26 marzo 2011

[QEV] Tu, Altrui - III

Dove sei?

E' vuota la locanda dove hai cenato.
E' vuoto l'Orto degli Ulivi, dove amavi passeggiare di sera.
E' vuoto pure il Sinedrio, dove alcuni hanno detto di averti visto in catene.

Dove sei?

Di strada in strada, di casa in casa, di portone in portone vengo a cercarti.

Quando ero molto piccola pensavo che Pasqua / Pesach c'entrasse qualcosa con le imponenti muraglie d'acqua sollevate nel Mar Rosso, con la manna piovuta dal cielo nel Deserto o con la consegna dei Comandamenti ai nostri padri.
Invece non è di questo che facciamo memoria.

Facciamo memoria di un Angelo mandato dal Signore a sterminare bambini, passato di strada in strada, di casa in casa, di portone in portone, di stipite in stipite, Sciagura per le famiglie egiziane, Scampo per quelle ebraiche.

Senza averlo scelto, stanotte rimetto anche quella colpa.
Di porta in porta cerco mio figlio, l'unico figlio d'Israele, l'unico scampato all'eccidio di Erode.
Cerco il Figlio di Dio consegnato alle mani dell'uomo.
Il mio cuore si gonfia dell'urlo che fu di tutto l'Egitto, al mio solo Dolore il compito di mettere in pari i piatti della bilancia.

Dove sei, adesso?
Dove sei?

Già condannato il figlio
alle ribalde squadre
chiede l’afflitta Madre
"Il figlio mio,
il figlio mio dov’è?"

Corre per ogni via
incontra l’empia gente
e cerca Dio piangente
"Il figlio mio,
il figlio mio dov’è?"

Sale l’infame monte
con frettolosi passi
chiede ancora ai sassi
"il figlio mio,
il figlio mio dov’è?"

Interroga le meste
figliole di Sionne
"Ditemi o buone donne
il figlio mio,
il figlio mio dov'è?"

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