Qualche anno fa, guardando le processioni sfilare, rimasi colpito dal gran numero di martìri che consistono di vesti, panni o drappi.
C'è l'asciugatoio, portato insieme al catino, entrambi usati per la lavanda dei piedi.
C'è la veste purpurea, di cui Cristo è rivestito per scherno dai romani, insieme alla corona di spine ed alla canna usata per scettro.
C'è la tunica, cucita da Maria di un sol pezzo secondo i Vangeli, che i soldati si contendono ai dadi.
C'è il drappo detto della "Veronica", su cui resta impresso il volto di Cristo.
Ci sarebbe spazio pure per le vesti stracciate dal sacerdote, al sentire che Gesù si proclama Figlio di Dio, ma la tradizione delle congreghe nostrane sorvola su di esse.
Subito dopo la Croce, poi, iniziano le bende della deposizione.
Registro la blasfema visione della Via Crucis come di lunga sfilata con cambi d'abito.
Da questa tradizione sfugge un solo punto, il più alto.
Il Crocifisso, solo, è nudo.
Protetto appena, secondo pudica tradizione, da un velo all'inguine, che dubito ci sia stato realmente.
Il Crocifisso è spogliato del superfluo.
L'Uomo e la Croce, questo è Essenziale.
"Vesti"
Trasferito da Roma senza motivo, per pura ripicca, in una caserma sperduta.
Neanche so in che parte del mondo mi trovo.
Gerusalemme, terra di Giudea.
Popolazione in fermento e caldo asfissiante.
Alloggi sporchi e trascurati da tutti, rancio scarso e maleodorante.
Se non c'è possibilità di aver riconoscimenti a Roma, se non per conoscenze dirette, figurarsi quiggiù.
Alle truppe vessate è lasciata come sola distrazione la possibilità di sfogarsi sui prigionieri.
Il Nazareno, ad esempio.
Non gli è bastato frustarlo a sfinimento.
Ora l'hanno vestito di rosso, gli hanno intrecciato una corona di spine e con una canna per scettro lo hanno fatto re.
Poi, mezzo svenuto, lo schiaffeggiano a turno.
Ecco l'uomo.
Ecco la bestia che è.
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