16 marzo 2009

[QEV] III di Quaresima - Coro d'Israele

Clessidra della Quaresima è la Luna.

Prima di scrivere questo post mi affaccio al balcone per accertarmi che non sia più tonda come una moneta, ma che il pezzo che manca sia ben visibile.

Quando si riempirà di nuovo, sarà per illuminare la mia marcia silenziosa, per splendere sul saio e sul cappuccio, per ricevere il mio canto.

La stessa Luna, la stessa aria che odora di polline, che immagino essere stata millenni fa a Gerusalemme, testimone di questa conversazione.


Coro d'Israele

"Dicono che il figlio è del Re."

"...saranno le solite invidie..."

"No, me l'ha detto mia cugina che lavora a Palazzo.
Dice che da quando il marito è morto, lei si è trasferita lì."

"E con questo?
Non è un'opera ammirevole prendersi cura delle vedove,
per di più incinte?"

(vento tra gli ulivi)

"Ti ricordi quando il marito è stato richiamato dal fronte?
Pare che non sia voluto tornare a casa.
Il Re glielo chiedeva e lui si rifiutava.
Si dice che sapeva già tutto,
e allora si è inventato la storia che a dormire nel suo letto faceva un torto ai compagni al fronte.
E così si è accampato nel giardino del Palazzo."

"Senti,
Uria era uno straniero, un Ittita:
quelli pensano solo alla guerra,
se ne fregano di moglie e figli...
Tu, al posto di Betsabea,
che avresti fatto?"

"Uno straniero, appunto:
si è mai visto uno straniero
tra le guardie scelte del Re?
Magari Davide aveva premeditato tutto dall'inizio..."

"Uno straniero, è vero.
Di quelli che ci rubano donne e lavoro.
Non mi dispiace della morte di Uria
e non biasimerei il Re, anche se fosse colpa sua.
E dovresti fare così anche tu.
E dovresti fare anche molta attenzione
a parlare del Re in questo modo..."


Cor mundum crea in me, Deus,
et Spiritum rectum innova in visceribus mei.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
e suscita in me uno Spirito integro.

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