22 dicembre 2010

[QEV] Avvento IV - Marcia

Nei post precedenti ho portato Isaia a visitare la mia terra.
E' importante per me dire che non ho "adattato" la Scrittura, ma l'ho tradotta, poiché credo che quando Essa viene proclamata allora aggancia la realtà che La invoca, fondendo il Suo insegnamento alla fiamma dei problemi, della cultura, del modo di pensare attuale.

Per questo Isaia è passato davvero da Terzigno e da Pomigliano ed ha profetizzato per loro una traiettoria chiara - identica a quella d'Israele millenni orsono: Desolazione - Distruzione - Rinascita.


Nelle pieghe della Scrittura c'è però un vincolo - come una condizione - affinché quest'ultimo passaggio si completi: lo traggo direttamente dal brano che verrà proclamato nella Notte Santa.


Il popolo che camminava nelle tenebre vide una Grande Luce
(Is 9,1)

Tu che stai leggendo, cammineresti al buio?
Io quando rincaso un po' più tardi procedo a tentoni con la massima cautela e - appena ho idea di aver raggiunto il letto - tiro un grosso sospiro di sollievo.
Invece qui si afferma che la Rinascita accade a chi sceglie di non fermarsi nonostante la cecità.

Guardo la mia terra avvolta in una tenebra densa come nebbia e decido che nonostante tutto occorre non fermarsi, occorre non scappare, occorre proseguire il cammino qui ed ora.

Auguri.

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