21 febbraio 2010

[QEV] I di Quaresima - Gallo

Prima dell'alba del venerdì santo la chiesa si riempie di padri e di figli, di nonni e nipoti, di giovani e adulti.
I volti segnati dal sonno, la solita domanda: "Chi me lo fa fare?".
Il sommesso brusio che corre per le navate dura finchè non vengono chiuse le porte della chiesa.
Allora si fa silenzio ed i cappucci calano sui volti.
Il priore al microfono elenca l'ordine di uscita dei "martìri", ovvero dei simboli della Passione di Gesù Cristo, mentre i confratelli li assegnano ai partecipanti.
Ed io, che non so se riscirò ad esserci anche quest'anno, mi avvio a quell'istante fin da ora.

"GALLO"


Qualche anno fa, per la prima volta, la congrega a cui appartengo ha portato in processione un gallo vero.
E' seguita una marea di critiche: signore in pelliccia si sono riscoperte animaliste convinte, certe che il gallo era stato narcotizzato o almeno ubriacato.
Non sarebbe stato possibile ammansirlo altrimenti, specie portandolo tra due ali di folla.

Al termine della processione ho chiesto dettagli al ragazzo che lo portava, nonchè proprietario dell'animale.
Il gallo era semplicemente digiuno; per questo se ne stava docile e non cantava al sorgere del sole.
In qualche modo si era adeguato alla quaresima anche lui.

Sogno che quest'anno la povera bestia riesca a beccare qualche vermetto di nascosto, in modo che, pur stando tranquillo per tutta la durata del cammino, abbia la forza di cacciare un urlo al primo raggio di luce.
Sogno quell'urlo che scende per il corso principale, riempie la piazza, scuote i partecipanti alle processioni, gli spettatori, la gente che dorme... e pure le signore in pelliccia!!!

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Non Ti conosco.
Proprio a Te dico, che porti la Croce.
Non Ti conosco perché sei fuori moda, fuori dal mio mondo, dal mio modo di essere giovane.
Non Ti conosco perché conoscerTi significa mostrare una debolezza, come qualcosa di cui vergognarsi.
Non Ti conosco perché non ho niente a che fare con l'obbedienza, io faccio quello che voglio.


Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo!».
In quell'istante il gallo cantò.
(Mt 26,74)

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