13 luglio 2010

[QEV] Il Samaritano

Inciampo annualmente nella parabola del Samaritano, dove è spiegato il concetto di prossimo, confrontando l'atteggiamento del sacerdote e del levita, che passano oltre l'uomo in fin di vita lungo la loro strada, con quello del pagano di Samaria, che invece gli presta soccorso.


Evito ogni discorso buonista o moralista, perchè ritengo invece che il vero insegnamento della parabola scaturisca dal fatto che il prossimo è un accidente.


Prossimo è superlativo di vicino e nessuno può garantirsi intorno solo persone gradite o congeniali.
In quest'ottica "Ama il Prossimo tuo" non è mica una dichiarazione di buoni propositi: è piuttosto un invito preciso e dettagliato a iniziare a sporcarmi le mani proprio da chi - per scelta o per accidente - trovo di fianco a me.

Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te,
né troppo lontano da te.
Non è nel cielo, perché tu dica:

chi salirà per noi in cielo,
per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire?
Non è di là dal mare, perché tu dica:

chi attraverserà per noi il mare
per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire?
Anzi, questa Parola è molto vicina a te,

è nella tua bocca e nel tuo cuore,
perché tu la metta in pratica.


(De 30,11-14)

La Parola è nella mia bocca e nel mio cuore, mi cammina affianco: non ho scuse per non interessarmi all'altro che trovo lungo la mia strada, non ho alibi per non coglierne la radice dell'essenza.
Mea culpa.

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