8 settembre 2009

[PIF] Il conto (2/3)

George si imbarcò in una tersa giornata di ottobre, risalì l'Italia con viaggio di gran lusso rispetto a quelli a cui si era sottoposto prima di allora, e finì a Napoli, dove intanto pummarole non se ne raccoglievano più, ma in compenso si vendevano ancora cd falsi e borse LuìUitton.

Fu tra una retata al porto ed una notte a Gianturco che gli si accostò un distinto signore, senza guardie del corpo ma per scherzo del destino anch'egli in ampia camicia di lino.
C'era da far "spuntare" una piscina in un Grand Hotel a Ischia.
C'era da farlo a febbraio, il mese più corto dell'anno ma anche quello in cui l'isola è vuota.
Nessuna noia dalle forze dell'ordine, già si era tutti d'accordo.
28 giorni, lavoro finito, nessuna paga ma vitto e alloggio a cinque stelle: prendere o lasciare.
George prese.

La piscina fu completata il 25 febbraio.
Lui dormì tutta la giornata e quella seguente.
Quando finalmente si svegliò cacciò in fretta le poche cose nel borsone -lo stesso di sempre- ed andò via.


La segretaria lo raggiunse distrutta al molo.
Era scalza, con le scarpe in mano e colava trucco.
Nell'altra mano aveva una busta con un po' di soldi, premio spontaneo da parte del proprietario.
Appena le passò il fiatone, gli chiese di entrare a far parte del personale come inserviente.
"Naturalmente a nero" - si affrettò a precisare.
George scoppiò a ridere.

Così era finito lì, sulla soglia dell'albergo in quel 25 luglio, 34 gradi all'ombra, tasso di umidità 90%.
Era tutto impegnato a caricare le innumerevoli valigie di una rotonda signora americana quando la vide arrivare dalla strada principale.

Staccava netta dalle altre figure, pareva che nemmeno toccasse il suolo, che volasse, in quel turbinio di ricami e merletti bianchi.
Per tutto il percorso George non le tolse gli occhi di dosso, pur continuando il suo ufficio.
Quando lei giunse all'ingresso dell'albergo, gli infilò uno sguardo tra gli occhialoni da diva e l'ampia falda del cappello.
Lui per risposta le accese un sorriso sulla sua faccia nera che brillava come luminaria di festa di paese.
La marca degli occhiali era Louis Vuitton, come George non aveva mai visto scritto.


P.S. Grazie ad entrambi!!

2 commenti:

  1. Questa seconda parte mi piace ancora di più della prima...è incredibile per quanto è vera!!!.......ti racconto una cosa......ho voglia di raccontarla a tutti...annoierò un pò anche te....! Non so se conosci la fotografa joanne Dunn....cmq. è una fotografa molto brava e famosa....non è italiana, ha sposato un angrese e vive a ravello.....è la fotografa ufficiale di Villa Cimbrone e villa Rufolo....cmq. due settimane fa siamo stati a cena da loro (Paolo li conosce molto bene, ha fatto il loro sito ecc!) e lei mi ha detto che stava per pubblicare un libro con tutte le sue foto però aveva bisogno che qualcuno le scrivesse l'introduzione perchè la sua non le piaceva....! Mi sono offerta di farlo! Oggi mi ha mandato un'e-mail.....ha detto che le è piaciuta tantissimo e che la userà per il suo libro....(voleva addirittura pagarmi!!!)! Oggi è una splendida giornata....! Scusa se mi sono dilungata....vorrei regalare una margherita gialla a tutti quelli che possono capire una cosa del genere....però siete troppo lontani e quindi vi racconto solo come sono andate le cose!buona scrittura......

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  2. Grande!!! sono molto felice per te... e molto curioso di leggere quello che hai scritto!

    Ps fatto male a non accettare il pagamento...

    (E' la parte nichilista che oggi è debordante, sorry... magari la margherita virtuale la mette a tacere ;-) )

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