17 giugno 2008

[VM] Cetara-Vietri... sensations

Riporto quasi per intero un post che ho scritto domenica per NuotoPiano.it... la versione originale è a questo indirizzo, completa di foto e commenti.


Dovessi spiegarlo ad un neofita, direi che la traversata è diversa da una gara tra corsie perchè lascia il tempo di pensare.

Così mentro ero lì, un puntino che si dimenava nei 3,2 Km che separano Vietri da Cetara, pensavo.

Pensavo che ci vuole un bel po’ di originalità ed un pizzico d’incoscienza ad imbarcarsi in un’avventura del genere in una giornata nuvolosa, con mare freddo ed agitato e forte vento di libeccio, ma anche che avevo intorno altre 180 persone originali/incoscienti almeno quanto me che avevano preso la stessa decisione.

Pensavo che il limite tra coraggio ed idiozia, come ben spiegavano un po’ di tempo fa su GoSwim, è labile, e sapevo di averlo oltrepassato andando a tutta nei primi 500m, per non sciupare l’ottima partenza… adesso che la benzina era finita toccava sputare sangue per arrivare fino a Vietri.

Pensavo a quante volte avevo già fatto lo stesso errore, e sempre mi ero riproposto di non ripetermi più, e mi maledivo da solo.

Pensavo ad un modo per non far addormentare le mani nell’acqua fredda e mi chiedevo se avevo ancora i piedi, che ormai non sentivo più da almeno 1000 metri - per fortuna avevo la cuffia in silicone a salvarmi dalla sinusite ed un costume a pantalocino che il grandissimo Vespe aveva estratto provvidenzialmente dalla sua borsa, novello Mary Poppins… io che di solito provo costrizione pure a tenere gli occhialini!!

Pensavo, ed ogni dieci bracciate alzavo la testa, ma il campanile di Vietri non si muoveva a compassione e non voleva saperne di venirmi incontro.

Poi è successo che un’onda mi ha preso e mi ha spinto per 2 metri.

Allora ho smesso di pensare, di guardare il campanile, di lamentarmi tra me e me, ed ho iniziato a sentire l’acqua, a cercare di accordarmi al ritmo del mare, a rubare la vista di un angolino della meravigliosa costa ad ogni bracciata.

Ecco, in questa seconda parte di gara c’è stata quella sensazione gratificante di totale intimità con gli elementi che mi fa amare questo tipo di competizioni, infischiandomene di classifiche, punteggi, medaglie

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