22 novembre 2009

[WV] Mala Tempora



Visto anche l'apocalittico 2012.
Effetti speciali molto curati - vedi la famosa scena dello tsunami che travalica l'Himalaya - e trama assai poco credibile - vedi la corsa in sottoveste di uno dei personaggi sul ghiacciaio tibetano.

Eppure se ne fa un gran parlare, si scrivono libri, si riesumano teorie cospiratorie e culture millenarie.

Sfilo dallo scaffale "Vita di Noè/Noah - Il salvagente", traduzione dall'ebraico ad opera di De Luca, e ne riporto la quarta di copertina:


"La fine del mondo è già accaduta.
E' descritta nel primo e non nell'ultimo libro sacro,
dura pochi versi del capitolo sesto di Genesi/Bereshìt.
Il creato si disfa sotto la più schiacciante alluvione."


Davvero De Luca ci guida tra quelle pagine che trasudano acqua da ogni Parola, acque che si abbattono dai cieli e acque che si gonfiano dalla terra.
E' un sipario che cala sulla prima creazione e ne risparmia la parte più improbabile, un barcone costruito da un pastore in un bosco.

Buona lettura, con buona pace di Hollywood e della New Age.

20 novembre 2009

[PIF] Non è mio

Quando si conclude la giornata e tutti sono già andati via, abbandona il bastone che usa per sostegno, si lascia andare sulla sua poltrona e contempla.
Rimira gli uffici enormi, pesantemente arredati, le statue in gesso all'ingresso ed il gioco d'acqua che ha fatto installare davanti alla sua stanza.
Con la mano irrequieta liscia le finiture, carezza le maniglie, cerca gli spigoli cromati delle sedie.
Inala profondo, come certi mammiferi che devono imparare l'odore del figlio per poterlo riconoscere.
Come un figlio per lui è quello spazio, e la sua discendenza è - più che altrove - in quell'immagine sfarzosa ed opulenta della sua azienda.

Tutto ha voluto curare - da solo - fin nei minimi dettagli: ha previsto la disposizione delle scrivanie, il dislocamento dei dipendenti, perfino l'orientamento delle mattonelle sul pavimento.
Ha spazzato via non solo chiunque si sia opposto, ma anche chi sia parso non del tutto convinto della necessità di quegli investimenti enormi.
Adesso, a lavoro concluso, affonda i sensi malandati nella sua creatura.

Perchè, prima di tutto, quel posto è un esercizio sensoriale, un orgasmo completo che - per quel giorno ancora - serra le difese della Vita contro gli avamposti della feroce Malattia che si porta dentro.

Così, per pochi minuti al giorno, non c'è più la montagna di debiti su cui quel gioco si regge, scompaiono i creditori e gli ufficiali giudiziari sempre alla porta, sbiadiscono i volti dei dipendenti vessati e disperati.
Esiste solo la violenta simbiosi tra lui e ciò che non è suo.


"Non è mio".
Pensiero resistente come un'incrostazione, sfacciatamente tenace.
Gliel'avrà impiantato la Malattia in qualche recondito anfratto del corpo, per renderne più difficile la rimozione.
L'ha covato involontariamente mentre il suo progetto prendeva forma, finchè ora - ad opera completata - gli è esploso dentro con inaspettata potenza.
"Non è mio" non è capriccio di bambino, è casomai anticipo di una dichiarazione di resa.


Adesso estrae un mazzo di tarocchi, camuffato in un tiretto tra le varie scartoffie.
Glielo regalò la sorella, quando ancora si rivolgevano la parola.
Mescola, alza e tira tre carte.

"Asso di Denari", "La Ruota della Fortuna", "La Morte".

Le osserva.
Sulla faccia scavata, da destra a sinistra, lo attraversa un'ombra di sorriso.
Rimette le carte nel mazzo e, testardo, mescola daccapo.

17 novembre 2009

[POST-IT] Concime



Qualche giorno fa ho raccolto una frase che potevo usare per creare un gruppo su Facebook o pubblicare qui.
Sbagliando consapevolmente, scelgo di pubblicarla qui.

"Periodi di merda capitano a tutti.
Quelli bravi ne fanno concime."

6 novembre 2009

[PIF] L'inseguitore

Roberta insegue.
Lo fa da seduta in uno spicchio di sole sul sagrato malconcio della sua vecchia chiesa.
Insegue con l'irruenza dei suoi venti anni e con una nuova cicatrice sul cuore.

Roberta insegue con gli occhi la bara del padre che passa un palmo oltre le facce dure di pochi parenti e tanti creditori.
Quando la bara entra nel carro funebre, Roberta avverte la vertigine di un nuovo tempo, di una nuova stagione di vita alle porte; di riflesso si aggrappa alla sua immaginazione e si lascia portare alla scoperta della sua gioventù andata perduta in una notte d'ospedale.

Guglielmo, accucciato al suo fianco, intanto riversa incessanti carezze, che lei subisce passiva.
Di risposta lo osserva ogni tanto sott'occhio e prova a misurare la distanza che passa tra lui ed un uomo: quando alla fine ne ha una stima precisa, con un sospiro, rinuncia anche all' immaginazione.

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Roberta ora insegue il corteo che si avvia a passo lentissimo per la salita, con la costanza ed il metodo del minatore contro la roccia.
Non spicca la sua assenza in prima fila, non si addicono i suoi tratti gentili e la sua figura minuta alle esternazioni plateali di lutto dei parenti.

Insegue quello sciame finchè non scompare dietro il primo tornante.
Misura le sue energie e capisce che non riuscirà a raggiungerlo.
In quell'istante comprende.
Roberta insegue perchè è partita in ritardo, è stata sorpresa dalla Vita, come un corridore distratto allo sparo dello starter.
Ed inseguirà sempre perchè la Vita non rifiata e non è disposta ad aspettare.

Avverte lo sconforto sulle spalle, come un peso che grava sulla nuca.
Allora siede lì, al centro della strada ancora bagnata di pioggia.
Piange senza lacrime e senza singhiozzi.

Alla fine - con sforzo sovrumano - si rialza e - pur barcollando per il forte senso di nausea - si rimette in marcia per la salita.

2 novembre 2009

[WV] Voce 'e grotte

Grotte di Frasassi



Descrizione: grotta carsica con formazioni calcaree

Luogo: Genga, provincia di Ancona

Costo: 15€ per una visita di 75 minuti

Infrastruttura: vasto parcheggio  di circa mille posti auto con possibilità di tariffazione ad ora, mezza giornata e giornata intera.
Ampio spiazzale con punti di ristoro, vendita souvenir ed area boschiva attrezzata;
Sistema computerizzato di regolazione della temperatura e dell'umidità all'interno delle grotte
    Modalità di visita: si accede in gruppi di una trentina di persone per non sovraffollare le grotte e non alterarne il microclima.
    Prima di iniziare la visita, la guida informa che è vietato appoggiarsi o toccare le concrezioni presenti perchè - ci spiega - le impurità presenti sulle nostre mani inibirebbero la crescita delle stesse.
    Segue approfondita spiegazione geologica della modalità di formazione delle grotte e del processo di generazione di stalattiti e stalagmiti, dettagliando per ciascuna sfumatura cromatica assunta gli elementi chimici che la determinano.

    Aneddoto: All'ingresso nella grotta, davanti allo scenario superbo che si presenta, si sente esclamare in fondo al gruppo: " 'Opp bell, pare nu presepio!! " [Troppo bello, sembra un presepe]

    Mi giro e scopro un signore intento a filmare il tutto con il cellulare.
    La guida lo richiama, sottolineando che l'Ente che ha in gestione le grotte ne detiene anche i diritti d'immagine.
    Il signore si scusa, annuisce mortificato, attende che la guida riprenda la spiegazione e ricomincia imperterrito.
    Durante il percorso di tanto in tanto la guida lo richiama di nuovo - in un crescendo di disperazione -, lui si ri-scusa, finge di ri-mortificarsi e infine di nuovo ri-comincia.
    Dopo oltre un'ora di percorso e di spiegazioni dettagliatissime della guida sul processo di gocciolamento che forma stalattiti e stalagmiti, una goccia caduta dalla volta centra in pieno l'obiettivo del cellulare del signore.
    Lui - come se si rivesvegliasse all'improvviso - strattona il figlio e gli dice: "Bell... ma mò jammuncenne, ca cà ce chiove aint!!" [Bello... ma adesso andiamocene, che qui ci piove
    dentro!!]