5 ottobre 2008

[QEV] Delle chiese

Giuro che avevo intenzione di parlare di tutt'altro, per mollare un po' la presa...
Però poi mi è giunta la notizia che il tetto della chiesa appena sopra casa mia è pieno zeppo di infiltrazioni - qualcuno dice che si fa prima a misurare la parte di tetto che non "scorre".
La stima dei costi di riparazione si aggira intorno ai 300.000 euro.

La cifra è considerevole, così mi sono chiesto se non abbia ragione Jezz, se non si possano impiegare meglio questi soldi (sempre ammesso che si trovino!!)

Ho immaginato Don Francesco, il parroco dai modi burberi ma dal gran cuore, continuare a celebrare, fingendo di ignorare i goccioloni e le pozzanghere, fino alla notifica di inagibilità dei vigili del fuoco.

Allora Francesco prenderebbe le Specie Eucaristiche e le metterebbe in salvo nella bacheca del suo salotto, svuotando - allora sì, caro Zulin - la chiesa di Dio.

(E qui mi permetto di annotare che, per chi crede che l'ostia consacrata sia vero Corpo di Cristo, non esisteranno mai chiese troppo grandi o troppo sfarzose)

Dopodiché Francesco chiuderebbe il pesante portone a doppia mandata e abbandonerebbe la struttura alle intemperie ed al degrado.
Ma siccome è un sacerdote dal gran cuore, come dicevo, continuerebbe il suo ministero, celebrando nei parchi, nei condomini, nelle case.

Purtroppo però la nostra Comunità è molto più pigra rispetto a quelle dei primi cristiani e nel passaggio di casa in casa Francesco ben presto si troverebbe a celebrare con pochi intimi finchè non sarebbe trasferito altrove.

Con buona pace di Chi aveva chiesto "Fate questo in memoria di me".
(Lc 22,19)


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Per Zulin, che voleva sapere la mia opinione sui commenti all'ultimo post... io credo che si tratti di un circolo vizioso: più le chiese si svuotano e più sembrano inutili, e più continuano a svuotarsi.

Per spezzare questo "maleficio" credo che i cristiani dovrebbero scrollarsi di dosso quella "puzza di morte" di cui parla giustamente Jezz, per profumarsi di entusiasmo.

Credo che dovrebbero saltar giù dal letto come grilli alla prima campana della domenica mattina - ed in questo confesso la mia pigrizia - e precipitarsi in chiesa per accogliere la Parola e per far esperienza di Comunione con gli altri e con Dio.

Se sperimentassimo questa fretta, propria di chi muove verso Dio (ad es. Es 12,11 o Gv 20,4), o se solo la scorgessimo negli altri, allora ogni discussione sull'utilità delle chiese e sull'effettiva presenza di Dio in esse scioglierebbe come neve al sole.

5 commenti:

  1. Ola Paolo...prima di commentare vorrei fare una premessa...io non sono ateo...non so quale sia la verità, ma ritengo che tutto ciò ha avuto origine da qualcosa e quel qualcosa che lo si voglia chiamare Dio o Caos o Natura…ha creato indirettamente anche noi...tutto qui dirai tu...già tutto qui (almeno per ora). Non so se siamo stati creati volontariamente da tale entità...non so se essa esista ancora...non so se veglia su di noi...ma mi basta sapere che mi ha creato e ne sono felice.In questo mondo ho imparato a convivere con cristiani e atei e fondamentalmente entrambi sono sullo stesso piano...un ateo e un cristiano potrebbero continuare fino alla morte a discutere sulle loro posizioni e nessuno prevaricherebbe sull'altro...entrambi credono in qualcosa (l'ateo crede nel non credere,perdona il gioco di parole)...non sanno.Ora detto ciò preferisco la visione cristiana con cui tutto sommato ho dei punti in comune soprattutto per quanto riguarda i miei principi morali.Detto ciò veniamo al commento al nuovo post...leggendolo non ho potuto fare a meno di ricordare il film di Don Camillo col mitico Fernandel in cui si verifica più o meno la stessa cosa (causa infiltrazioni la campana della sua chiesa crollerà ma verrà poi ricostruita coi fondi dei cittadini e di "Peppone".Tuttavia resto fermo sulle mie posizioni...con i soldi con cui si mantengono le chiese si potrebbero salvare molte vite umane e visto che i cristiani aiutano il loro prossimo perchè ciò non avviene? Zulin afferma che io osservo solo il dito e non la luna...però come dito mi sembra abbastanza grosso...perchè così facendo contraddicono uno dei cardini della loro religione...vedere una chiesa semplice (non decadente) ma semplice non mi turberebbe...ma quando vedo all'interno oggetti d'oro,dipinti e statue di elevato valore mi sento preso per i fondelli...sapere che la collana d'oro al collo di un cardinale poteva salvare la vita di 50 bambini mi fa accapponare la pelle...Infine ricollegandomi all'entusiasmo...i tempi oggi sono cambiati...i giovani sono cambiati...la chiesa e le sue funzioni sono rimaste ferme...per portare entusiasmo secondo me la chiesa farebbe prima ad adattarsi ai giovani e non il contrario...non dico di arrivare al livello di sister act,ma certo un pò c'è da svecchiare...dopotutto chissà che Dio non ami una bella messa rock!Il futuro è nei giovani...poco mi importerebbe se nel pieno di un esibizione cantata rockeggiante la vecchia 80enne se ne andrà sconsolata...sarei felice che 50 ragazzi siano entrati al suo posto per ringraziare Dio a modo loro.

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  2. Caro Pablo,
    oggi più che mai mi sento lontano dal mondo che spesso descrivi. In ogni discussione finisco sempre con l'arrocarmi sulle mie "solide" posizioni anticlericali e sulla "convinzione" che le "convinzioni" altrui siano il frutto di una totale assenza di ragionamento (volontaria/inconsapevole).E la cosa che mi sento dire più spesso, quando rimarco le nefandezze, gli errori, le presunzioni...è che io parlo della chiesa, "...che è fatta di uomini".Quasi fosse questa la giustificaizione. Paradossalmente è proprio in questo punto, per mia esperienza, che ho trovato gli elementi di contatto più interessanti e stimolanti.Uomini e donne di "fede" veri, attivi, mai domi, pazientosi, gioiosi e sorridenti,orgogliosi e "capa tosta". Belli nella capacità coinvolgere, impegnare e lottare (anche se spesso "solo" con la preghiera). Meritevoli di rispetto e di ascolto sempre.
    E quindi ci stanno "e buon" e "i malament",e sono convinto del fatto che se la platea è vuota, forse sul palco c'era un "teatrante", e non un attore vero. E se si rompe la chiesa perchè i soldi li cacciano i fedeli?....un pò come dire....se fallisce Alitalia perchè i soldi li cacciano i cittadini? E allora povero Francesco, che fa l'attore, ma il teatro se lo deve aggiustare da solo....oppure lo deve improvvisare, magari con il costume che non è adatto. Ma dici bene tu, lui lo farà lo stesso, e dobbiamo ringraziarlo se riuscirà a farsi a scoltare, se creerà una coscienza, se seminerà quei principi ovvi e fondamentali (ormai non più ovvi e fondamentali) e dobbiamo essere contenti pure se la chiesa si aggiusta, e se si ricrea una comunità che discute e si confronta, che aiuta il prossimo e risveglia i pigri. Abbiamo bisogno di ottimi attori, di ogni genere perchè siamo caduti in basso che più basso non si può. L'alternativa e "la barbarie dei secoli bui"..come diceva giorgio bocca in un editoriale di un pò di tempo fa

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  3. @jezz
    non è la croce d'oro....o il quadro di valore...come dice Paolo, se lì c'è davvero cristo, allora nessuna chiesta è abbastanza grande o sfarzosa. Di soldi la chiesa ne gestisce ben altri, in ambienti che noi nemmeno immaginiamo, tra quei pochi che giocano con i soldini del mondo, un pò come fosse un monopoli.

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  4. Ho finalmente riacceso il cervello; e sono di nuovo in grado di sostenere questa discussione:

    @Jezz sull'allegoria del dito e della luna: sono daccordo, è un gran bel ditone, ma se non è grande quanto la luna non vale la pena di stare ad osservarlo troppo. E' vero: la collana di un cardinale salverebbe 50 bambini africani dalla fame; ma è ancora più vero che un cardinale è una persona assennata e consapevole (molto più di me e te), e (più di me e te) è capace di dare una valore alla vita di 50 bambini africani, e se sceglie di tenersi stretta la sua collana, ci sarà un motivo, magari non giusto, ma sicuramente dettato da una consapevolezza più elevata della nostra (e non per forza solo per vanto o avarizia o pigrizia: un cardinale è prima di tutto un uomo di virtù).
    Invece sono pienamente d'accordo con te quando professi una chiesa rockeggiante, insomma: Gesù si è sforzato tanto di spiegare le cose alla gente "ingorante" usando migliaia di esempi (storie di pastori e pecore, vinaioli e assennati padroni), Non capisco perchè la chiesa non debba seguire questa linea SEMPLICE e CHIARA disegnata da Gesù, ma anzi decida di evangelizzare con una lingua (il latino) che nessuno capisce più, bah!
    Ma ancora una volta sto usando le scritture per giustificare un mio pensiero, la pianto qua.

    Veniamo al post: purtroppo Depa, hai centrato la corda giusta. Hai beccato il tasto stonato. Se Dio è nell'ostia consacrata, perchè la gente che fa la fila per servirsene, ritornando al posto non è invasa dalla Grazia, dalla Letizia, dalla Luce, dall'Entusiasmo?
    Qui sta il mio peccato: che Dio stia in quell'ostia è una medicina che è dura (davvero dura) da mandare giù.
    Ricordo le parole di Nietzsche (insegnatemi da una predica del mio anziano parroco): "Come posso io credere nel tuo Dio se esci dalla chiesa con quella faccia".
    Quando entro al cinema, le facce della gente che sta uscendo mi rivelano un po' del film, quasi si capisce se il film è davvero bello oppure no; e se il film è brutto, non è quasi mai colpa della platea, (e qui skarabeo fa una giusta osservazione) è colpa degli attori.

    Il circolo vizioso che descrivi è esatto, dannatamente esatto: Chiese vuote -> Chiese che sembrano inutili -> Chiese che si svuotano. Mi chiedò però da quale fronte debba venire lo stop.

    PS: hai vinto... ci faccio un post su sta cosa.

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  5. Pace e bene, premetto che sono di parte e che ho seguito con profondo interesse i vari commenti che sono stati fatti a Paolo.
    Si potrebbe dire che le chiese sono delle opere d'arte che i nostri avi ci hanno lasciato a testimonianza della loro fede, e che pertanto non si può lasciarle decadere.
    E’ vero che la migliore prova della verità della nostra fede è la nostra vita e la testimonianza, a volte faticosa, di un rapporto personale con Dio, altrimenti si rischia di fare i commedianti. Non a caso l'epopea della evangelizzazione è da ricercarsi nelle arene dei circhi romani e di tutti i tempi, quando i cristiani hanno accettato la morte pur di non essere costretti a vivere diversamente dal loro credo, per non rinnegare quel rapporto personale con Gesù, il Cristo. E' vero che spesso, proprio noi che dovremmo essere i testimoni più attenti ed autorevoli non lo siamo, però la Chiesa non è fatta soltanto dalla Gerarchia, ma siamo tutti, consacrati e laici, responsabili nel mostrare od occultare il volto bello di Cristo.
    E allora? Che si può fare?
    Io credo che si possa incominciare a costruire rapporti umani veri; in fondo credere che un po’ di pane e un po’ di vino su cui sono dette delle parole divengano Corpo e Sangue di Cristo è molto più facile di credere che l’altro sia un bene per me e che io sia un bene per gli altri, un dono che va condiviso, perché la condivisione moltiplica, (scusate il gioco di parole).
    Vivere ciò ci farebbe gustare la bontà e la bellezza della verità della vita, e allora senza sforzo vedremmo la Gloria di Dio: l’uomo vivente (cf. profeta Isaia) immagine di Dio, suo sacramento. Sarebbe allora naturale vivere l’entusiasmo di cui Paolo lamenta la mancanza, la gioia di essere una chiesa, e sarebbe facile anche condividere i beni con i poveri della terra.

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