-) - mi sono imbattuto su CurrentTV (quanto di meglio passa Sky, fidatevi!!) in un minidocumentario su Blue and Joy, ovvero il pupazzo triste più allegro del mondo ed il pupazzo allegro più disfattista.

Blue(ovvero "triste"):"La Felicità è dietro l'angolo!"
Joy:"Peccato che il mondo è rotondo."

Pure non avendo nessuna cultura in fatto di fumetti, c'è qualcosa di geniale ed artistico nelle storie di questi due pupazzi che mi coinvolge completamente... meglio ancora dei demotivational con cui vi ho ammorbato fino a poco tempo fa!!!

31 agosto 2008

[QEV] Dell'accidia

Qualche sera fa mi sono affidato al buon Giobbe Covatta per ripassare inseme a lui i sette peccati capitali...


Dunque vediamo un po': Superbia, Invidia, Ira, Lussuria, Avarizia, Gola ed Accidia... ci sono tutti, sembrerebbe! :-)

(E' un po' come con i nani di Biancaneve...
tra l'altro mentre i vizi si distinguono per significato,
chi si ricorda che differenza passa tra Mammolo e Gongolo???
Io sono per riscrivere la fiaba come "Biancaneve ed i 3 nani":
Cucciolo, Dotto e uno per tutti gli altri 5... facciamo Eolo...)


Giobbe, che alterna sempre alla parte esilarante dello spettacolo qualche riflessione di carattere umanitario, ha sottolineato più volte il fatto che, benchè il vizio del singolo possa essere fastidioso, il vero problema sorge quando una popolazione si riconosce in un vizio e lo esalta a proprio modello culturale.
Si guardi, ad esempio, alla Germania nazista che si riconosceva nella Superbia al punto da sublimarla in Razzismo, o ai paesi occidentali odierni che esaltano l'Avarizia al punto da autoinvitarsi in casa di molti paesi disagiati a sfruttarne le ricchezze.

Alla fine dello spettacolo mi sono chiesto quale dei sette vizi fotografasse meglio gli italiani di oggi.
Mi sembra una riflessione importante per capire da che parte ci stiamo avviando.
Dalla mia breve riflessione direi che siamo avari, iracondi e lussoriosi quanto gli altri popoli occidentali e stiamo recuperando terreno - sigh! - in fatto di superbia ed intolleranza.

Mancano all'appello Gola e Accidia, sulle quali mi sono arrovellato un po' di più.

Se per Gola si intende la ricerca atavica di cibo, credo che l'Italia sia in linea con gli altri paesi europei, pur godendo di una cucina migliore.
Se invece, come Giobbe suggeriva, si legge nel vizio della Gola la metafora dell'Avidità dei Beni, allora la situazione si fa più complessa.
Chi di noi non ha mai avuto in famiglia dissapori per questioni di eredità?
Chi non si è sentito sminuito dal servizio del TG sulla ventesima villa di Berlusconi o sul megayacht con cui Briatore ha fatto il viaggio di nozze?

A nostra parziale discolpa va detto che si tratta di un vizio indotto dal bombardamento mediatico che propone i Beni possieduti come unico metro di misura della personalità.
A nostra parziale aggravante va detto che continuiamo sadicamente a sottoporci al suddetto bombardamento.

E poi c'è il vizio che mi spaventa di più: l'Accidia, ovvero l'indolenza, lo spreco del proprio tempo.

Mi spaventa a morte vedere le nuove generazioni impegnate a tempo pieno nell'Accidia.
Scarsissimi interessi, rarissime iniziative, solitamente abbandonate quasi subito.
Mi trattengo dal confronto con la mia adolescenza, perchè non credo sia giusto paragonare le generazioni e perchè finirei senz'altro per autocompiacermi.

Annoto solamente questa progressiva perdita di coscienza, questa sorta di stato catatonico in cui mi sembrano scivolare le nuove leve, che arrivano talvolta perfino all'esaltazione della propria nullafacenza, quasi che fosse una nota di merito.
D'altronde se aspirassi a diventare tronista o velina, mi allenerei alla nullafacenza sin dalla tenera età...

...Vi prego, ditemi che mi sto sbagliando....

18 agosto 2008

[QEV] La solitaria compagnia

Siccome non so bene da dove partire, provo con un giochino linguistico di quelli che mi piacciono tanto...

Qual è il contrario di Solitudine? Compagnia, naturalmente.
Eppure ho passato l'ultimo mese a cercare di capire cosa c'era in questo accoppiamento di così fastidiosamente dissonante alle mie orecchie; allora ho cominciato a vivisezionare le parole.

Solitudine è condizione di esser solo, per intenzione o per accidente.
In questo Solitudine si distingue da Isolamento, che sottolinea lo sforzo di farsi isola.
Compagnia, dal canto suo, ha la nota della convivialità ("cum panis", ovvero chi mangia dello stesso pane), senza però portare informazione sullo stato d'animo dei commensali.

Proseguendo su questa strada si arriva perfino ad incastrare le due parole tra loro, senza che compongano ossimoro: la Solitaria Compagnia è la mensa dove si mangia dello stesso pane, ma ciascuno per conto suo, a testa bassa, senza proferire parola.



C' ho messo un mese a completare questo ragionamento.
Solo tre giorni per leggere "La solitudine dei numeri primi" ed un mese per metabolizzarlo.
Perchè la Solitaria Compagnia assomiglia proprio a questa nuova forma di Affettività dilagante, descritta magistralmente da Paolo Giordano, fatta di solitudini che si puntellano a vicenda pur di tenersi in piedi.
Non credo esista cosa più triste di questa.

Rubo una battuta a Siani, da "Ti lascio perchè ti amo troppo", quando la sorella di Mariano(Siani), arrivato il giorno del matrimonio, ha un ripensamento:

"Ma sei sicura che non lo Ami più?"
"... io non lo Amo... ci sono affezionata..."
"...mmm... E' cane.
'Ci sono affezionata' è cane,
non c'è dubbio."

A questo occorrerebbe star molto attenti, a non finire per stare insieme come le tartarughe in un acquario.



Allora torno alla domanda iniziale: qual è il contrario di Solitudine?

La risposta mi ha sorpreso qualche notte fa mentre camminavo nel bosco di Faito, in un tratto della ascesa al Molare che si percorre in solitario.
Nonostante il buio pesto ed i rumori sinistri, in cuor mio continuavo a canticchiare la canzone con cui avevamo affrontato la parte precedente di salita, confortato dal fatto che gli altri ragazzi, chissaddove, cantavano anche loro la stessa canzone, al punto da riuscirli quasi a sentire.

Non sei mai davvero solo se metti in comune il cuore....

"Con-Cordia"

5 agosto 2008

[VM] Uomo del tuo tempo

Lascerò per un po' sul blog un passo che sto ripetendo mentalmente come un mantra in questi giorni, tratto da un libro meraviglioso che sto leggendo.

Ma non vi svelerò né titolo né autore... lascio i commenti a vostra disposizione per provare ad indovinare (non vale cercarlo su Google, anche perchè escono parecchie risposte fuorvianti!!)

Per tutto c'è un tempo, un istante per ogni cosa sotto il cielo:
un tempo per nascere ed un tempo per morire;
un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è piantato;
un tempo per uccidere e un tempo per sanare;
un tempo per demolire e un tempo per costruire;
un tempo per piangere e un tempo per ridere;
un tempo per far lutto ed un tempo per ballare;
un tempo per gettar via pietre e un tempo per raccoglierle;
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci;
un tempo per cercare e un tempo per perdere;
un tempo per custodire e un tempo per buttar via;
un tempo per strappare e un tempo per cucire;
un tempo per tacere e un tempo per parlare;
un tempo per amare e un tempo per odiare;
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

29 luglio 2008

[VM] La non medaglia

Dovrei davvero dire, con Magritte: "Questa non è una medaglia"!

Questa è il peso del sonno sugli occhi dopo essersi svegliati all'alba ed aver guidato per tre ore e mezza, mentre ti disponi sulla linea di partenza, con la prospettiva di un ritorno altrettanto accidentato.

E' il sapore di terriccio che lascia in bocca l'acqua di lago ed il conato di vomito che provoca l'averne bevuta a secchiate.

E' la radicata convinzione di abbandonare la gara proprio lì, metri nuotati 2490, rimanenti 10, che ne valgono però altri 2490.

E' la meravigliosa incoscienza che ti porta a completare in un modo o nell'altro quei 10 metri, che alla fine erano solo 10.

E' il sentirsi comunque ed in ogni condizione acqua nell'acqua.

E' il sollievo che deriva dall'immergere la testa le sere in cui i pensieri la mandano in incandescenza.

E' la fatica che punge nei muscoli, ma anche la volontà di proseguire.

E' il nervoso che sale quando credi che manchino pochi minuti alla fine del lavoro, mentre il cronometro rivela che non sei ancora giunto a metà.

E' la faccia di ciascuno dei miei compagni durante l'allenamento, perchè il nuoto resta il più "di squadra" tra gli sport individuali.

E' il gesto ripetuto ogni sera di rannicchiarsi sott'acqua in posizione fetale ed attendere la calma, fino a dimenticarsi di respirare.


Ora la ripongo vicino alle altre, ed anche stasera le lancerò uno sguardo prima di dormire...
Perchè questa sta tra le medaglie, ma non è una medaglia.

23 luglio 2008

[VM] La marcia sui ROM

Ci sono alcuni campeggi dalle mie parti che, anche a rischio di restare deserti, accettano solo stranieri ultraquarantenni... questione di tranquillità, dicono.
Poi c'è tutto il resto delle strutture ricettive.

La riporto così come l'ho sentita.

Proveniva da una roulotte che staziona da tempo immemore in una piazzola - giunti incrostati ed acqua che ristagna per tutto l'inverno nell'incavo delle finestrine.
Intorno a quella roulotte nei due mesi estivi si riunisce una comunità matriarcale di NonneSorelleZieNipotiNuoreCognate e cuginetti -figli di tutti- in numero crescente.

Ed ogni anno per due mesi la roulotte decrepita esposta alle intemperie esplode vomitando sul piazzale antistante steccati, amache, barbecue ed antenne paraboliche.

La riporto come l'ho sentita, dicevo... eccola:

"Marì s'adda pulizzà ngopp a stu gazebo!!"
"...e mo faccio co sta mappina..."
"Ma non tenevi una pezza fatta apposta??"
"Eh... ma quella sta nella cassapanca sotto al letto del piccirillo..."


La cassapanca.

Anche quella si sono portati.

E l'hanno adibita a letto del piccirillo.

Se togliamo i ROM da Napoli, chi ci rimane?

20 luglio 2008

[WV] Demotivational - Wishes

Desideri.
Quando esprimi un desiderio vedendo una stella cadente, i tuoi sogni possono realizzarsi.
A meno che non si tratti in realtà di un meteorite che precipita sulla Terra e distrugge ogni forma di vita.
In quel caso sei piuttosto spacciato, indipendentemente dal tuo desiderio.
A meno che non sia la morte per causa di un meteorite.

14 luglio 2008

[WV] Quelle cose alla Raimondo Vianello...

Di ritorno da un weekend immerso nel relax e nella pace delle colline senesi... quelle cose alla Raimondo Vianello, come le chiama mio fratello nei rari momenti in cui non è al telefono ad organizzare after beach parties o serate danzanti.

Riporto qui qualche foto; l'album completo è online a questo indirizzo.

L'ultima soprattutto mi piace moltissimo perché trasmette uno senso di inquietudine molto particolare...

Asciano - Paesaggio
Da Come la vedo io


Pienza - Finestre
Da Come la vedo io


Pienza - Paesaggio
Da Toscana 2008


Siena - Duomo (particolare)
Da Toscana 2008

10 luglio 2008

[QEV] Di come affrontare il Male

A volte il Male perseguita il Guerriero della Luce.

Allora, tranquillamente, egli lo invita nella sua tenda.

Domanda al Male: "Vuoi ferirmi, o usarmi per ferire gli altri?"

Il Male finge di non udire. Sostiene di conoscere le tenebre dell'anima del guerriero. Tocca ferite ancora non cicatrizzate, e chiede Vendetta. Gli ricorda di essere il solo a conoscere certe trappole e certi veleni che lo aiuteranno a distruggere i nemici.

Il Guerriero della Luce ascolta.
Se il Male si distrae, egli lo sprona a riprendere la conversazione, e gli chiede dettagli di tutti i suoi progetti.

Dopo avere ascoltato ogni cosa, si alza e se ne va.

Il Male ha parlato tanto, è talmente stanco e vuoto che non riuscirà a seguirlo.

(da "Manuale del Guerriero della Luce" di Paulo Coelho)

2 luglio 2008

[WV] Demotivational - Stupidity

Prima del demotivational di questa settimana, che reca una citazione molto alta, mi appunto un paio di aforismi estratti da questo sito che, benché parli di cose tecniche in cui non oso addentrarmi, ogni tanto caccia una pillola di saggezza più ampia.
Ad esempio:

La Qualità è funzione del Pensiero e della Riflessione

ed anche:

"Semplice" non vuol dire "facile da fare" o "facile da capire": le soluzioni più semplici possono richiedere di imparare cose nuove o aprirsi a nuove idee;
"Semplice" non vuol dire necessariamente "buono": una soluzione semplice può non essere sufficiente o potrebbe non esserlo in futuro;
"Semplice" non è la stessa cosa di "semplicistico": una soluzione può pure sembrare semplice, ma poi deve funzionare realmente.
Una stessa soluzione, poi, può essere "Semplice" per un problema ma aggiungere complessità agli altri problemi ad esso collegati...
Sembra esserci un bel po' di Complessità intorno alla Semplicità!!

Ecco fatto... e adesso:


Stupidità.
Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana.
E non sono sicuro della prima.
(A. Einstein)

30 giugno 2008

[QEV] Divini & Divani

Gomorra l'ho visto appena è uscito nelle sale.
Mi è piaciuto molto l'approccio del film, la volontà di fotografare spaccati della Realtà - perché, ahimè, quella che si vede nel film è una porzione di Realtà - senza nessun intento di catechizzazione alla legalità.

Per vedere Il Divo c'ho messo un po' di più, ma alla fine sabato sera ce l'ho fatta.

Nella mia modesta opinione un gran film, ma mi sembra superfluo e quasi irriverente dirlo, dopo i premi e le recensioni lusinghiere ricevute.

Se è vero che le movenze, i dialoghi e le stesse sfaccettature caratteriali dei personaggi sono per molti aspetti fortemente romanzate, d'altra parte emergono con verosimiglianza sconvolgente una serie di processi decisionali, di equilibri e giochi di potere mai chiariti agli occhi dell'opinione pubblica.

Ne viene così fuori un Andreotti glaciale ed enigmatico, supremamente machiavellico nel non farsi alcuno scrupolo a ricorrere ad ogni mezzo pur di conseguire il fine proposto.
In questo senso è esemplare la scena in cui il Divo ripercorre mentalmente tutte le morti violente che hanno attraversato i suoi anni al potere, da Pecorelli fino a Falcone, e recita:

La Verità no; è la fine del mondo.
E noi non possiamo consentire la fine del mondo per una cosa giusta.
Abbiamo un mandato divino.
Bisogna amare così tanto Dio per capire quanto sia necessario il Male per avere il Bene.
Questo Dio lo sa. E lo so anch'io.

Questa riflessione è stata ripresa in un intervento molto interessante di Claudio Martelli in questa puntata di AnnoZero - interamente dedicata al film di Sorrentino - in cui l'ex Ministro di Grazia e Giustizia si chiede se sia inevitabile per chi esercita il Potere venire a contatto con le parti più losche della Società ed in che misura ne sia sindacabile l'atteggiamento, quando molte delle ragioni plausibili sono coperte da Segreto di Stato...
A riascoltare l'intervento oggi, nel bel mezzo dell'iter del Lodo Schifani e delle leggi sulle intercettazioni, mi sembrano domande sensate, prioritarie e tuttavia assolutamente ignorate dal dibattito politico.

Ma in realtà il tormento interiore dell'Andreotti di Sorrentino prescinde dalla dimensione strettamente politica: si tratta, a più ampio raggio, della difficoltà di riconoscere e perseguire il Bene in scenari sociali complessi come quelli proposti dalle moderne società occidentali.
Come sottolineava Castellitto, in veste di giurato del Festival di Cannes, questo aspetto, benché affrontato a livelli sociali differenti, è comune ad entrambi i film italiani presentati al Festival e ne evidenzia una certa complementarità.

E cosa può chiedere di più al cinema italiano uno che chiama il suo blog "Quid est Veritas?"

17 giugno 2008

[VM] Cetara-Vietri... sensations

Riporto quasi per intero un post che ho scritto domenica per NuotoPiano.it... la versione originale è a questo indirizzo, completa di foto e commenti.


Dovessi spiegarlo ad un neofita, direi che la traversata è diversa da una gara tra corsie perchè lascia il tempo di pensare.

Così mentro ero lì, un puntino che si dimenava nei 3,2 Km che separano Vietri da Cetara, pensavo.

Pensavo che ci vuole un bel po’ di originalità ed un pizzico d’incoscienza ad imbarcarsi in un’avventura del genere in una giornata nuvolosa, con mare freddo ed agitato e forte vento di libeccio, ma anche che avevo intorno altre 180 persone originali/incoscienti almeno quanto me che avevano preso la stessa decisione.

Pensavo che il limite tra coraggio ed idiozia, come ben spiegavano un po’ di tempo fa su GoSwim, è labile, e sapevo di averlo oltrepassato andando a tutta nei primi 500m, per non sciupare l’ottima partenza… adesso che la benzina era finita toccava sputare sangue per arrivare fino a Vietri.

Pensavo a quante volte avevo già fatto lo stesso errore, e sempre mi ero riproposto di non ripetermi più, e mi maledivo da solo.

Pensavo ad un modo per non far addormentare le mani nell’acqua fredda e mi chiedevo se avevo ancora i piedi, che ormai non sentivo più da almeno 1000 metri - per fortuna avevo la cuffia in silicone a salvarmi dalla sinusite ed un costume a pantalocino che il grandissimo Vespe aveva estratto provvidenzialmente dalla sua borsa, novello Mary Poppins… io che di solito provo costrizione pure a tenere gli occhialini!!

Pensavo, ed ogni dieci bracciate alzavo la testa, ma il campanile di Vietri non si muoveva a compassione e non voleva saperne di venirmi incontro.

Poi è successo che un’onda mi ha preso e mi ha spinto per 2 metri.

Allora ho smesso di pensare, di guardare il campanile, di lamentarmi tra me e me, ed ho iniziato a sentire l’acqua, a cercare di accordarmi al ritmo del mare, a rubare la vista di un angolino della meravigliosa costa ad ogni bracciata.

Ecco, in questa seconda parte di gara c’è stata quella sensazione gratificante di totale intimità con gli elementi che mi fa amare questo tipo di competizioni, infischiandomene di classifiche, punteggi, medaglie

14 giugno 2008

[WV] Demotivational - Diligenza

Questo è per i miei colleghi ed ex colleghi d'ufficio, che coglieranno il vago riferimento ;-)

Per tutti gli altri... alla prossima



DILIGENZA.
Perchè quando mancano talento, cervello e creatività, almeno possiamo dire che eravamo al nostro posto e sembravamo impegnati.

4 giugno 2008

[WV] Demotivational - Perception

Se volete chiamatela caduta di stile o come vi pare... è che in questo periodo dell'anno dalle mie parti l'ormone femminile scorre a fiumi...

Percezione
Solo perchè ti vesti da zocc*** non vuol dire che sei una zocc***.
E solo perchè io mi comporto come un maniaco non vuol dire che sono maniaco.

28 maggio 2008

[WV] Fuori dal Comune

Brevissimo blitz a Napoli provvisto di macchina fotografica.


I Quartieri Spagnoli visti da via Roma
Da Come la vedo io


Il MasTio Angioino...
Da Come la vedo io


Bagnanti a Sorrento (... beati loro...)
Da Come la vedo io


Pontile arrivi e partenze, Sorrento
Da Come la vedo io


Ah, dimenticavo... per chi si trovasse dalle parti della Galleria Umberto I° consiglio di visitare Palazzo Zevallos Stigliano, sia per la bellezza architettonica della struttura, sia perché è esposto il Martirio di Sant'Orsola, probabilmente l'ultima opera di Caravaggio.



Lungi da me atteggiarmi ad esperto d'arte... mi ha sorpreso però il fatto che l'atmosfera surreale e sfumata del quadro colpisce non come un pugno allo stomaco (penso ad esempio alla Decollazione di San Giovanni Battista che vidi a Malta), ma quasi come una carezza.
Vale ben più dei 3 € del biglietto... consigliato!!

23 maggio 2008

[WV] Demotivational - Damn

Ebbè questo non potevo risparmiarmelo... casca a fagiuolo...


Il cartello dice "Niente clandestini -> Niente burritos (dovresti pensarci due volte, America)".
E sotto "Caz**, si sono fatti furbi"

PS ok, fenomeni, "Damn" è "Dannazione"... ma l'ho sentito dire solo in qualche western di venti anni fa...

20 maggio 2008

[QEV] "Napule è mille paure"

Che cosa succede a Napoli?
Se ne parla tanto: rom, munnezza, Camorra.
Chiunque, a vario titolo, se ne riempie la bocca.

Io segnalo questo articolo dal Corriere della Sera.
Invito vivamente tutti coloro che hanno a cuore questa terra alla lettura.
Non solo per il problema - gravissimo - che viene stigmatizzato, ma come specchio fedele dell'esasperazione che si è impossessata di questa gente.

Eccovi le mie confuse riflessioni.
Confuse, perché scaturiscono dentro come magma, ribollono e poi si reimmergono per fare spazio ad altre.
Così è come mi sento dopo la lettura.



Ancora una volta la camorra arriva prima dello Stato.
Davanti al disagio della gente, mentre le Autorità sono inviluppate nella loro crisalide di burocrazia, basta una telefonata dal carcere per risolvere il problema.
Metodi raccapriccianti, certo, ma efficacia senza pari.

A chi deve fare appello questa gente?
Perché quando si denuncia la mancanza delle istituzioni si continua a rispondere che è colpa delle persone che non si ribellano?
A chi dovrebbero ribellarsi?

Perchè la camorra si prende questa briga?
Forse perché è - o vuol sembrare, l'effetto è identico - dalla parte della popolazione?
Forse perché le interessano quelle aree per sotterrare altri rifiuti?
Forse perché la rendita di una discarica abusiva è diventata superiore al pizzo estorto ai rom per agire più o meno indisturbati?
Giocarsi delle vite sul prezzo della munnezza al mercato nero mi sembra un pensiero piuttosto agghiacciante.
Tantopiù che quel prezzo è determinato principalmente e colpevolmente dall'immobilismo delle Pubbliche Amministrazioni.

Intanto penso al navigatore a cui mi ero affidato domenica scorsa mentre ero per le vie di Barra, che continuava a ripetere "Girare a sinistra", inconsapevole del fatto che per girare a sinistra avrei dovuto scavalcare un muro di sacchetti e cassonetti messi di traverso al senso di marcia.

E poi... strano ma vero, incomincio a condividere il pensiero di Dell'Utri:
"La Mafia non esiste".

Perché, soprattutto nell'hinterland - a differenza di come la descrivono giornali e tv - non ci sono le persone per bene da una parte ed i camorristi dall'altra.
Non si è bianchi o neri, ma solitamente di una sfumatura del grigio più o meno accentuata.

Chi si definisce una persona per bene sa perfettamente da chi comprare uno stero rubato o a chi rivolgersi se gli rubano il motorino (...non certo alle forze dell'ordine, naturalmente...).
Chi è stipendiato per svolgere attività illegali ha mille buone ragioni da addurre e magari perfino qualche nobile - a suo avviso - intento sociale.
Ed il poliziotto che vive a Secondigliano non conosce a menadito gli spacciatori, i ladruncoli e via dicendo fino al boss della zona?

La Camorra, con la C maiuscola stavolta, per me è questa convivenza nella connivenza.


L'ultima nota è per lo Stato.
Per il fatto che le speranze ridotte al lumicino che qualcuno si ostina a nutrire nella legalità sono affidate a chi ha chiesto a gran voce le cannonate contro i clandestini ed oggi agita i fucili ad ogni piè sospinto.

E' chiaro che non abbiamo possibilità di scelta: ci schiereremo in ogni caso dalla stessa parte.

E dopo i rom a chi toccherà?
Ai cinesi di Gianturco?
Ai senegalesi della Ferrovia?

Non c'è più regola, non c'è più Stato, non c'è più legislazione... si salvi chi può.

14 maggio 2008

[WV] Demotivational - Ignorance & Planning

Solo per questa volta due al prezzo di uno... perchè li appenderei volentieri entrambi alla porta d'ingresso dell'ufficio!!

PS. visto che i non anglofoni si sono lamentati butto giù anche una pseudo-traduzione



PIANIFICAZIONE: Resta ancora molto lavoro da fare prima di poter annunciare il nostro totale fallimento nel fare qualsiasi progresso.



IGNORANZA: è sorprendente quanto un gruppo lavori insieme più facilmente quando nessuno ha la minima idea di dove si stia andando

11 maggio 2008

[QEV] Pentecoste

Allora, vediamo un po'...
Cosa farei se avessi appena compiuto il prodigio più grande della Storia?

Se avessi appena sconfitto la Morte, se fossi disceso agli Inferi per portarne via tutti i giusti, se avessi stipulato nel mio Sangue un'Allenza Eterna con l'Umanità, se, dopo tre giorni, fossi risorto nella Carne e avessi spalancato il sepolcro sigillato dalle squadre romane?

Beh, probabilmente mi presenterei alla vista di tutte le Genti venendo su di una nube di luce, contorniato da una schiera di cherubini - anzi, di odalische ;-) - tra musiche celestiali e spettacoli pirotecnici, imponendo di essere adorato...

E invece:

La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, Gesù venne, stette in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!»
(Gv 20,19)


In questo versetto - riproposto oggi, festa di Pentecoste, ma già ascoltato la prima domenica di Pasqua - si distinguono tre tempi:
  1. Gesù entra nella stanza.
  2. Sta tra i discepoli.
  3. Esordisce con: "Pace a voi".
Cristo, entrato nella stanza, non si manifesta immediatamente ai discepoli: Lui è lì, eppure non interagisce subito con loro.
Io Lo immagino in un cantuccio, compiaciuto e commosso, a godersi la vista dell'Umanità che ha appena salvato.

Ecco cosa fa Cristo dopo aver compiuto il prodigio più grande della Storia: prima di ogni altra cosa, cerca l'Uomo, per stare con lui.

Nella sua prima lettera Pietro esorta i cristiani a testimonare le "Ragioni della Speranza".
E per me non c'è Ragione migliore di un Dio che avverte in maniera così pressante la necessità della nostra ricerca.

7 maggio 2008

[WV] Demotivational - Simplicity

Ho appena appreso che il prossimo governo ha previsto un ministro - Calderoli - per la semplificazione.

Appena l'ho saputo ho pensato a questo demotivational che avevo visto in giro...



Sto gioco sta diventando una droga!!

4 maggio 2008

[WV] CortoCircuiti

A bocce (quasi) ferme provo a riassumere l'idea che mi sono fatto del V2-day di Grillo sulla LIBERA INFORMAZIONE, così come recita la locandina.

Permettetemi di invertire l'ordine di esposizione dei quesiti referendari.

  1. Abolizione della legge Gasparri

  2. Premesso che ritengo - e qui parlo da "tecnico" - la Gasparri una legge ripugnante, volta esclusivamente a rendere incolmabile il divario tra il duopolio RAI/Mediaset e le altre emittenti, non posso fare a meno di notare che "abolizione" è termine molto impegnativo.

    Cosa si propone dunque?
    Di ritornare alla Legge Mammì dell'89? Di ritornare allo scenario vigente 19 anni fa?
    Di perdere definitivamente il treno impegnativo ma stimolante del digitale terrestre, tecnologia che, se ben amministrata, può attirare nuovi investimenti e rimescolare molto le carte in fatto di offerta televisiva?

  3. Abolizione del finanziamento pubblico all'editoria

  4. Suona vagamente familiare...
    18 aprile 1993: "Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti"... ricordate?
    L'onda lunga di mani pulite e la voglia di far piazza pulita.

    Com'è andata a finire?
    Che i partiti oggi sono finanziati non più direttamente dallo Stato ma bensì dai grandi gruppi industriali e finanziari.
    Il risultato è lo spostamento del potere dai palazzi della politica ai CDA delle banche, il che rappresenta uno degli orrori stigmatizzati dallo stesso Grillo nel V-day di settembre.

    Si intende riproporre lo stesso clichet anche per l'editoria?

  5. "Abolizione dell'ordine dei giornalisti"

  6. Ma l'ordine non dovrebbe essere il garante supremo della deontologia dei giornalisti, e dunque dei criteri di imparzialità ed obiettività dell'informazione?
    Probabilmente è vero che i giornalisti sono una casta e che l'ordine si impegna di più nel difendere i privilegi acquisiti che nell'esercitare un adeguato controllo...
    Ma abolirlo del tutto non rischia di essere un rimedio peggiore del male?
    In assenza di un ordine di categoria non si rischia di consegnare il giornalista direttamente nelle mani del proprio editore?


Dulcis in fundo, una chicca...
A suo tempo seguii con attenzione la polemica scatenatasi tra Grillo e Mastella sull'opportunità (sostenuta dal primo, rinnegata dall'altro) di pubblicare le intercettazioni telefoniche sulla stampa.
Qualche giorno fa, però, Grillo, cogliendo tutti di sorpresa, si è scagliato contro l'Agenzia delle Entrate, "rea" di aver pubblicato sul web tutte le dichiarazioni dei redditi del 2005 (...ed anche la sua tra le tante).

Escludendo che il problema riguardi il canale d'informazione utilizzato (web o carta stampata), mi chiedo se Grillo ritenga pubblicabile un'intercettazione telefonica in cui una delle persone coinvolte dichiari espressamente il proprio reddito.

In definitiva, a mio avviso, Grillo è un ottimo buffone, un aggregatore di masse, a suo modo perfino un informatore... ma non mi sembra la persona più adatta a riscrivere le Leggi dello Stato!!

30 aprile 2008

26 aprile 2008

[VM] Noio volevom sabuar

Di ritorno da un blitz nel cuore di Milano.

Mentre percorro il corridoio di uscita a Capodichino ripenso ai miei passi che riecheggiano nell'enorme sala d'attesa semi-deserta dell' aereoporto di Linate all'arrivo.

Qui, invece, in pochi metri quadrati si è accalcata una vera e proprio folla in attesa.
Giuro di aver pensato "o aspettano qualcuno famoso, o mi stanno preparando il cappottone".

Intanto cerco di spiegare ad una coppia di turisti americani ed una famiglia francese quello che il giovane pulmanista prova a mimare da almeno 10 minuti: oggi è 25 aprile, non c'è possibilità di arrivare a Sorrento, troppo traffico e strada bloccata.
Se tutto va bene ci lascerà alla stazione di Vico Equense.

Loro sono avviliti, hanno la percezione che la loro vacanza in Italia sarà altro rispetto a quello che hanno sognato.
Allora provo a confortarli, gli dico che gli faccio strada io, che è semplicissimo.
In realtà però sto pensando che non riusciamo a prendere neanche l'ultimo aliscafo, e che l'unica alternativa è la Vesuviana delle 21:01 dalla stazione di Napoli Garibaldi... nè io nè loro mi sembriamo pronti a quest'atto di coraggio...

Un'ora e mezza dopo l'autista decide che Castellamare è sufficiente, ci sbarca tutti in fretta e furia su viale Europa, giusto davanti ad una pila d'immondizia, e riparte senza dare spiegazioni.

Osservo questa piccola truppa straniera attraversare con grande agitazione, immaginando semafori e strisce pedonali, evitando automobili a bordostrada che definire "parcheggiate" è eufemistico, assolutamente confusi dal caos, dai clacson, dalle sgasate dei motorini, dalle urla.

Provo a immaginare cosa farebbero, dove andrebbero a finire queste persone se non avessi deciso di accompagnarli a Via Nocera.

Penso al senso di ordine, di pulizia, di efficienza che mi ha pervaso nelle ultime 48 ore tra piazza San Babila e Cordusio.
E mi rodo dentro.

Da Come la vedo io


Probabilmente Milano è quello che Napoli vuol fare da grande, quando avrà deciso di scrollarsi di dosso questa adolescenza viziata e caparbia, riprovevole ma per certi versi sublime, che ci fa credere di poter dissolvere ogni problema con un tramonto a Via Caracciolo o un bagno a Mergellina.

21 aprile 2008

[VM] Un'ottima annata


"Un uomo dovrebbe riconoscere le sue sconfitte garbatamente così come festeggia le sue vittorie, Max.
Col tempo vedrai che un uomo non impara niente quando vince.

Perdere invece può condurre a grande saggezza.
Il nocciolo della quale poi è quanto sia più gradevole vincere.

È inevitabile perdere di tanto in tanto… il trucco è che non diventi un'abitudine."




In un periodo in cui piovono mazzate da ogni frangente anche una commedia non troppo originale può dire la sua...

15 aprile 2008

[VM] Scambio di voto


Un mio amico, che definirei molto più "nostalgico" che "liberale", ha commentato il risultato elettorale con un secco:

Giustizia è fatta


(... a te che stai leggendo, se vuoi firmati pure, io ti uso la cortesia dell'anonimato...)

Mi ha colpito molto... "Giustizia è fatta".

Magari è lì l'origine di tutti i mali della politica italiana, nel fatto che i due schieramenti usano la stessa parola per indicare concetti molto diversi.

La Giustizia , ad esempio, vogliamo che sia un valore personale o collettivo?
Che cosa ha a che fare, poi, con il Diritto?
Chi ed in che modo vogliamo che l'amministri?

Se non si è capaci di arrivare ad un accordo su questioni elementari ed al tempo stesso fondamentali come queste, allora è inutile che ci vengano a raccontare di riforme istituzionali e larghe intese.

10 aprile 2008

[VM] +27

C'è una frase che ultimamente mi rimbalza in testa quando mi sorprendo in eccesso di esaltazione o di avvilimento, o semplicemente quando mi sorprendo e basta.
La incontrai in una versione di latino di seconda liceo, Terenzio credo...
Eccola, in tutta la sua potenza lapidaria:

Homo sum, nihil humano alieno puto

che in italiano suona molto + blandamente:

Sono un uomo, non ritengo estraneo nulla di umano

traduzione sciatta e maldestra, alla quale si lascia nettamente preferire quella suggerita dalla filologa G. Nannini:

...siamo carne e fiato...

Ecco, questa mi sembra davvero una cosa da tenere a mente.

Auguri.

3 aprile 2008

[VM] Bella d'estate

Chi un po' mi conosce sa bene che sarei capace di ricordare produttore e data di pubblicazione di una qualsiasi canzone da discoteca dal '90 ad oggi, ma sulla musica italiana alzo le mani...

Forse per rifarmi o forse solo per curiosità ho comprato (...e sottolineo COMPRATO ;-)) l'ultimo album dei Neri per Caso che si chiama Angoli Diversi.

L'album si compone di dieci cover di pezzi italiani ricantati con la partecipazione degli autori originali: Via con Baglioni, 7000 caffè con Britti, Ci vuole un fisico bestiale con Carboni, Balla ballerino con Dalla, solo per citare quelle che preferisco.

Ascoltando, ho incontrato una canzone che non conoscevo.
Si chiama Bella d'estate, scritta nell'87 da Mango e Dalla.
L'ho sentita anche nella versione originale, ma preferisco quella più fresca e ritmata che c'è in questo CD.

Non sarà una pietra miliare del pensiero occidentale, ma racconta una storia che ho vissuto più volte, da ogni prospettiva e che pertanto riconosco come mia.
Ne appunto il testo qui sotto, chissà che non ci sia qualcun altro di voi coinvolto in queste strofe...

È solo un addio,
credimi, io non ci penso mai.
Vedo che hai pianto,
tu lo sapevi, ma da quando ?
Bella d'estate vai via da me...
Notte d'incanto
è bello vedere le luci laggiù...
io sono stanco
non voglio parlare... parla tu...
bella d'estate vai via da me...
Forse perché ti credevo felice così
proprio così, fra le mie braccia...
forse perché ci bastava arrivare fin qui
come onde di notte sulla spiaggia!

Piccoli fuochi,
noi siamo zingari di periferia,
i nostri sono giochi
che durano poco
e la notte li porta via...
bella d'estate vai via da me...
Forse perché ti credevo felice così
proprio così, fra le mie braccia...
forse perché ci bastava arrivare fin qui
come onde di notte sulla spiaggia, oh !

Chiudi gli occhi se ti senti per sempre così...
ancora qui tra le mie braccia...
per tutti e due basterebbe tornare fin qui
come onde di notte sulla spiaggia...