Il Potere dovrebbe essere la forma più alta di Servizio.
Altrimenti non si capisce perchè tanti soggetti dovrebbero delegare un singolo a svolgere alcune mansioni particolarmente delicate.
Dunque il Potere dovrebbe essere strettamente legato alla Responsabilità, ovvero alla capacità di "rispondere" del proprio operato davanti alla comunità, e di "rispondere" dell'amministrazione della comunità stessa.
Non me le invento io queste cose.
Un Tale 2000 anni fa è stato appeso ad una Croce per avere detto questo.
Oggi quelli che di quel Tale si dicono seguaci, su larga come su piccola scala, fanno ben altro.
Per loro il Potere è la forma più alta di Comando; del Servizio se ne infischiano.
E per di più quando gli si chiede conto delle proprie Responsabilità, novelli Ponzio Pilato, si girano altrove e se ne lavano le mani.
Ma, a differenza del loro predecessore, non hanno neppure il coraggio di chiedersi "Quid Est Veritas ?"- "Cos'è la Verità?"
QEV - TagList
30 ottobre 2007
[WV] Kurdistan, USA
Di poche ore fa l'ennesima agenzia stampa che riporta di scontri in Kurdistan.
Ennesima guerra presentata come azione anti-terroristica contro il PKK, a cui è stato ritagliato il ruolo di Milosevic-Bin Laden-Saddam di turno.
Fino a qualche anno fa per gli americani i curdi erano l'etnia vittima degli accanimenti di Saddam, con tanto di sicurissimo - a loro dire - uso di armi chimiche, e dunque era indispensabile bombardare di democrazia l'Iraq.
Allora sembrava naturale ipotizzare la nascita di una nazione curda, come successo già per Israele prima e per la Bosnia Erzegovina poi, passando per le numerose scissioni dall'ex Unione Sovietica.
Oggi invece c'è l'alleanza con la Turchia da salvaguardare, perché si tratta di una testa di ponte strategica dal punto di vista politico per i rapporti che mantiene con l'Iran e dal punto di vista logistico per le truppe militari presenti in Iraq.
E allora ok, per gli americani va bene che i turchi invadano la regione curda in Iraq con l'esercito e facciano piazza pulita.
Ecco questo vorrei chiedere alla signora Rice:
Cosa distingue la morte per bombardamento da quella per armi chimiche?
Qui si trova una puntata di Report che parla delle rivoluzioni di velluto... io la ritengo interessante, o agghiacciante, a seconda dei punti di vista...
Ennesima guerra presentata come azione anti-terroristica contro il PKK, a cui è stato ritagliato il ruolo di Milosevic-Bin Laden-Saddam di turno.
Fino a qualche anno fa per gli americani i curdi erano l'etnia vittima degli accanimenti di Saddam, con tanto di sicurissimo - a loro dire - uso di armi chimiche, e dunque era indispensabile bombardare di democrazia l'Iraq.
Allora sembrava naturale ipotizzare la nascita di una nazione curda, come successo già per Israele prima e per la Bosnia Erzegovina poi, passando per le numerose scissioni dall'ex Unione Sovietica.
Oggi invece c'è l'alleanza con la Turchia da salvaguardare, perché si tratta di una testa di ponte strategica dal punto di vista politico per i rapporti che mantiene con l'Iran e dal punto di vista logistico per le truppe militari presenti in Iraq.
E allora ok, per gli americani va bene che i turchi invadano la regione curda in Iraq con l'esercito e facciano piazza pulita.
Ecco questo vorrei chiedere alla signora Rice:
Cosa distingue la morte per bombardamento da quella per armi chimiche?
Qui si trova una puntata di Report che parla delle rivoluzioni di velluto... io la ritengo interessante, o agghiacciante, a seconda dei punti di vista...
27 ottobre 2007
[WV] Sorrento Floaters
Oramai è più di una settimana che guardo questa stessa foto, ma non riesco a smettere di sorridere.
Il signor Martin Saunders si è preso la briga di partire da Madison (Wisconsin), per affacciarsi dalla villa comunale a Sorrento e scattare questa foto ai lettini galleggianti dello stabilimento Marameo.
Foto che, tra l'altro, è l'unica scattata a Sorrento tra quelle della sua - pregevolissima - galleria.
Perchè in effetti in questa foto il signor Martin ha colto, senza saperlo, tutta l'essenza compostamente rilassata, vagamente snob e "fluttuante" dell'estate sorrentina.
Dopo la "cieca di Sorrento", ora abbiamo anche i "galleggianti di Sorrento"... ;-)
Il signor Martin Saunders si è preso la briga di partire da Madison (Wisconsin), per affacciarsi dalla villa comunale a Sorrento e scattare questa foto ai lettini galleggianti dello stabilimento Marameo.
Foto che, tra l'altro, è l'unica scattata a Sorrento tra quelle della sua - pregevolissima - galleria.
Perchè in effetti in questa foto il signor Martin ha colto, senza saperlo, tutta l'essenza compostamente rilassata, vagamente snob e "fluttuante" dell'estate sorrentina.
Dopo la "cieca di Sorrento", ora abbiamo anche i "galleggianti di Sorrento"... ;-)
25 ottobre 2007
[VM] Extrasistole
Ha detto il dottore:
"Il tuo cuore da due colpi in battere ed uno in levare".
Deve essere proprio in gamba per accorgersene da un tracciato stampato su carta.
Allora ho cercato notizie in rete.
Questo è quello che ho trovato:
"Il tuo cuore da due colpi in battere ed uno in levare".
Deve essere proprio in gamba per accorgersene da un tracciato stampato su carta.
Allora ho cercato notizie in rete.
Questo è quello che ho trovato:
"Dottore, sento come se il cuore mi si fermasse,
sento un tuffo alla gola e come un vuoto alla testa..."
"Non si preoccupi: spesso, anche se non sempre,
questi battiti extra del cuore, sono solo momenti di sua innocente follia..."
sento un tuffo alla gola e come un vuoto alla testa..."
"Non si preoccupi: spesso, anche se non sempre,
questi battiti extra del cuore, sono solo momenti di sua innocente follia..."
24 ottobre 2007
[VM] Chi tene 'o mare
Ogni volta che ascolto nuovi album di Antonio Onorato - ed ancor di più a sentirlo dal vivo - alla fine provo un senso di sazietà di (ottima) musica: per altri - pur ottimi - autori mi capita di andare a ripescare questo o quel pezzo, perché l'esperienza di ascolto non mi ha del tutto soddisfatto; gli album di Onorato, invece, mi sembrano un percorso completo e gratificante, da non deterupare con riascolti frettolosi o parziali.
Tudo Azul, letteralmente tutto azzurro ma in senso lato tutto bene, è un album da acquistare (...ci siamo capiti ;-)...) per la serenità che trasmette nello spaziare dalla radiosità mediterranea alle atmosfere carioca di bossanova - un viaggio nella musica, a tutti gli effetti.
Nella tracklist salta all'occhio la versione straordinaria di un altrettanto straordinaria poesia di Pino Daniele:
Chi tene 'o mare
s'accorge 'e tutto chello che succede
po' sta luntano
e te fa' senti comme coce
chi tene 'o mare 'o ssaje
porta 'na croce.
Chi tene 'o mare
cammina ca vocca salata
chi tene 'o mare
'o sape ca è fesso e cuntento
chi tene 'o mare 'o ssaje
nun tene niente...
s'accorge 'e tutto chello che succede
po' sta luntano
e te fa' senti comme coce
chi tene 'o mare 'o ssaje
porta 'na croce.
Chi tene 'o mare
cammina ca vocca salata
chi tene 'o mare
'o sape ca è fesso e cuntento
chi tene 'o mare 'o ssaje
nun tene niente...
(Pino Daniele)
22 ottobre 2007
[QEV] Tradimento ed Adulterio
Di ritorno dalla visione della nuova commedia di Salemme "Sotto Mentite Spoglie".
Il film è molto divertente, Salemme recupera quel brio e quella creatività autorale che erano un po' offuscate in "Olè".
Il tema è quello del tradimento, magari poco originale, ma che alla fine coinvolge matematicamente il pubblico.
Che cos'è il tradimento? In che momento si consuma?
Nell'immaginare situazioni erotiche con persone diverse dal partner(vedi Nicole Kidman in "Eyes Wide Shut")?
Nel desiderare intensamente un altro (come una straordinaria Diane Lane in "Unfaithful")?
Nel fare sesso con un altra persona, pur evitando coinvolgimenti affettivi(come, ad esempio, nel film di Salemme)?
O forse il tradimento c'è già nell'istante in cui semplicemente si è insoddisfatti del proprio partner, magari senza neppure frequentare o desiderare altri (tema di fondo de "L'ultimo bacio")?
Ovviamente non ho risposte a tutte queste domande, però faccio due osservazioni.
La prima è etimologica.
Tradire deriva da "tradere", letteralmente "consegnare"; per alcuni l'accezione negativa del termine deriva dalla consegna - "tradimento", appunto - di Gesù alle autorità da parte di Giuda.
Dunque "tradire" letteralmente indica questo "consegnarsi", fisicamente o mentalmente, ad un altro diverso dal proprio partner.
Altro è l' Adulterio, che deriva da "ad alterum" o per alcuni da "ad ulterior", ovvero "verso cose altre, ulteriori", dove l'accento è posto sulla mancanza, sull'insoddisfazione insita nel rapporto che muove l'adultero alla ricerca di cose che siano altre, ulteriori appunto.
Dunque Tradimento ed Adulterio sono due realtà differenti ed indipendenti, anche se spesso accade che l'Adulterio sia la causa che spinge al Tradimento.
Personalmente sarei molto più preoccupato dall'Adulterio che non dal Tradimento.
Seconda notazione:
Il film è molto divertente, Salemme recupera quel brio e quella creatività autorale che erano un po' offuscate in "Olè".
Il tema è quello del tradimento, magari poco originale, ma che alla fine coinvolge matematicamente il pubblico.
Che cos'è il tradimento? In che momento si consuma?
Nell'immaginare situazioni erotiche con persone diverse dal partner(vedi Nicole Kidman in "Eyes Wide Shut")?
Nel desiderare intensamente un altro (come una straordinaria Diane Lane in "Unfaithful")?
Nel fare sesso con un altra persona, pur evitando coinvolgimenti affettivi(come, ad esempio, nel film di Salemme)?
O forse il tradimento c'è già nell'istante in cui semplicemente si è insoddisfatti del proprio partner, magari senza neppure frequentare o desiderare altri (tema di fondo de "L'ultimo bacio")?
Ovviamente non ho risposte a tutte queste domande, però faccio due osservazioni.
La prima è etimologica.
Tradire deriva da "tradere", letteralmente "consegnare"; per alcuni l'accezione negativa del termine deriva dalla consegna - "tradimento", appunto - di Gesù alle autorità da parte di Giuda.
Dunque "tradire" letteralmente indica questo "consegnarsi", fisicamente o mentalmente, ad un altro diverso dal proprio partner.
Altro è l' Adulterio, che deriva da "ad alterum" o per alcuni da "ad ulterior", ovvero "verso cose altre, ulteriori", dove l'accento è posto sulla mancanza, sull'insoddisfazione insita nel rapporto che muove l'adultero alla ricerca di cose che siano altre, ulteriori appunto.
Dunque Tradimento ed Adulterio sono due realtà differenti ed indipendenti, anche se spesso accade che l'Adulterio sia la causa che spinge al Tradimento.
Personalmente sarei molto più preoccupato dall'Adulterio che non dal Tradimento.
Seconda notazione:
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo,
gli dicono: "Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.
Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?".
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo.
Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.
E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro:
"Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei".
E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.
Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
gli dicono: "Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.
Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?".
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo.
Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.
E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro:
"Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei".
[Benchè nessun sacerdote ne parli mai in omelia, mi sembra ben chiaro quale sia il "peccato" a cui si riferisce Gesù"]
E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.
Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.
Alzatosi allora Gesù le disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?".
Ed essa rispose: "Nessuno, Signore".
(Gv, 8,3-10)
19 ottobre 2007
[QEV] della Con-versione
Ho seguito negli ultimi giorni, pur con scarso interesse, la vicenda di Don Sante Sguotti, il sacerdote di Monterosso sospettato di paternità.
Con scarso interesse perché personalmente ritengo del tutto anacronistico l'obbligo di castità per il sacerdote ma so bene che non verrà rimosso, altrimenti la Chiesa dovrebbe fare i conti con troppe nuove vocazioni da stipendiare.
Un caso Milingo all'italiana, se vogliamo.
Trovo di maggiore interesse invece quest'iniziativa di Don Sante e dei ragazzi di Monterosso.
"Chiesa Cattolica dei Peccatori"... ricordando com'è andata a finire con Milingo mi sa che si potranno fregiare dell'aggettivo "Cattolica" ancora per poco.
Tantopiù che tra i peccatori "obiettivo" dell'associazione spiccano i divorziati risposati ed i membri del clero con affettività, situazioni spesso al limite del diritto canonico.
In ogni caso l'iniziativa mi sembra lodevole: costruire percorsi di conversione.
Questo mi interessa molto più del gossip di bassa lega.
"Conversione" deriva da "cum"e "vertere", ovvero letteralmente "girare insieme".
Come chi cammina da solo per le sue strade, ma all'improvviso incontra un amico e sceglie di ritornare indietro insieme a lui.
"Cum-vertere" è anche il moto di chi ambisce ad un vertice comune, ad una radice condivisa.
Per cui mi immagino la Con-versione come il con-fluire di diversi torrenti, ognuno dei quali percorre la sua strada, affronta le sue asperità, supera i suoi impedimenti e alla fine unisce il suo contributo d'acqua a quello degli altri per diventare fiume e "con-correre" verso la foce.
Forse per questo il profeta Eliseo sceglie un fiume, il Giordano, per purificare Naaman il Siro dalla lebbra e lasciarlo Con-vertirsi al Dio d'Israele (2Re 5,1-17).
E magari per questo Giovanni il Battista - il più grande "tra i nati di donna" (Mt 11,11) - sceglie ancora il Giordano, per operare il battesimo di Con-versione e perdono dei peccati che aveva predicato (Lc 3,3).
In definitiva la Con-versione paga due volte: paga chi si converte che trasforma il suo moto verso la foce da quello singhiozzante del torrente a quello dirompente del fiume; paga la comunità che riceve chi si converte, che acquisisce un bagaglio supplementare di esperienze senza doverne fare necessariamente conoscenza diretta.
In questo frangente, troppo trascurato dalla Chiesa Cattolica, mi sembra particolarmente azzeccata l'iniziativa di Don Sante.
Nelle comunità cattoliche il peccato è taciuto e disconosciuto: l'apparenza di santità è da preservare al punto da rendere sconveniente perfino parlare di peccato.
Si finisce per lottare contro un nemico che non si conosce, che nemmeno si sa se c'è.
Proprio per questo c'è bisogno di persone che, forti di un'esperienza di con-versione, abbiano il coraggio di chiamare per nome i propri peccati ad alta voce.
Non è forse questo che intende Ezechiele quando dice (Ez 3,18; 18,23 e 33,11):
"Non voglio che l'empio muoia, ma che si Con-verta e viva"???
Con scarso interesse perché personalmente ritengo del tutto anacronistico l'obbligo di castità per il sacerdote ma so bene che non verrà rimosso, altrimenti la Chiesa dovrebbe fare i conti con troppe nuove vocazioni da stipendiare.
Un caso Milingo all'italiana, se vogliamo.
Trovo di maggiore interesse invece quest'iniziativa di Don Sante e dei ragazzi di Monterosso.
"Chiesa Cattolica dei Peccatori"... ricordando com'è andata a finire con Milingo mi sa che si potranno fregiare dell'aggettivo "Cattolica" ancora per poco.
Tantopiù che tra i peccatori "obiettivo" dell'associazione spiccano i divorziati risposati ed i membri del clero con affettività, situazioni spesso al limite del diritto canonico.
In ogni caso l'iniziativa mi sembra lodevole: costruire percorsi di conversione.
Questo mi interessa molto più del gossip di bassa lega.
"Conversione" deriva da "cum"e "vertere", ovvero letteralmente "girare insieme".
Come chi cammina da solo per le sue strade, ma all'improvviso incontra un amico e sceglie di ritornare indietro insieme a lui.
"Cum-vertere" è anche il moto di chi ambisce ad un vertice comune, ad una radice condivisa.
Per cui mi immagino la Con-versione come il con-fluire di diversi torrenti, ognuno dei quali percorre la sua strada, affronta le sue asperità, supera i suoi impedimenti e alla fine unisce il suo contributo d'acqua a quello degli altri per diventare fiume e "con-correre" verso la foce.
Forse per questo il profeta Eliseo sceglie un fiume, il Giordano, per purificare Naaman il Siro dalla lebbra e lasciarlo Con-vertirsi al Dio d'Israele (2Re 5,1-17).
E magari per questo Giovanni il Battista - il più grande "tra i nati di donna" (Mt 11,11) - sceglie ancora il Giordano, per operare il battesimo di Con-versione e perdono dei peccati che aveva predicato (Lc 3,3).
In definitiva la Con-versione paga due volte: paga chi si converte che trasforma il suo moto verso la foce da quello singhiozzante del torrente a quello dirompente del fiume; paga la comunità che riceve chi si converte, che acquisisce un bagaglio supplementare di esperienze senza doverne fare necessariamente conoscenza diretta.
In questo frangente, troppo trascurato dalla Chiesa Cattolica, mi sembra particolarmente azzeccata l'iniziativa di Don Sante.
Nelle comunità cattoliche il peccato è taciuto e disconosciuto: l'apparenza di santità è da preservare al punto da rendere sconveniente perfino parlare di peccato.
Si finisce per lottare contro un nemico che non si conosce, che nemmeno si sa se c'è.
Proprio per questo c'è bisogno di persone che, forti di un'esperienza di con-versione, abbiano il coraggio di chiamare per nome i propri peccati ad alta voce.
Non è forse questo che intende Ezechiele quando dice (Ez 3,18; 18,23 e 33,11):
"Non voglio che l'empio muoia, ma che si Con-verta e viva"???
17 ottobre 2007
[VM] Il nuotatore
"Ci sono momenti nella vita dove ci si ritrova a pensare perché qualcuno affronta i problemi in maniera positiva, con tenacia e convinzione e riesce a superare le barriere senza apparente difficoltà. Ed altri no.
Ci sono momenti dove si riflette sul come mai solo alcuni si pongono obiettivi magari lontani, magari ambiziosi, magari solitari. E li raggiungono.
Ci sono momenti dove ci si domanda perché nella vita alcuni trovano normale lavorare con sacrificio ed ottenere gratificazioni riuscendo a farlo con grande differenza da altri colleghi. Ci sono momenti dove si riflette su cosa può riunire, avvicinare, rendere simili migliaia di uomini e donne che fanno della propria vita un successo personale.
Cosa sia non saprei, ma provate ad immaginare un ragazzo che per giorni, mesi, anni nella sua vita ha dato il meglio di se nuotando con tutta la forza e la grinta che poteva. Un ragazzo che per ore ed ore ha parlato solo con se stesso, ha visto solo una linea da seguire, ha avuto solo un cronometro da battere.
Un ragazzo che si è messo un obiettivo da raggiungere e non domani né dopo ma dopo due o dieci anni l’ha raggiunto.
Un ragazzo che ha cancellato decine di sconfitte e delusioni per lasciare nella sua mente solo quelle poche o uniche volte dove , per magia, tutti i sacrifici passati scomparivano in un attimo e la gioia era l’unico risultato che contava.
Un ragazzo abituato a vincere perché abituato a perdere dieci, cento o mille volte. Ogni volta pronto a rimettersi in gioco per superare se stesso.
Quel ragazzo, uno come tanti, non ha solo imparato a nuotare. Non ha imparato a salire sul podio. Non ha imparato a soffrire per raggiungere il suo sogno. No, quel ragazzo non ha fatto solo questo. Ha imparato a vivere.
E’ un ragazzo che quando vorrà ottenere qualcosa nella vita saprà che dovrà mettercela tutta, lavorare, stringere i denti. E ce la farà.
E’ un ragazzo che quando vorrà ottenere un risultato importante nella vita saprà cadere una dieci cento volte. Ma si rialzerà, la sconfitta non lo disturberà, stringerà i pugni ed avrà in testa solo una cosa: lui ce la farà.
E’ un ragazzo che quando crederà di aver tutti contro, dagli amici alla famiglia, saprà concentrarsi con se stesso, saprà ragionare e saprà trovare una soluzione. Da solo, solo con se stesso, lui ce la farà.
Guardatevi attorno, leggete negli occhi gli altri, cercate chi può avere nel vostro mondo le doti di questo ragazzo.
Non faticherete molto, è anche lui di una specie diversa.
Anche lui è stato un nuotatore."
16 ottobre 2007
[WV] Hunger Free Planet
HungerFree è una petizione di ActionAid rivolta alle Nazioni Unite affinché gli stati aderenti tengano fede agli impegni presi in termini di lotta alla fame nel mondo.
La petizione si trova qui.
...e poi la firma la meritano proprio, fosse pure solo per la musica di Allevi nello spot ("Ti scrivo" dall'album "No Concept")...
La petizione si trova qui.
...e poi la firma la meritano proprio, fosse pure solo per la musica di Allevi nello spot ("Ti scrivo" dall'album "No Concept")...
15 ottobre 2007
[VM] Lamerica
10 ottobre 2007
[QEV] - Sulla Perseveranza della Fede
Resto sempre sorpreso da come molti cristiani approccino alle Scritture sulla base di preconcetti, di una sorta di credenze comuni che impediscono di cogliere il nocciolo vero della questione.
Porto ad esempio il passo di Vangelo della scorsa domenica (Lc 17,5-10) che riporto integralmente come fosse - ed in effetti lo è - un'opera d'arte:
In una lunga e ripetitiva omelia mi è stato sottolineato che si tratta di un monito a non calare d'intensità nella Fede, perché altrimenti si rischia di essere servi inutili, mentre aumentando la Fede si compiono prodigi.
Probabilmente chi la legge così pensa che a Gesù mancasse qualche sinapsi.
Io penserei la stessa cosa di chi, alla mia richiesta "Aumenta la mia Fede", mi rispondesse che è opportuno mantenere alta l'intensità della Fede.
Se è questa la Verità che è presentata ai credenti l'allontanamento dalla Chiesa mi sembra scontato.
Provo a dare la mia interpretazione di questo passo: non che la ritenga incontrovertibile, ma si tratta almeno di un abbozzo di ricerca personale e non di una Verità acquisita per "sentito dire".
Se Gesù aveva tutte le sinapsi a posto da qualche parte in questo Vangelo deve esserci la risposta alla richiesta di maggior Fede.
C'entra qualcosa la riflessione sul rapporto servo-padrone di Hegeliana memoria?
Si parla di un padrone che richiama un servo dalle fatiche diurne e gli chiede un ulteriore servizio, ovvero la preparazione del pasto al padrone.
Il padrone sa che il servo è stanco ed affamato, eppure NON prova senso di colpa nel chiedergli di preparare e servire il pasto, poiché la mansione del servo è il servizio.
Allora deve essere questa la strada per (ri)costruire la Fede: la perserveranza del servizio, a dispetto di ogni difficoltà e ritrosia.
Non è mai superfluo sottolineare come secoli di battaglie contro la schiavitù abbiano cambiato l'accezione della parola "servo" rispetto a quella in uso duemila anni fa.
Per questo è opportuno ritornare sugli argomenti del post
http://quidveritas.blogspot.com/2007/09/economia-del-bene.html
Il servo è amministratore, che, in questo contesto, amministra la Grazia.
Il servo inutile è colui che si lascia investire dalla Grazia di Dio ma è incapace di distribuirla agli altri - come chi riceve un talento e lo sotterra anziché investirlo (Mt 25,14-30).
Da ciò discende che aumentiamo la nostra Fede amministrando la Grazia con perseveranza ed anche nelle occasioni sfavorevoli, anche quando è più semplice e comodo sotterrare i talenti anziché investirli.
Se fossimo capaci di redistribuire con perseveranza la Grazia, allora ci accorgeremmo che il Bene operato ritorna moltiplicato, come per i talenti quando vengono investiti correttamente.
Questo è il più grande dei miracoli, ben superiore ad ordinare ad un gelso
Porto ad esempio il passo di Vangelo della scorsa domenica (Lc 17,5-10) che riporto integralmente come fosse - ed in effetti lo è - un'opera d'arte:
Gli apostoli dissero al Signore:
«Aumenta la nostra fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola?
Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu?
Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».
«Aumenta la nostra fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola?
Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu?
Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».
In una lunga e ripetitiva omelia mi è stato sottolineato che si tratta di un monito a non calare d'intensità nella Fede, perché altrimenti si rischia di essere servi inutili, mentre aumentando la Fede si compiono prodigi.
Probabilmente chi la legge così pensa che a Gesù mancasse qualche sinapsi.
Io penserei la stessa cosa di chi, alla mia richiesta "Aumenta la mia Fede", mi rispondesse che è opportuno mantenere alta l'intensità della Fede.
Se è questa la Verità che è presentata ai credenti l'allontanamento dalla Chiesa mi sembra scontato.
Provo a dare la mia interpretazione di questo passo: non che la ritenga incontrovertibile, ma si tratta almeno di un abbozzo di ricerca personale e non di una Verità acquisita per "sentito dire".
Se Gesù aveva tutte le sinapsi a posto da qualche parte in questo Vangelo deve esserci la risposta alla richiesta di maggior Fede.
C'entra qualcosa la riflessione sul rapporto servo-padrone di Hegeliana memoria?
Si parla di un padrone che richiama un servo dalle fatiche diurne e gli chiede un ulteriore servizio, ovvero la preparazione del pasto al padrone.
Il padrone sa che il servo è stanco ed affamato, eppure NON prova senso di colpa nel chiedergli di preparare e servire il pasto, poiché la mansione del servo è il servizio.
Allora deve essere questa la strada per (ri)costruire la Fede: la perserveranza del servizio, a dispetto di ogni difficoltà e ritrosia.
Non è mai superfluo sottolineare come secoli di battaglie contro la schiavitù abbiano cambiato l'accezione della parola "servo" rispetto a quella in uso duemila anni fa.
Per questo è opportuno ritornare sugli argomenti del post
http://quidveritas.blogspot.com/2007/09/economia-del-bene.html
Il servo è amministratore, che, in questo contesto, amministra la Grazia.
Il servo inutile è colui che si lascia investire dalla Grazia di Dio ma è incapace di distribuirla agli altri - come chi riceve un talento e lo sotterra anziché investirlo (Mt 25,14-30).
Da ciò discende che aumentiamo la nostra Fede amministrando la Grazia con perseveranza ed anche nelle occasioni sfavorevoli, anche quando è più semplice e comodo sotterrare i talenti anziché investirli.
Se fossimo capaci di redistribuire con perseveranza la Grazia, allora ci accorgeremmo che il Bene operato ritorna moltiplicato, come per i talenti quando vengono investiti correttamente.
Questo è il più grande dei miracoli, ben superiore ad ordinare ad un gelso
"Sii sradicato e trapiantato nel mare",
ed esso vi ascolterebbe
ed esso vi ascolterebbe
7 ottobre 2007
5 ottobre 2007
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