Dunque vediamo un po': Superbia, Invidia, Ira, Lussuria, Avarizia, Gola ed Accidia... ci sono tutti, sembrerebbe! :-)
(E' un po' come con i nani di Biancaneve...
tra l'altro mentre i vizi si distinguono per significato,
chi si ricorda che differenza passa tra Mammolo e Gongolo???
Io sono per riscrivere la fiaba come "Biancaneve ed i 3 nani":
Cucciolo, Dotto e uno per tutti gli altri 5... facciamo Eolo...)
tra l'altro mentre i vizi si distinguono per significato,
chi si ricorda che differenza passa tra Mammolo e Gongolo???
Io sono per riscrivere la fiaba come "Biancaneve ed i 3 nani":
Cucciolo, Dotto e uno per tutti gli altri 5... facciamo Eolo...)
Giobbe, che alterna sempre alla parte esilarante dello spettacolo qualche riflessione di carattere umanitario, ha sottolineato più volte il fatto che, benchè il vizio del singolo possa essere fastidioso, il vero problema sorge quando una popolazione si riconosce in un vizio e lo esalta a proprio modello culturale.
Si guardi, ad esempio, alla Germania nazista che si riconosceva nella Superbia al punto da sublimarla in Razzismo, o ai paesi occidentali odierni che esaltano l'Avarizia al punto da autoinvitarsi in casa di molti paesi disagiati a sfruttarne le ricchezze.
Alla fine dello spettacolo mi sono chiesto quale dei sette vizi fotografasse meglio gli italiani di oggi.
Mi sembra una riflessione importante per capire da che parte ci stiamo avviando.
Dalla mia breve riflessione direi che siamo avari, iracondi e lussoriosi quanto gli altri popoli occidentali e stiamo recuperando terreno - sigh! - in fatto di superbia ed intolleranza.
Mancano all'appello Gola e Accidia, sulle quali mi sono arrovellato un po' di più.
Se per Gola si intende la ricerca atavica di cibo, credo che l'Italia sia in linea con gli altri paesi europei, pur godendo di una cucina migliore.
Se invece, come Giobbe suggeriva, si legge nel vizio della Gola la metafora dell'Avidità dei Beni, allora la situazione si fa più complessa.
Chi di noi non ha mai avuto in famiglia dissapori per questioni di eredità?
Chi non si è sentito sminuito dal servizio del TG sulla ventesima villa di Berlusconi o sul megayacht con cui Briatore ha fatto il viaggio di nozze?
A nostra parziale discolpa va detto che si tratta di un vizio indotto dal bombardamento mediatico che propone i Beni possieduti come unico metro di misura della personalità.
A nostra parziale aggravante va detto che continuiamo sadicamente a sottoporci al suddetto bombardamento.
E poi c'è il vizio che mi spaventa di più: l'Accidia, ovvero l'indolenza, lo spreco del proprio tempo.
Mi spaventa a morte vedere le nuove generazioni impegnate a tempo pieno nell'Accidia.
Scarsissimi interessi, rarissime iniziative, solitamente abbandonate quasi subito.
Mi trattengo dal confronto con la mia adolescenza, perchè non credo sia giusto paragonare le generazioni e perchè finirei senz'altro per autocompiacermi.
Annoto solamente questa progressiva perdita di coscienza, questa sorta di stato catatonico in cui mi sembrano scivolare le nuove leve, che arrivano talvolta perfino all'esaltazione della propria nullafacenza, quasi che fosse una nota di merito.
D'altronde se aspirassi a diventare tronista o velina, mi allenerei alla nullafacenza sin dalla tenera età...
...Vi prego, ditemi che mi sto sbagliando....
miii che invidia!!! volevo esserci pure io allo spettacolo di Covatta!!! mi è proprio passato di mente, che rabbia! Vabbè, mi sono risparmiato un po' di soldi a non andarci. XD.
RispondiElimina.........
Personalmente eleggo anche io l'Accidia come peccato capitale degli italiani. Intesa come quel peccato che si commette quando si ha la possibilità di fare una cosa e si preferisce non farla.
Che si commette quando non ci si reca alle urne, tanto "chi sale al governo non sarà migliore del precedente";
che si commette quando si accettano senza una smorfia leggi che violentano l'italia e la sua economia;
che si commette ogni volta che un furbo la fa franca e nessuno se ne lamenta;
che si commette ogni volta che si accende la televisione e non si resta disgustati.
Nelle (sempre più) rare volte che vado a messa, resto in silenzio per quasi tutta la cerimonia; recito sempre a alta voce un solo verso di una sola preghiera: "... perchè ho peccato, in pensieri, parole, opere e omissioni..."
Su una cosa però ti sbagli!
Non tutte le nuove leve (come mi fa sentire vecchio questo termine!!) fanno del niente il loro modo di vivere. Sono convinto che solo poco meno della metà scivoli nella nullafacenza, nell'oblio dell'iniziativa. Una buona parte continua interessarsi alle cose, continua a rispondere agli stimoli, continua a cercarne di nuovi, continua a porsi le domande, continua a cercare le risposte. Insomma non tutti i giovani sono da ardere!
E' questione di proporzioni: spero davvero che sia come dici tu, una buona parte dei giovani quella attiva...
RispondiEliminadal mio punto di osservazione è un fetta molto + ristretta :-(