5 gennaio e tre allenamenti di nuoto sulle spalle dall'inizio del nuovo anno.
"Sulle spalle" nel senso che è li che sento addensarsi la fatica.
Più che di una ripresa si tratta di una riabilitazione al nuoto, complici anche i sette giorni di influenza pre-natalizia che hanno del tutto cancellato qualche parvenza di fascia muscolare coltivata faticosamente nei mesi precedenti.
Venti giorni di stop sono un'eternità per chi nuota, ti fanno maledire ad ogni bracciata di non aver scelto gli scacchi o la briscola.
Ed il demone che intravedi danzare nell'appannamento degli occhialini ha gioco facile ad urlare che non ce la farai, che l'allenamento che hai in mente è incompatibile con il tuo stato di forma, che servirebbero bracciate molto più potenti e gambate ad un ritmo che non puoi sostenere.
Serve concentrazione doppia per far tacere questa voce incessante e per cercare di preservare l'aspetto tecnico, inevitabilmente condizionato dallo stato di forma carente.
Ciò che invidio ai grandi campioni non sono nè i record nè la struttura fisica imponente.
Più di tutto gli invidio la naturalezza del gesto tecnico.
Di quelle che mille volte mi hanno fatto pensare: "Domani in piscina faccio anche io così, guarda com'è semplice!!"... e poi puntualmante è andata a finire che ho provato a farlo l'indomani, e il giorno dopo, e il successivo...
Ho trovato in una serie di passaggi di hard disk la registrazione della gara dei 200 stile libero delle Olimpiadi di Atene 2004.
Per gli appassionati di nuoto una vera abbuffata: Thorpe, Van Den Hoogenband, Phelps, Keller, Hackett, Say, Burnett e Brembilla... ad occhio, senza voler far di conto, una quarantina tra medaglie mondiali ed olimpiche ai blocchi di partenza.
Ci fossero state due corsie anche per Popov e Rosolino...
La gara è presto raccontata: Van Den Hoogenband (VDH per gli amici) sa di aver una sola possibilità per metter dietro gli altri: PARTIRE A CANNONE!
Ed è quello che fa, tanto da girare ai 100 metri più di un secondo sotto il record del mondo.
Thorpe e Phelps si tengono in scia, con facilità disarmante, considerato il ritmo folle dell'olandese.
Verso la fine dei 150 VDH ha un lieve accenno di flessione.
Thorpe lo coglie al volo e fa una cosa che chiamare Virata è riduttivo.
Per quanto mi riguarda è qualcosa di simile alla Cappella Sistina per Michelangelo, a "My Way" per Sinatra o al gol di Maradona contro l'Inghilterra nell'86.
VDH entra in virata affiancato a Thorpe, perfettamente in gara, seppur affaticato, ma quando esce - virata un po' corta ma per nulla drammatica la sua - ha la testa all'altezza DELLA SPALLA dell'australiano.
Cinquanta centimetri, nel nuoto un'immensità.
Lì non hai certo tempo per pensare, ma sono sicuro che l'olandese in una frazione di secondo si sarà chiesto nella sua lingua: "Ma come c... ha fatto?".
Si chiama Acquaticità, dote innata per la quale non esistono nè ormoni nè anabolizzanti.
Thorpe sa di averla, e vi attinge a piene mani nel momento più opportuno e più alto della sua carriera.
L'ultima vasca è di passerella, con l'olandese cancellato dal punto di vista morale e fisico e gli altri a rincorrere. Ne vien fuori un record olimpico che vale infinitamente di più di un record mondiale, per la dimostrazione schiacciante di superiorità.
Spero che anche chi non è fatto di nuoto come me possa apprezzare questo video...
grazie mille per l'aiuto informatico...
RispondiEliminaf.