La mia pro-zia dovrebbe mettersi a dieta.
Il sapiente dottorone prova a convincerla alternando toni amichevoli e toni più autoritari.
Invano.
Nelle generazioni che hanno attravarsato l'indigenza vige un rispetto sacrale per il cibo, tanto che consumarlo tutto, a prescindere dall'appetito, è considerato un valore.
Anche io - che per fortuna non ho conosciuto la Fame - ho ereditato questo insegnamento e mi trovo a disagio al tavolo di chi gioca a far palline di mollica e disprezza le parte della carne aggrappata all'osso.
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Guardo queste dodici ceste, traboccanti di quel che avanza della pagnotta ad un morso di bocca sazia.
Le guardo e provo l'insoddisfazione di chi vorrebbe un appetito più vorace per combattere questo sciupìo.
Sarà pur vero che "Chi Ama spreca", come ho sentito ripetere tante volte negli anni, ma chi è amato dovrebbe far di tutto per limitare il danno.
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