Di ritorno dalle ferie riposato, ritemprato ed anche con qualche nuova idea da proporre di qui a breve sul blog.
L'unico neo del periodo estivo è stato apprendere tardivamente della programmazione al Festival di Ravello di un incontro con Erri De Luca e - a seguire nella stessa giornata (!) - dello spettacolo teatrale di Gioele Dix, in cui l'attore ripercorre la carriera di Giorgio Gaber.
Colpito feralmente da questa notizia ho vagabondato per concerti jazz, spettacoli teatrali e mostre pittoriche, finchè non mi sono imbattuto esattamente in quello che ci voleva per risollevare il tasso culturale delle mie ferie: l'Expo Ischia.
...neanche Marco Marfè si sono voluti risparmiare...
Se questa è la "Fiera dell'Europa Mediterranea", non resta che emigrare verso il Mar Baltico.
QEV - TagList
30 agosto 2009
20 agosto 2009
[VM] Niente di più
Niente di più seccante che attendere ad oltranza un compagno di allenamento, vedendo sfumare con i minuti che passano l'opportunità preziosa di nuotare.
Niente di più liberatorio che tirare su le poche cose che servono - costume, occhialini e poco altro -, cacciare tutto nel sacchetto che in estate funge da borsa ed andare in piscina, solo, staccato da tutto e da tutti.
Niente di più refrigerante dell'entrata del tuffo - brivido che corre lungo la schiena - nell'ora in cui la canicola allenta la morsa ed il sole abbassa i suoi raggi.
Niente di più regale del velo nuziale di schiuma che segue l'emersione durante la rana. Non posso vederlo ma so che c'è.
Niente di più didattico dell'ombra stampata sul fondovasca, che mima ogni gesto e accentua ogni distrazione.
Niente di più buffo delle facce assorte dei villeggianti che osservano questo metronomo di carne e fiato marcare vasche su vasche al ritmo esatto di venti bracciate ciascuna, come se fosse uno spettacolo cortesemente offerto dalla direzione del campeggio in cui la piscina si trova.
Niente di più sorprendente che spingersi dal muro, girarsi sul dorso e scoprire, ancora un metro sott'acqua, che il cielo si è colorato di Notte, senza Luna ma con grappoli di stelle brillanti dappertutto.
Niente di più armonico dell'antica orchestra di onde e respiro.
Niente di più di questo, e niente di più.
Niente di più liberatorio che tirare su le poche cose che servono - costume, occhialini e poco altro -, cacciare tutto nel sacchetto che in estate funge da borsa ed andare in piscina, solo, staccato da tutto e da tutti.
Niente di più refrigerante dell'entrata del tuffo - brivido che corre lungo la schiena - nell'ora in cui la canicola allenta la morsa ed il sole abbassa i suoi raggi.
Niente di più regale del velo nuziale di schiuma che segue l'emersione durante la rana. Non posso vederlo ma so che c'è.
Niente di più didattico dell'ombra stampata sul fondovasca, che mima ogni gesto e accentua ogni distrazione.
Niente di più buffo delle facce assorte dei villeggianti che osservano questo metronomo di carne e fiato marcare vasche su vasche al ritmo esatto di venti bracciate ciascuna, come se fosse uno spettacolo cortesemente offerto dalla direzione del campeggio in cui la piscina si trova.
Niente di più sorprendente che spingersi dal muro, girarsi sul dorso e scoprire, ancora un metro sott'acqua, che il cielo si è colorato di Notte, senza Luna ma con grappoli di stelle brillanti dappertutto.
Niente di più armonico dell'antica orchestra di onde e respiro.
Niente di più di questo, e niente di più.
5 agosto 2009
[QEV] Dodici ceste
La mia pro-zia dovrebbe mettersi a dieta.
Il sapiente dottorone prova a convincerla alternando toni amichevoli e toni più autoritari.
Invano.
Nelle generazioni che hanno attravarsato l'indigenza vige un rispetto sacrale per il cibo, tanto che consumarlo tutto, a prescindere dall'appetito, è considerato un valore.
Anche io - che per fortuna non ho conosciuto la Fame - ho ereditato questo insegnamento e mi trovo a disagio al tavolo di chi gioca a far palline di mollica e disprezza le parte della carne aggrappata all'osso.
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Guardo queste dodici ceste, traboccanti di quel che avanza della pagnotta ad un morso di bocca sazia.
Le guardo e provo l'insoddisfazione di chi vorrebbe un appetito più vorace per combattere questo sciupìo.
Sarà pur vero che "Chi Ama spreca", come ho sentito ripetere tante volte negli anni, ma chi è amato dovrebbe far di tutto per limitare il danno.
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