Appena avrò un minuto di tempo, appena riuscirò a cristallizzare ed esprimere compiutamente questo pensiero, questa sensazione che mi attraversa testa e corpo qui, adesso, nel bel mezzo di tre serie da 12 minuti a stile libero, prometto che lo riporterò sul blog.
Quando la mia cuginetta - ormai adolescente, dovrò mettermelo in testa... - mi ha chiesto di iniziarla al nuoto di fondo, ogni altro tipo di allenamento mi è passato per la testa: serie, piramidali, ripetute con variazione di velocità...
Poi ha prevalso la convinzione che il fondo non è questione di forza ma di concentrazione, non di muscoli ma di volontà.
Così ho scelto un allenamento in cui non c'è un numero di metri prefissato da nuotare o un tempo limite a scandire incessantemente le partenze.
12 minuti consecutivi non sono certo un'eternità, ma sono un tempo sufficiente a spegnere la baldanza che segue ogni partenza, ad assestare il battito cardiaco, a costruirci sopra - come in un'orchestra - un ritmo di bracciata e di respirazione, a scoprire la canzone che il tuo corpo sta suonando - "How I wish, how I wish you were here: we're just two lost souls swimming in a fish bowl, year after year"...
...e poi subentra la Noia.
Non il Dolore, non la Fatica che pure sto aspettando.
Noia.
Di ripetere sempre lo stesso gesto, sempre la stessa strofa di una canzone, di fissare stupidamente una linea nera sul fondo della vasca.
Una certa nostalgia immotivata della posizione verticale, del ciclo normale di repirazione.
L'istinto di capire che senso ha quello che sto facendo, laddove il senso è invece nel non cercare di capirlo.
Se è vero quel che mi raccontano di alcune discipline orientali, il cui obiettivo è di estraniare la mente dal corpo, beh, allora il nuoto è esattamente il loro opposto: lo sforzo - per nulla banale - di mantenere la mente concentrata su ciò che il corpo sta eseguendo.
Mi chiedo, osservando dallo spigolo degli occhialini mia cugina affrontare questo allenamento molto spaesata, che differenza c'è tra questa Noia e quella che vedo dipinta sul volto dei suoi coetanei, impegnati a bruciare pomeriggi su Facebook e serate al bar della piazza.
Mi chiedo se ed in che cosa questa forma di Noia che io vado a cercarmi sia preferibile alla loro e sinceramente, non so darmi risposta.
Riesco appena ad afferrare per la coda la mia concentrazione, che intanto sta svanendo, e mantenerla fino alla fine dell'allenamento.
"What we have found? The same old fears. Wish you were here"
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