A grandi linee il supereroe Hancock è chiamato a scegliere tra l'Immortalità e l'Amore... una specie di City of Angels, solo più orientato alla commedia.
Il resto vada tranquillamente nel dimenticatoio...
"Il Tempo e la Felicità", dicevo... un libro di De Crescenzo di qualche anno fa si chiama proprio così, e ne suggerisco la lettura.
Per esprimere ingegneristicamente la mia idea, direi che la Felicità è funzione decrescente del Tempo.
D'altronde l'uomo è un animale adattativo, incapace di godersi pienamente ciò che ha acquisito senza iniziare a pensare, in cuor suo, ad altri obiettivi da raggiungere... è la storia dell'evoluzione che ce lo insegna e forse, in fin dei conti, si tratta perfino una qualità.
Perdonate la crudezza dell'immagine, ma trovo che esprima a meraviglia il concetto...
Realtà:
Non importa quanto possa sembrare eccitante adesso, qualcuno da qualche parte è stanco delle sue str*****e
Non importa quanto possa sembrare eccitante adesso, qualcuno da qualche parte è stanco delle sue str*****e
E dunque? Siamo destinati a rincorrere la Felicità in eterno?
E chi di noi è credente, ritiene di essere stato creato per questo?
Io trovo che Dio abbia trovato una soluzione geniale al problema.
La soluzione è la Morte.
(...vado avanti solo per i valorosi che non sono ancora tornati sulla home page, ormai rassegnati...)
A me la Morte sembra una soluzione geniale.
Fate conto che ad ognuno di noi venga detto:
"Fai quel che ti pare, sappi solo che il tuo tempo su questa terra è limitato".
(...e qui darei un occhio a Mt 25,14-30)
Al che immediatamente mi chiederei: "Come posso impiegarlo al meglio?"... butto giù due idee:
- "Ecco, diventerò un uomo ricco e potente, spenderò la mia vita in una scalata al potere senza pari: lavorerò notte e giorno e il mio nome resterà nella storia".
- "Mi farò travolgere dai piaceri, dal vino, dalle droghe e farò sesso ogni notte con una donna diversa".
- "Aprirò la mia mente ai grandi interrogativi, accumulerò un oceano di Sapienza e sarò faro per le generazioni future".
Ma al mio orecchio il re Salomone, il più grande d'Israele, mi sussurra:
"Vanità delle Vanità, tutto è Vanità"
(Piccola nota a margine: ho letto molte stimolanti discussioni sulla rispondenza del termine "Vanità" all'originale ebraico.
Io abbraccio "Vanità", con l'accortenza di spogliarlo del valore di "Frivolezza, Vanagloria" che gli attribuiamo oggi e riportarlo all'accezione di "Essenza di ciò che è Vano, Inutilità" che intendeva San Girolamo nella prima traduzione)
Io abbraccio "Vanità", con l'accortenza di spogliarlo del valore di "Frivolezza, Vanagloria" che gli attribuiamo oggi e riportarlo all'accezione di "Essenza di ciò che è Vano, Inutilità" che intendeva San Girolamo nella prima traduzione)
Come a dire che in nessuna di quelle attività troverò traccia di una Felicità persistente.
Poco più avanti in Qoelet si incontra il passo - che ho già riportato - in cui si assegna un tempo, un istante per ogni emozione e per ogni attività: ridere e piangere, amare ed odiare, nascere e morire.
E subito dopo Salomone chiude così:
"Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché si occupino in essa.
Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine.
Ho concluso che non c'è nulla di meglio per essi, che godere e agire bene nella loro vita; ma che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro è un dono di Dio."
Forse il trucco è tutto qui: finchè cerco di raggiungere uno stato di Felicità eterna ed immutabile rischio solo di rovinarmi la vita; imparando invece a godermi la vita in ogni suo istante, in ogni suo tempo, alla fine sono sicuro che esclamerò:
"Ne è valsa la pena!!"
PS ...inizio a convincermi che Salomone dovrebbe reclamare i diritti d'autore da "The Big Kahuna"... :-D
miiinkia....
RispondiEliminaincredibile... sono arrivato alla fine del post... e credo di averlo pure capito (se non altro per il fatto che mi è piaciuto The Big Kahuna), ma devo ammettere che è stata dura, su "Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché si occupino in essa" stavo per mollare.
Leggendo di te che citi Salomone mi sono emerse alla mente le parole di Petrus, il mentore di Choelo durante il suo cammino di Santiago: "Ricorda, che il Diavolo si trova nei dettagli".
Per quel che riguarda l'eterna ricerca umana della Felicità: a giorni trovi un mio commento (più verboso) sull'argomento, sul mio Blog. Ancora una volta mi sei stato di ispirazione, grazie.
PS: direi che questo è il posto più bello che è mai comparso su questo blog. E non solo per via delle chiappe in bella mostra.
Sisi bisogna accontentarsi delle piccole cose...inutile rincorrere cose irrangiungibili come la felicità eterna...quello che voglio è cercare di vivere serenamente una vita semplice e ti assicuro che mi basterebbe veramente poco (un buon lavoro,qualche amico e una donna che mi ami accanto).
RispondiEliminajezz:
RispondiEliminaun buon lavoro, qualche amico e una donna che ti ami? Non direi che è poco.. (IMHO) sai?
(oggi mi sento cattivo, chissà perchè?)
@jezz:
RispondiEliminaPermettimi una piccola annotazione: io non credo che ci si debba "accontentare" delle piccole cose, credo proprio che la Felicità, nella sua forma umanamente raggiungibile, sia insita in esse.
Scusa il puntiglio, ma è una questione alla quale tengo moltissimo.
@Zù
Sul verso che hai citato devo ammettere che la traduzione che ho linkato non è tra le più aderenti all'originale.
Dalla solita traduzione di Erri De Luca scopro che l'ebraico miscela in quella frase una sorta di offerta divina e di risposta da parte dell'uomo.
Con questo in mente il passo diventa senz'altro più leggibile.
Per il resto come ben sai il post è solo un pretesto per sbattere due belle chiappe in home page ;-)
...occhio che dal prossimo post inizio a usare il copyright!!!
:-D:-D:-D