15 marzo 2008

[QEV] Domenica delle Palme

Di quest'idea sconsiderata che mi ha pervaso nelle ultime settimane - realizzare monografie di personaggi della Passione - conserverò l'esperienza straordinaria, quasi da voyeur, di addentrarmi nella mente di un tale che non ho mai conosciuto ed ascoltarne i pensieri.
Questo è quello che ho fatto: cercare di capire ciò che era accaduto e indovinare i pensieri ed i ragionamenti dei quegli uomini.
Nessun ricamo romanzesco, nessun volo di fantasia.

Ma - ancor di più - conserverò il commento di Francesca al primo post:
"Giuda potrebbe essere il tipo che stamattina faceva la fila al supermercato davanti a me".
Questo era esattamente lo scopo che mi ero prefisso.

Viviamo così a bagnomaria nel cattolicesimo che le Scritture hanno assunto per ciascuno di noi, anche per chi è ateo o di credo differente, una valenza epica, oserei dire fiabesca.
Questo processo finisce per minare la veridicità storica dei fatti e per sminuire la componente umana dei personaggi.
D'altronde si sa che nelle favole non ci sono uomini, solo supereroi.

Invece è proprio l'Umanità che a me interessa e che mi fa appassionare intensamente alle Scritture.

Passano i millenni, cambiano le tecnologie ma l'uomo resta identico.
Giuda è davanti a me al supermercato e mentre si muove con aria distratta tra gli scaffali gli leggo in faccia il rimorso per un gesto minimo che ha scatenato una reazione spropositata.
E così Giovanni, che rischia ancora ad una slot machine elettronica dopo aver perso tutto.
O anche Pietro, perdonato nell'istante in cui rinnega, amato mentre ancora è nel letto di un'altra.

Se si perde la proporzione dell'Umanità nelle Scritture, non si può capire l'ATTUALITA' della Passione.


James Jacques Joseph Tissot,
"Cosa vide il nostro Salvatore dalla croce"












I dotti spiegano che Passione è una cattiva traduzione di un termine derivato da "patior", e che dunque dovrebbe essere più correttamente indicata come "sopportazione, patimento".

Invece per me non esiste termine più adatto per indicare il sentimento viscerale ed incandescente nei confronti dell'Umanità che spinge Cristo su per il Calvario.
E' la Passione degli amanti, che annebbia la vista ed accelera i cuori, in cui l'uomo sperimenta la divinità e Dio abbraccia l'umanità.

Ad una persona speciale scrissi così, di punto in bianco, che la Passione è il tango che Cristo balla con l'Umanità a mezzo della Croce...
Allora mi avrà preso per pazzo... speriamo che oggi mi possa rivalutare!!
;-)


Buona Settimana Santa a tutti

1 commento:

  1. Stavolta mi autocommento, perché, neanche a farlo apposta, martedì sera ho partecipato ad una funzione di preparazione per le processioni...

    Ho resistito mezz'ora.
    All'invettiva del parroco: "Un cristiano non è tale se non ha la propria croce" sono crollato e sono andato via.

    Io la chiamo "Teologia del Dolore".
    E' molto diffusa, direi che è il filone dominante tra i cattolici.

    Ha l'indubbio vantaggio di far presa su chi attraversa periodi poco felici.

    Personalmente ho un rigetto profondo per questo tipo di approccio, preferendo infinite volte quella che chiamo - per contrapposizione - "Teologia dell'Amore", che spero di aver trasmesso in qualche modo nei vari interventi a tema su questo blog.

    Questo discorso mi sta molto a cuore; vi invito sinceramente ad arricchire questi commenti con le vostre idee ed esperienze personali in merito.

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