4 aprile 2010

[QEV] Domenica di Pasqua - Via di scampo

Hai mutato il mio lamento in danza,
la mia veste di sacco in abito di gioia.
(Sal 29,12)

Scopro una radice comune nella Pasqua ebraica e cristiana.
Dovessi riassumerla in un termine, userei la parola "scampo".

Innanzi tutto perchè scampo è passaggio indenne e dunque etimologicamente è Pasqua / Pesach / Passaggio.

Poi perchè scampa Israele all'angelo sterminatore che fa strage di primogeniti di uomo e bestiame in Egitto - "Occhio per occhio, dente per dente" reciterà la Legge consegnata a Mosè sul Sinai.
E scampa pure Israele alla schiavitù ed alla vessazione a cui era costretto, uscendo dall'Egitto in marcia verso il deserto.

Scampa Gesù Cristo alla Morte in maniera prodigiosa, come se la Morte non attecchisse alle sue membra, dal momento che da cattolico ne professo la Resurrezione nella Carne.
E scampa pure l'Umanità al rischio di vedere trionfare la Morte sul Dio Incarnato.

Ma in realtà Pasqua è più che scampo.
Perché in entrambi i prodigiosi eventi c'è più dell'esultanza per il mancato pericolo.
Quella che era notizia nefasta e presagio di sciagura, attraverso lo scampo, si rivela apoteosi di gioia ed enorme benedizione.
Mi da l'idea del proiettile, che dopo aver schivato la vittima, colpisce di rimbalzo l'attentatore.

Ecco allora che, a partire dallo stesso accordo, quella che era intonazione di lamento diventa musica da ballare; a partire dallo stesso ordito quella che era veste cenciosa si rivela manto regale.

Che la Pasqua che attraversa le nostre strade, le nostre famiglie, le nostre vite ci permetta di cambiare prospettiva, di smettere il lamento e di aprire le danze.

Auguri.

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