19 settembre 2007

[QEV] - Dell'età della sapienza

In questo periodo la scena politica italiana è dominata da un solo tema: il rinnovamento della classe dirigente.
I politici assemblano nuovi partiti, commissionano nuovi simboli, rispolverano vecchi ideali, riciclano candidati, si accusano e si auto-assolvono.
I cittadini si infervorano, si riuniscono, fanno fronte comune con i pochi strumenti a loro disposizione: l'ironia, la rabbia, la coesione.
Sembra che la panacea ad ogni male sia sostituire le facce vecchie (incluse quelle vecchie con lifting) con facce nuove, certi - chissà su quale base - che le facce nuove si comporteranno in maniera differente dalle facce vecchie.
Ben lungi dal voler entrare nel merito politico della discussione in questa sede, mi lascio interrogare da un altro aspetto di questo ragionamento: qual'è l'età della Sapienza?
Perché la mia educazione mi porta ad associare la Sapienza ad anziani canuti, a druidi ottuagenari.
Eppure da quanto detto sin qui si intuisce di un processo in atto di rivalutazione della "mezza età", dei quarantenni e cinquantenni rampanti, nuovi punti di riferimento delle scene non solo politiche, ma anche scientifiche e culturali internazionali.
In una società che aborrisce la morte e rifiuta l'invecchiamento, la regressione dell'età della Sapienza è consequenziale.
In questo contesto mi sovviene l'omelia teologicamente impeccabile e ricchissima di spunti di riflessione che questa domenica ha tenuto un mio caro amico d'infanzia, oggi "appena" ventisettenne, freschissimo di ordinazione sacerdotale e capace di catalizzare l'attenzione di una folla eterogenea per età ed estrazione sociale.
Immedesimandomi in lui immaginavo, durante il sermone, quanto dovesse essere difficile discutere di come il Vangelo del giorno potesse coniugarsi in maniera perfetta con esperienze di vita vissute solo marginalmente o non vissute affatto.
L'Esperienza ha un ruolo rilevante nella Sapienza, purché resti una via verso la Sapienza, e non diventi essa stessa Sapienza.
Gesu stesso insegnava nel tempio a soli 12 anni (Lc 2, 42 - 51).
Come a dire: non esiste età per la Sapienza; esiste nelle persone una predisposizione alla Sapienza che si manifesta differentemente da persona a persone nelle varie età.
E' compito di ciascuno di noi coltivare questa predisposizione ad ogni età ed in ogni condizione, e condividerla nell'interesse comune.

...e adesso si provi a spiegarlo ai politici...

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