7 marzo 2009

[QEV] II di Quaresima - Canto di guerriero

Prima di mettermi in ascolto di un'altra voce che mi consegni un ulteriore frammento di Miserere, invito chi non ha la pazienza o la voglia di seguire questo strano percorso ad attingere direttamente dall'originale: la storia che vado esplorando è oggetto dei capitoli 11 e 12 del Secondo libro di Samuele.

Canto di guerriero

Van Rijn Rembrandt - Davide ed Uria

Le carovane dirette qui al fronte si caricano di generi di prima necessità: vettovaglie per l'assedio, cibo e notizie.
Chi, come me, ha anni di battaglie sulle spalle sa che più tortuoso è il percorso affrontato, più la notizia arriva roboante ed ingigantita, come a premiare la durata dell'attesa.
Per questo non credo che mia moglie sia davvero incinta del Re Davide.
E tuttavia non riesco ad escluderlo.

Come per il fornaio la farina e per il muratore la malta, così per il guerriero il Sangue.
Ne ho imparato il sapore, la consistenza, il valore.
Altro attrezzo del guerriero è la Lucidità, perchè nessuno sforzo sia profuso invano, nessun Sangue vada sprecato.
Questo mestiere mi sono scelto e non lo rinnego.

Ma nel mescolarsi di rabbia e incertezza, delusione e stupore, finisco per confondere il Sangue del Re con quello del nemico, di chiedere conto ad altri dei comportamenti di Davide.
Ed è ancora l'amaro del Sangue a riempire la bocca, quando cerco sotto la lingua il sapore di Betsabea.

Che senso ha il mio ruolo qui, senza più nè Casa Nazione da difendere?

Al prossimo assalto avanzerò da solo, quando il resto dell'esercito sarà in ritirata.
Rabbà, la città delle acque, sia il mio lavacro.

Libera me de Sanguinibus Deus,
Deus, salutis meae.

Liberami dai Sangui, o Dio,
Dio, mia salvezza.

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