21 marzo 2010

[QEV] V di Quaresima - Cireneo

Com'è giusto che sia, ancor più che di vesti le processioni abbondano di croci.
Croci con bende o "della deposizione"; croci con drappi e stemmi delle congreghe - o "labari" - ed una croce, in particolare, portata a spalla da un incappucciato, che diventa

Cireneo


Quando finisce la salita?
Quanto dura ancora questo supplizio?

Neppure mi spetta questa Croce, non sono stato io a sceglierLa: mi è stata rifilata pescandomi tra la moltitudine, senza offrirmi possibilità di rifiuto.
Mi è stata imposta fatica senza barlume di guadagno.

Non è mia questa Croce.
Non ha la misura delle mie braccia, nè richiede il mio sangue come detergente.

Snervato, in una svolta della strada poco illuminata, lontano da ogni sguardo, l'ho posata furtivamente contro un portone.
Ho svoltato l'angolo ed ho percorso qualche metro.
Poi, con cautela, mi sono voltato indietro: magari qualcun altro se n'era fatto carico...

Incredibile a dirsi, la Croce mi stava seguendo.

E se mi nascondevo, Lei mi stanava.
E se acceleravo o rallentavo, teneva il passo.

Alla fine, esasperato, L'ho ripresa in spalla.
Non è mio il Sangue che Le farà da lavacro.
Ma ora so che richiede il mio sudore come linfa.

"Mentre Lo portavano via,
presero un certo Simone, di Cirene,
che veniva dalla campagna,
e gli misero addosso la Croce
perché la portasse dietro a Gesù."
(Lc 23,26)

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